"Effy."

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In tutta la mia vita mi era capitato davvero poche volte di non capire che emozioni provassi. Appena mio padre mi disse che lei era andata via, io non capii e chiesi spiegazioni. Mi spiegò meglio dicendomi che lei non c'era e mai più ci sarebbe stata, ma non mi misi a piangere. C'era qualcosa dentro di me che mi lasciò immobile, muta e con lo sguardo fisso in un punto non bene preciso. Avevo solo 8 anni eppure ero già senza emozioni. Al suo funerale, mentre persone che non avevo mai visto in vita mia piangevano come degli ossessi, io rimasi impassibile a fissare la tomba e a seguirla ogni volta che la spostavano. La prima lacrima mi scese quando iniziarono a buttare la terra per chiudere la buca perché realizzai sul serio che quella sarebbe stata l'ultima voltaa che l'avrei vista. Forse fu da quel momento che l'unica emozione che riuscii a provare fu solo la tristezza, e la rabbia a volte. Ovviamente l'uomo che dovrei chiamare padre ha sempre fatto finta di niente, salutandomi sempre con un bacetto e pensando che un bacetto al volo potesse autoconvincerlo di essere un padre modello. Ma non ho mai detto niente, mai protestato o alzato la voce per il poco affetto ricevuto. Non avevo mai lottato, se non con me stessa, e ora sentivo che quello era il mio momento. Per la prima volta, oltre alla tristezza, riuscii a provare emozioni nuove che non sapevo neanche esistessero.

Le labbra di Brent erano delicatamente appoggiate alle mie e io rimasi immobile. Ero confusa, non sapevo perché stesse facendo una roba del genere, ed ero impaurita da tutto quel vortice di emozioni. In uno scatto lo respinsi via e lo allontanai, senza una ragione precisa.

-Che stai facendo?!- Non so perché reagii così, forse per istinto.

-Ti ho sorpresa?- Mi chiese, con una punta di dolcezza. Stava davvero correndo troppo per i miei gusti.

-Cosa? No, cioè si, ma non doveva andare così!- Ero davvero sconvolta, ma non me ne resi conto subito. Sapevo che non avrei dovuto rispondergli così ma fu la prima cosa che mi passò per la testa (che avesse un nesso logico, ovviamente).

-Tu mi hai detto "sorprendimi", e questo mi pareva l'unico modo per farlo viste le circostanze.- Disse lui. Abbassò la testa lentamente e si mise a guardare per terra. Era la prima volta che lo faceva con me, era sempre riuscito a sostenere il mio sguardo. Mi convinsi a fare qualcosa che andava contro ogni cosa. A parte il fatto che ero sconvolta, si aggiunse per la prima volta un qualcosa di nuovo, che mi fece agire di impulso. Mi riavvicinai a lui, tanto da sentire il suo respiro. Lui alzò la testa e, appena i suoi occhi incrociarono i miei, gli poggiai le braccia sulle spalle e lo baciai, di nuovo. Di nuovo quella sensazione, ma questa volta riuscii ad accettarla, sebbene fossi ancora confusa. Questa volta fu un bacio più approfondito, più passionale. Quel bacio mi trasmise un vortice di emozioni che sembrava riuscire a fonderci insieme. Mi poggiò le mani sui fianchi e un brivido mi percorse la schiena. Ma non dovevo, non potevo. Io non mi meritavo la felicità, l'avevo imparato nel corso degli anni e tutto quello che stava accadendo era sbagliato. Tutto. Mi allontanai in tutta fretta. Lui si riavvicinò pensando che dovessi solo riprendere fiato ma mi allontanai ancora di più. Lo guardai per un attimo in quei bellissimi occhi e riuscii a comprendere la sua confusione. Non riuscii a sostenere quello sguardo a lungo così mi voltai e, senza pensarci due volte, iniziai a correre.

Una volta lessi una frase sul muro "Fino a che l'ultima lacrima non si asciugherà, tu continua a correre". E fu esattamente quello che feci quel giorno. Corsi fino allo sfinimento, fino a che i miei polmoni non chiesero pietà.

Avevo ormai il fiatone e sentivo come il respiro che mancava così decisi di fermarmi. Trovai un boschetto isolato e mi lasciai andare per terra, all'ombra di un albero. Mi appoggiai con la schiena alla corteccia del tronco e chiusi gli occhi. Li sentii bruciare, ma non me ne importava, volevo solo stare per un attimo in silenzio dato che la gola faceva ancora male dopo gli urli di poco prima. Cosa stava succedendo? Perché l'avevo fatto? Avevo lasciato che Brent entrasse nella mia vita e la sconvolgesse fin troppo, e non era quello che volevo. Io non amavo Brent, lo conoscevo da troppo poco tempo per riuscire a provare un sentimento così forte per lui o anche qualsiasi altro sentimento; io ero Loraine Hynes, io non potevo provare nulla per nessuno, non più.

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