CAPITOLO 13

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Un altro combattimento. Non ce la faccio più.

Noi dovremmo essere coraggiosi e lavorare in squadra, non picchiarci senza alcuna ragione.

Questa volta sono contro Paula.

Lei si avvicina a me sussurrandomi che vendicherà Amanda, ma io non ci credo.

Non è capace di picchiare qualcuno. Ho osservato i suoi combattimenti ed è molto facile da battere.

È titubante ed ha sempre paura di sbagliare mossa.

Per sconfiggerla basta colpirla per prima.

Salgo sulla pedana quasi con indifferenza e la sconfiggo come previsto.

Non le faccio davvero male come ho fatto ad Amanda però.

Il suo sguardo da cerbiatto impaurito mi ha intenerito, e quindi, quando lei ha chiesto la resa, gliel'ho concessa.

Sono stanca di picchiare gente indifesa mandandola all'ospedale.

Eric si avvicina a me perplesso.

"Perché hai accettato che si arrendesse? Potevi finirla.".

"Non è quello il mio obbiettivo Eric. Io sono venuta qui per imparare a difendermi e per imparare a essere coraggiosa. Picchiare qualcuno senza motivo è vigliaccheria. Soprattutto se è più debole di te.".

Lui rimane stupito dalla mia risposta e non aggiunge altro.

So che non è d'accordo con me, ma non mi interessa. Non sono il tipo che cambia i suoi pensieri per compiacere la gente.

Mi allontano insieme a Logan attraverso i corridoi.

Anche lui oggi ha vinto abbastanza facilmente, perché ha combattuto contro Tyler. Non che Tyler sia debole, ma in confronto a Logan lo è eccome.

Logan mi sta raccontando della sua famiglia e della sua vecchia casa.

È la prima volta che ne parliamo liberamente.

Sto per raccontargli di mia madre, ma all'improvviso vedo Hanna che mi fa cenno di seguirla. Io non capisco, o meglio non voglio capire il perché, ma decido di andare lo stesso, quindi saluto Logan con una scusa, e mi dirigo, senza essere vista da nessuno, nella sala dei tatuaggi.

"Hanna che succ..?". Non faccio in tempo a finire la frase che lei mi trascina in un stanzino nascosto. Probabilmente quello degli inservienti.

"Non urlare!" mi sgrida lei fissandomi con i suoi occhi di ghiaccio. "Io so cosa sei e voglio aiutarti. Mio fratello Kevin mi ha parlato di te.".

"Lo so." esclamo io sorprendendola. "So benissimo di Kevin. Stavo ascoltando la conversazione.". Dicendo così non faccio proprio una bella figura, ma me ne accorgo troppo tardi.

"Stavi ascoltando? Oh mio dio, se avesse sentito qualcun altro?".

"Se fosse successo sarei già morta. Ascolta, apprezzo il tuo aiuto, ma so cavarmela benissimo da sola.".

"Non sei al sicuro Amy. Si parla molto di te in questi giorni. Eric continua a dire che lo sorprendi ogni volta, che sei diversa e tante altre cose. Questo non è un bene. Molti iniziano a sospettare di te.".

Io rimango per un attimo paralizzata. Ha ragione, più sono brava più sarò sotto le attenzioni di chi ha intenzione di uccidermi.

"Come posso fare allora? Se non sarò brava, finirò in fondo alla classifica." sussurro io.

"Forse allora dovresti diventare un'esclusa. Lì saresti al sicuro.".

"NO!" esclamo tutto d'un fiato. "Non diventerò un'esclusa per colpa di alcuni idioti. Grazie dei tuoi consigli, ma non mi servono.".

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