*LORAINE'S POV*
Bib.... Bip.... Bip.... Bip...
A intervalli regolari quel suono entrava nelle mie orecchie facendosi sempre più chiaro e pulito. Aprii gli occhi e mi ci volle un po' per mettere a fuoco la stanza intorno a me, ma la cosa che venne subito all'occhio furono tutte le flebo attaccate alle mie braccia e una strana pinza sul mio dito indice. Tirai su la testa di scatto, mi guardai in giro e sentii subito il macchinario affianco a me che accelerava i suoi bip e, dopo varie osservazioni in quel luogo, capii di essere in ospedale, ma nel reparto di pronto soccorso perché solitamente, se non era una situazione grave, ti mettevano nei piani superiori insieme ad altre persone. Io ero da sola, in una piccola stanzetta con le pareti di un verde chiaro abbastanza particolare, ma spoglia di ogni cosa. C'era solo una televisione appoggiata su un sostegno che si collegava fino al soffitto e la faceva stare come "sospesa"; c'era il mio letto, rigorosamente tutto bianco, affiancato da un piccolo comodino, anch'esso bianco, con due cassetti e su cui erano appoggiati una lampada e una bottiglietta d'acqua; c'era una grande porta verde, di un verde leggermente più scuro delle pareti, ed era alla sinistra rispetto al mio letto e intuii fosse quella del bagno dato che la porta di fronte a me era accostata e potevo vedere infermieri e dottori passare in continuazione. Ero chiusa in un ospedale e non stavo a pensare alle mie condizioni o al perché fossi lì, dato che non ricordavo assolutamente niente, ma sapevo di non essere stabile fisicamente e mentalmente e di sicuro non mi avrebbero fatto uscire facilmente da quella struttura. Sperai almeno che mi sistemassero in uno di quei reparti per persone con disturbi alimentare, lo avrei preferito al reparto per i malati psichiatrici.
Mi sentivo debole e, per quanto potessi sforzarmi, non mi ricordavo nulla degli ultimi due giorni. Ricordavo di essere scappata da Brent per non creargli più problemi; avevo pensato che con me appresso non avrebbe potuto vivere una vita felice e tranquilla e decisi che senza di me sarebbe stato sicuramente meglio. Mi avrebbe dimenticata in un paio di giorni perché alla fine, di me ci si dimentica anche in un secondo. Non potevo negare che mi mancava terribilmente e sentivo quella mancanza fin dentro le viscere, ma dovetti calmarmi: lui non mi avrebbe più cercata e sarebbe stato meglio così, doveva andare così.
Al contrario, proprio mentre pensavo quelle cose, la porta della stanza si aprì lentamente e una figura stanca e spossata apparve davanti a me. Rimase sorpreso nel vedermi con gli occhi aperti e si bloccò all'entrata. Aveva un aspetto orribile. Il suo viso era sciupato e dalle occhiaie potei intuire che il sonno non era stato una delle sue priorità in questi ultimi giorni; la cosa che mi sconvolse di più, però, furono alcuni lividi sulle sue guance , un taglio sul labbro e dei graffi sparsi per tutte le braccia. Lo stavo squadrando da capo a piedi e, senza nemmeno rendermene conto, sul mio viso era spuntato un sorriso debole, ma era il più sincero che potessi fargli.
Avevo bisogno del suo calore, del suo incoraggiamento e della sua protezione ma lui sembrava non capire tutto questo perché rimase lì, fermo all'entrata con la testa bassa, ma con lo sguardo su di me, come se cercasse...approvazione.
-Hai intenzione di rimanere così ancora per molto?- Dissi sarcastica, sperando che capisse il mio bisogno di averlo accanto.
Iniziò a camminare lentamente verso di me e si fermò proprio a lato del mio letto. Un'ondata del suo profumo misto a odore del sangue mi invase e iniziai a bramare anche il minimo contatto fisico con lui. Allungai una mano per stringerla alla sua ma lui la ritrasse in fretta e io ne rimasi delusa e confusa.
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RomanceLa vita è imprevedibile. Da bambina pensi che tutto possa andare per il meglio e non vedi l'ora di diventare grande per poterti divertire, per uscire con le amiche e fare pazzie con i ragazzi. Ma, come ho detto, la vita è imprevedibile e non sapremo...