Mi risvegliai con uno strano calore nella mano destra e, dopo aver sbattuto le palpebre un paio di volte per schiarirmi la vista, guardai in quella direzione, notando con mio compiacimento, Brent affianco a me. Era seduto su una sedia alquanto scomoda solo alla vista; il viso era coperto del tutto dal braccio su cui aveva appoggiato la testa per riposarsi e l'altro braccio invece, era disteso verso di me, con la mano nella mia.
Mi godetti quello spettacolo al meglio sapendo che non lo avrei mai più rivisto. A quel pensiero mi venne un groppo in gola e delle lacrime minacciarono di scendere, avendo ovviamente la meglio su di me. Piansi in silenzio. Per quanto poteva sembrare strano, avrei preferito di gran lunga rimanere in quell'ospedale che andare con quello schifo di persona, ma non avevo scelta. Come disse lui un giorno prima, non avevo potere di decisione e non potevo nemmeno più denunciarlo: non avevo prove sufficienti a favore della mia tesi.
Strinsi di più la mano di Brent, disegnando con il pollice dei piccoli cerchi immaginare sul palmo della sua mano. Come avrei potuto rinunciare a tutto questo?
Per sbaglio singhiozzai rumorosamente, lui alzò la testa di scattò e io cercai rapidamente di asciugarmi le lacrime con la manica della mia "tunica" da ospedale. Aveva i capelli tutti scompigliati e l'espressione disorientata, difatti si guardò intorno velocemente prima di mettere a fuoco la situazione. Sorrisi perché, nonostante il fatto che non tornasse a casa da molti giorni, era sempre lo stesso ragazzo che incontrai la prima volta dietro a quello stramaledetto cancello in compagnia di Michael che, mi ricordai, non avevo ancora visto dal mio risveglio.
Lui mi guardò e mi sorrise di rimando, ma il suo era un sorriso finto, troppo.
-Deve esserci un modo per evitare tutto questo.- Sussurrai con voce strozzata.
Brent abbassò lo sguardo come rassegnato e sospirò.
-Non c'è soluzione. Anche se ti rapissi ci troverebbero subito. Purtroppo questa è la vita e l'unico modo per uscirne è la morte e preferisco saperti viva oltre oceano che morta nel cimitero a pochi isolati di casa mia.- Contestò lui con tono seccato.
Questo mi infastidì molto perché mi aveva detto in poche parole che non avrebbe nemmeno provato a non farmi andare via. Ne rimasi un tantino delusa ma non mi diedi per vinta.
-Vuoi arrenderti così?- Gli chiesi con un filo di voce.
-Loraine è finita. Non possiamo fare niente e provare a fare qualcosa peggiorerebbe solo le cose.- E quelle parole furono come una pugnalata in pieno petto. Cosa intendeva dire con "è finita"?
Poi ci pensai. Mi stavo sollo illudendo. Non avrei dovuto pensare che la mia mancanza sarebbe importata più tanto. Ero solo io, nessuno lottava per me, nessuno avrebbe sofferto la mia assenza fino a sentirla nelle ossa. Non era cambiato niente, assolutamente niente e forse, era quasi un bene andarmene da lì.
-Allora addio Brent, quella è la porta.- Riuscii a sussurrare con voce spezzata da altre lacrime.
Ma lui non si mosse, rimase solo a fissarmi e in un attimo mi prese il viso e premette le sue labbra sulle mie. Ricambiai quel bacio perché, nonostante tutto, mi mancava avere un contatto con lui e bramavo il desiderio di averlo.
-Non ho intenzione di passare il mio ultimo giorno con te qua dentro.- Ansimò tra un bacio e l'altro.
Gli misi le mani dietro la nuca per approfondire quel bacio, pieno di passione e sentimenti di appartenenza l'uno all'altra. Quelli erano i momenti che avrei voluto non finissero mai, eppure, da un giorno all'altro, mi sarei dovuta abituare all'idea che non avrei più avuto nessuno; sarei rimasta da sola, di nuovo e mi sarei distrutta, di nuovo.
Si allontanò di colpo con gli occhi che li brillavano e con un mezzo sorriso furbo.
-Ti porto via di qua.- Disse per poi girarsi di scatto e andare sulla soglia della porta di entrata. Controllò i corridoi da destra a sinistra, due volte. Ma non c'era niente da fare: erano troppi ed erano ovunque. Si girò lentamente grattandosi con furia il braccio e realizzai che era da quando si era svegliato che continuava a grattarsi ovunque. Glielo feci notare con una punta di sarcasmo, ma la reazione non fu una delle migliori.
-Sembri un drogato in crisi d'astinenza.-
A quell'affermazione impallidì di colpo e lo vidi irrigidirsi per poi correre nel bagno della stanza e chiudersi dentro. Non a chiave perché nel reparto psichiatrico dove ero io era già tanto se c'erano le porte.
Non sentii rumori particolari provenire da dentro ed iniziai a preoccuparmi, così con le poche forze che mi rimanevano, mi tirai su dal letto e pian piano mi avviai verso la porta del bagno. Mi bloccai proprio davanti e, con ormai un tremolio che regnava su tutto il mio corpo, alzai la mano a pugno per bussare, ma non feci in tempo a fare niente che una voce particolarmente alta e agitata arrivò da dentro.
-NON ENTRARE.- Urlò quasi.
Se mi avesse detto "entra pure", probabilmente mi sarei risparmiata la scena che vidi dopo. Aprii la porta di scatto e lui era disteso a terra, tutto sudato, con in mano qualcosa che non riuscii a riconoscere ma che quando mi avvicinai, mi fece venire i brividi e non potei crederci. Aveva una siringa in mano. Aveva una cazzo di siringa in mano. Tutto intorno a me si fermò per un attimo come se il tempo si fosse bloccato.
Brent era un drogato ed era davvero in crisi di astinenza. Avrei voluto del tempo per elaborare la cosa, ma un piccolo spasmo da parte sua mi fece sobbalzare. Se avessi chiamato i medici lo avrebbero rinchiuso in centro di riabilitazione e non avrei potuto passare con lui nemmeno il mio ultimo giorno qua.
Ma ad un certo punto mi venne un'idea, l'idea più brutta della mia vita, ma l'unica soluzione a tutto. Feci in fretta e con le mie mani indecise e tremanti presi la siringa dentro la quale era avanzato del liquido bianco.
Mi maledissi in anticipo per quello che avrei fatto di lì a poco, ma non c'era altro modo per poter stare insieme a lui e così, tutto d'un colpo, senza ragionare su quello a cui mi avrebbe portato, mi inserii l'ago nel braccio e ne feci uscire tutto il liquido rimanente. Non feci in tempo a togliere la siringa che caddi a terra, proprio col viso di fronte a quello di Brent e feci in tempo a sentire solo un suo lamento strozzato, prima che il buio mi assalisse.
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Lãng mạnLa vita è imprevedibile. Da bambina pensi che tutto possa andare per il meglio e non vedi l'ora di diventare grande per poterti divertire, per uscire con le amiche e fare pazzie con i ragazzi. Ma, come ho detto, la vita è imprevedibile e non sapremo...