Me ne stetti lì per un quarto d'ora buono, sentendo provenire da quella camera delle voci, ma con la mia confusione non riuscii a capire di chi fossero. Qualunque tipo di pensiero mi balenava nella testa non riuscivo a respingerlo. Avevo perso del tutto Loraine? No, non l'avrei lasciata andare via così facilmente, non per uno come Michael; al pensiero che quello era il mio migliore amico mi irrigidii, ormai era un estraneo per me, aveva fatto soffrire tutti, me in primis. Un pensiero improvviso mi annebbiò la mente, ma non volevo alimentare quella teoria, non perché non fosse vera, ma perché mi rifiutavo di pensare una cosa del genere: e se l'avesse lasciata andare via lui di casa quel giorno in cui la persi per la prima volta?
Un brivido mi corse lungo la schiena; non mi sarei mai più fidato di nessuno, quell'ultimo periodo aveva confermato la mia idea su quanto fossero false le persone e di quanto potevano cambiare. Su quello però, non avrei potuto dire niente, io stesso ero cambiato un sacco e non ricordo nemmeno l'ultima volta che ero tornato a casa mia a parte stamattina per cambiarmi e mangiare qualcosa di veloce; eppure i miei "genitori" non se n'erano quasi accorti, che famiglia di merda.
Mi guardai intorno per osservare quelle pareti spoglie e mi chiesi se quell'uomo non avesse comprato la casa solo ed esclusivamente per rinchiuderci Loraine, cosa molto probabile. Mi parve di sentire la sua dolce voce delicata e leggermente roca e non ne potei più, quella situazione stava diventando pian piano insostenibile, doveva vederla di nuovo.
Mi alzai di scatto ed entrai nella piccola e bianca stanza e lo scenario che mi si presentò davanti era lo stesso di prima, solo con Effy seduta sul letto; tutti con delle facce impassibili e non appena feci capolino dentro sentii degli sguardi pesanti addosso che iniziarono ad infastidirmi, così decisi di fare in fretta.
-Loraine devo parlarti.- Affermai tutto d'un fiato. Non mi interessava in che condizioni fosse, l'avevo sentita parlare tutto il tempo che ero rimasto fuori e questo non mi impediva di essere un tantino alterato quando vidi che non mi rispondeva.
-Hey amico, ha solo bisogno di calmarsi.- Mi disse con tono superiore Michael. Lo ignorai per evitare di rompergli il naso e mi concentrai sul mio autocontrollo, per poi riprendere a guardare fisso negli occhi Loraine.
-Loraine.- Feci una pausa per poter essere sicuro di avere un tono calmo. -Devo parlarti.- E poi con tono supplicante "Per favore" aggiunsi.
Lei guardò me, poi guardò Effy, forse per cercare approvazione e, con mia sorpresa, lei le sorrise comprensiva. Non cercò gli occhi di Michael e questo mi diede sollievo, ma quando vidi che lui le prese il polso non appena lei provò ad alzarsi, non mi trattenni più e scattai in avanti. Presi bruscamente il braccio di Michael e lo fissai con tutto l'odio che avevo dentro.
-Non. Toccarla.- Ringhiai a denti stretti.
Lui ritrasse immediatamente la presa dal suo polso dove, potei notare, non c'erano più tagli nuovi. Sorrisi prima di farle cenno di seguirmi.
Uscimmo dalla stanza, lei si mise con la schiena contro il muro e io mi piazzai davanti a lei. Ci dividevano pochi centimetri e lei cercò di accorciare ancora di più le distanze ma, nonostante bramassi quel contatto forse più di lei, dovetti respingerla.
Non appena scostai il viso di lato per evitare le sue labbra serrai la mascella nel vano tentativo di mantenere la calma e lei abbassò lo sguardo intimidita.
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Storie d'amoreLa vita è imprevedibile. Da bambina pensi che tutto possa andare per il meglio e non vedi l'ora di diventare grande per poterti divertire, per uscire con le amiche e fare pazzie con i ragazzi. Ma, come ho detto, la vita è imprevedibile e non sapremo...