Capitolo 25

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Indietreggio lentamente. Come fa a sapere il mio nome?

Gocce di sudore mi scorrono veloci sulle tempie.

Ormai è troppo tardi per scappare.

L'uomo si volta di scatto lasciandomi pietrificata.

Il suo sguardo non è cattivo, anzi sembra premuroso. Il suo viso è coperto di rughe e i suoi capelli sono di un bianco candido come la neve.

La bocca è aperta in un sorriso preoccupato e gioioso allo stesso tempo.

Mi allontano ancora, ma purtroppo finisco per andare a sbattere contro il muro. Provo allora a distogliere lo sguardo da lui guardando i monitor, ma le immagini che vedo mi fanno troppo male.

Non riesco ancora a guardare il centro abitato degli eruditi senza pensare al mio passato.

"Perché sei venuta qui, se poi non hai intenzione di parlarmi?" mi chiede lui senza troppi mezzi termini.

"Cerco Stephan Morgan." esclamo tutto d'un fiato.

Nella mia mente si sono già formate tutte le diverse risposte che mi potrebbe dare, dalla più terribile alla più confortante.

"Beh puoi smettere di cercare. L'uomo di cui parli sono io.".

La mia bocca si contrae in un sospiro di sollievo.

Ce l'ho fatta, l'ho trovato!

Quello a cui non ho pensato però è  cosa chiedergli, così tento con tutte le mie forze di cercare di mettere insieme le informazioni.

Nel frattempo l'uomo mi fa cenno di avvicinarmi.

Lo guardo di nuovo e mi rendo conto che la sua espressione non è come la immaginavo, anzi sembra quasi paterna.

Stephan mi offre una sedia e io accetto di sedermi solo dopo averla posizionata ad una certa distanza.

"Allora, inizia pure a fare le domande." annuncia lui dopo un attimo di silenzio.

"Come fai a conoscermi e come facevi a sapere che ero io quando ho varcato la soglia?" domando tutto d'un fiato.

"Potrei dirti che ti conosco perché ti vedo tutti i giorni nei monitor, ma ti mentirei e tu ora vuoi sapere solo la verità, giusto?".

Annuisco e gli faccio cenno di continuare.

"Io ti stavo aspettando Amy, e devo ammettere che credevo arrivassi qualche giorno fa. Te lo ha detto tuo padre di venire qui?".

Annuisco di nuovo, irritata dalle sue parole. Nemmeno lui vuole rispondere alle mie domande?

"Lo sapevo. Quell'uomo non sa prendersi le sue responsabilità. Per questo si è sposato con quella sottospecie di donna.".

Lo guardo interrogativa. Perché parla così di mio padre?

"Credo che prima di spiegarti tutto, dovrei presentarmi come si deve. Io sono Stephan Morgan. Tuo nonno, Amy.".

Rimango immobile sulla sedia con lo sguardo fisso a terra. Non voglio nemmeno vedere la sua espressione.

"Mi dispiace. Non volevo che lo venissi a sapere così.".

Mi alzo immediatamente dalla sedia e lo abbraccio, cogliendolo di sorpresa.

"Non ho mai avuto un nonno. Ne avevo solo sentito parlare. È per questo che mi spii attraverso le telecamere?" . Mi risiedo e aspetto una risposta.

"Tu non sai ancora tante cose, ma io sono pronto a raccontartele tutte. Per ora mi hai fatto solo una domanda. Continua." mi sorride lui.

"Vorrei sapere il perché di tutto quanto. Le domande sono troppe forse." ammetto imbarazzata.

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