"Jealousy."

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-Cosa cazzo volevi fare?!-

La voce di Effy mi rimbombò nella testa come se mi fosse arrivata una palla da basket dritta sulla tempia.

Aprii lentamente gli occhi, capendo subito di trovarmi nella camera di Loraine e realizzando poco dopo che Effy era seduta affianco a me. Lei mi osservava, mi scrutava come a voler analizzare ogni mio movimento; io invece mi guardavo in giro, guardavo quelle quattro mura e ripensai al primo giorno in cui ero entrato lì, non mi aveva nemmeno invitato lei, era anche la prima volta che avevo visto, anche se di fretta, quell'uomo a cui purtroppo, apparteneva l'appellativo "padre". Mi ricordo ancora che, quando ero entrato, non ero poi così sorpreso di vederla dormire, ma quello che mi sorprese fu il suo cambio di colore repentino e la sua agitazione improvvisa. In effetti non mi ero mai chiesto il perché di quella sua agitazione nel sonno e sapevo che non era l'unica volta che le era capitato. Lei diceva che "sono solo incubi", ma io non ci credevo. Gli incubi con il tempo riesci a sopportarli, i demoni che hai dentro e che ti tormentano no; proprio come era accaduto a Destiny.

Dio, solo al pensiero di mia sorella mi venne un groppo alla gola a pensare che io e Loraine eravamo diventati il mix perfetto per dimostrare cosa era diventata Destiny. E mi venne quasi da piangere perché non era quello che sarebbe dovuto succedere. Quando la vidi, la prima volta, dietro a quel cancello, pensai subito che fosse bellissima, di una bellezza particolare: quella bellezza che devi saper apprezzare perché sai che lei non lo farà mai abbastanza. Notai qualcosa nei suoi occhi spenti, vuoti e menefreghisti. Io non gli stavo sul cazzo e, anche quando mi rispondeva male, sapevo che non mi odiava, sapevo che faceva tutto quello solo per mascherare le sue emozioni e per non attaccarsi alle persone. Sapevo che aveva bisogno di qualcuno, ma non qualcuno di debole, a lei serviva qualcuno che le sapeva tenere testa e io ci ero riuscito.

Nonostante quello però, avevo sbagliato tutto il resto. Non avrei dovuto baciarla, era ancora troppo debole per poter capire le sue emozioni. Non avrei dovuto piangere davanti a lei in un momento in cui quella a cui serviva sostegno, era solo lei. Non avrei dovuto lasciarla scappare. Non avrei dovuto accettare di custodire quella merda che Michael si ostinava a vendere e che aveva poi venduto anche a lei. Non avrei dovuto lasciare che quello stronzo di un padre me la portasse via, per la seconda volta.

Realizzai che non ero capace di far niente, non ero riuscito ad aiutare una persona a rischio di morte e non ero stato capace di tenermela stretta.

A quel punto c'era da chiedersi: io cosa provavo davvero per lei?

Avevo sviato questo argomento per troppo tempo ed era arrivato il momento di prenderlo sul serio. Non appena avrei rivisto Loraine non l'avrei baciata, anche se le sue labbra mi mancavano come l'aria, avrei usato quel tempo per parlare. Non parlavamo seriamente da quella mattina sotto il gazebo bianco.

-A cosa pensi?- Mi chiese Effy, interrompendo tutta quella catena di rimorsi che mi si era formata in testa.

La guardai per un attimo e notai che era messa decisamente meglio rispetto alla prima volta che l'avevo vista. I nostri sguardi si incrociarono e io non riuscii a sostenere l'impatto con quegli occhi color ghiaccio.

-A troppi rimpianti.- Risposi senza un filo di emozione guardando la finestra e mi accorsi di non poter vedere fuori per via delle tende, rigorosamente nere.

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