"Destiny."

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Uscii di casa e lo ritrovai fuori dal cancelletto, appoggiato ad un palo a guardare qualcosa al cellulare, una mappa forse. Sentì la porta che si chiuse con un leggero cigolio e si girò verso di me, il suo sguardo rimase fisso su di me che scendevo gli scalini della veranda, il suo sguardo diveniva sempre più pesante e sempre più vicino ad ogni scalino, ad ogni passo. Lo raggiunsi, aveva ancora il cellulare in mano con qualche scheda di internet aperta ma non distoglieva lo sguardo da me. Quello che più mi metteva a disagio era la freddezza nel suo sguardo che sembrava non abbandonarlo mai. Decisi di prendere in mano le redini, così non poteva andare.

-Smettila di fissarmi.-

Non servì perchè lui continuò. Sbuffai prendendo il pacchetto di marlboro light dal quale ne estrassi una sigaretta. Per qualche strano motivo tentai di offrergliene una, ma mi rispose che non ne aveva voglia.

-Non mi sembri tipo da sigarette.- Gli dissi cercando di infastidirlo, ma, come al solito, non riuscii ad ottenere il risultato che volevo.

-Tu non mi conosci.- Mi rispose cinico.

Si mise il cellulare in tasca e si girò, dandomi le spalle, iniziando a camminare.

Si portò una mano ai capelli e si spostò il ciuffo ben pettinato, da destra a sinistra.

Mi affiancai a lui; camminare in fila indiana era un pensiero allettante ma troppo da bambini.

-Non dovresti fumare così tanto.-

-E tu dovresti farti i cazzi tuoi.-

Rise alle mie parole. Trovavo così ridicolo che qualcuno mi dicesse cosa non avrei dovuto fare. Pronto? La mia vita la "vivo" come voglio. Anche se per me "vivere" era una parola grossa che avrei sostituito con "sopravvivere".

Camminammo per un pò e per la prima volta il silenzio mi annoiò, forse perché avevo dimenticato le mie adorate cuffiette, così decisi di fargli una domanda inaspettata.

-Hai scritto sul biglietto che vuoi aiutarmi, sentiamo: come pensi di farlo?-

-Loraine.- Si fermò e si mise davanti a me, prendendo un respiro prima di ricominciare a parlare. -So benissimo che è difficile, ma non voglio che qualcun altro finisca come...- Si stoppò e la sua espressione si incupì tutta d'un tratto. -Lascia stare. Continuiamo a camminare.-

L' ultimo tratto di strada lo facemmo in completo silenzio. Mi accorsi che qualcosa non andava da quando aveva detto quella cosa. Preferii non dire più niente, forse avrei solo peggiorato le cose, come faccio sempre.Io non ero nessuno per forzare la gente a parlare del proprio passato. O almeno intuivo si trattasse qualcosa riguardante il suo passato dato che assunse la stessa espressione che assumevo io quando ripenso a mia madre.

I miei pensieri furono interrotti subito da un panorama meraviglioso.

Arrivammo improvvisamente davanti ad un paesaggio stupendo. Era un prato pieno di margherite, solo margherite. Un pò in centro a quello che intuii fosse un parco, ma che non avevo mai visto in vita mia, c'era come un gazebo molto piccolo ottagonale. Non c'era niente all'interno ma lo trovavo stupendo. Era bianco con alcune sfumature di blu; alla base c'erano dei disegni stupendi fatti solo con della tempera nera. Non era niente di sensato, come delle cose buttate a caso tanto per passare il tempo, ma io la trovai comunque una cosa su cui soffermarsi a guardare. Vidi Brent mettere piede sul prato e avviarsi verso il gazebo. Lo seguii e appena fui abbastanza vicina vidi una cosa meravigliosa. I disegni erano tutti fatti con un pennarello nero sottile e le forme erano riempite e formate da parole. Non semplici parole, però. Erano frasi di canzoni. Canzoni che conoscevo bene perchè appartenenti ad uno dei miei gruppi preferiti, i Bring Me The Horizon.

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