"Brent."

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Quando arrivò il momento tanto atteso, non ci impiegai più di tre secondi a prendere la mia poca roba per andarmene. Mi alzai di scatto dalla sedia ed uscii dall'aula quasi prima di tutti gli altri. Mi parve di udire qualcuno che mi chiamava per cognome, ma non mi soffermai a pensarci e mi rigettai nel corridoio con il resto degli studenti. Uscii di fretta, facendo anche fatica a non schiantarmi contro qualche gruppo di ragazzine altezzose, ma quando arrivai finalmente al cancello una mano mi afferrò il braccio con forza. La preso sul mio polso mi costrinse a fermarmi e pian piano iniziai a sentire la pelle bruciare e alcuni tagli recenti riaprirsi per la stretta troppo forte. Mi girai per vedere chi fosse, nonostante sapessi già la risposta. Cercai di guardarlo con tutto l'odio che avevo in corpo, ma a lui parve non fare una piega, anzi, continuò imperterrito a tenere la mano chiusa su gran parte del mio avambraccio.

-Lasciami.- Dissi con un tono fin troppo freddo.

-Non ignorarmi quando ti chiamo, tesoro.- Allentò la presa, ma senza diminuire il contatto tra noi due. Tirai un leggero sospiro di sollievo e mi affrettai a pensare a cosa avrei potuto rispondergli per farlo allontanare del tutto da me. Inarcò un sopracciglio, segno che era in attesa di una mia risposta e che, fortunatamente, non tardò ad arrivare.

-Io faccio quello che voglio e smettila di chiamarmi tesoro.- Sputai tutto d'un fiato.

Rimase ad osservarmi sorpreso per un po' prima di riuscire a rispondermi.

-Non so ancora il tuo nome.- Disse con una punta di ovvietà.

Pensandoci, mi resi conto che neppure io sapevo il suo nome. Avrei voluto saperlo? Ma soprattutto avrei dovuto dirgli il mio?

-Loraine Hynes.- Risposi senza pensarci troppo e notai che mi lasciò andare delicatamente; forse aveva portato a termine la sua missione del "scopriamo il nome della ragazza psicopatica". Da quel momento in poi me ne sarei potuta andare e avrei potuto accendermi la mia tanto bramata sigaretta di fine scuola, ma qualcosa mi trattenne davanti a lui. Ragionai e mi chiesi: se lui sapeva il mio nome, perché io non avrei dovuto conoscere il suo?

Incurvai le labbra in un ghigno di sfida e notai la sua espressione di superiorità, come se non aspettasse altro che la mia domanda.

-E il nome del mio stalker qual è? Sentiamo.-

Ridacchiò e si passò una mano fra i capelli, ancora perfettamente pettinati.

-Brent.- Disse con una voce leggermente più roca.

Lo squadrai dall'alto al basso per poi liquidarlo con un semplice "okay".

Presi le cuffiette dalla tasca destra, me le misi alle orecchie e mi girai dandogli le spalle, pronta ad incamminarmi verso casa.

-Ti accompagno.-

La sua voce mi bloccò, ma non mi rigirai verso di lui, restai semplicemente ferma, forse un po' troppo stupita da quell' affermazione.

-Scordatelo. So la strada e ci so arrivare da sola.- Risposi freddamente. Quella situazione stava diventando davvero strana: c'era lui, uno di quei ragazzi a cui le ragazze muoiono dietro e poi di fronte a lui, girata di spalle, c'ero io, un'apatica del cazzo che non aveva la minima voglia di parlare con lui ma che non trovava le forze per muovere un solo muscolo delle gambe.

-Sei troppo diffidente, Loraine.- Sentenziò acido.

Nota che si fermò per un secondo prima di dire il mio nome e lo disse con un tono di voce basso, che mi fece venire un brivido lungo la schiena. Nonostante l'anormale effetto che mi fece la sua voce, Di scatto infilai una mano nella tasca, presi il mio pacchetto di marlboro rosse e me ne portai una alla bocca. La accesi, aspirai una boccata di fumo ed iniziai ad incamminare verso casa, ignorando totalmente le ultime parole di Brent. Sperai davvero che non mi seguisse ma fu proprio quello che fece. Mi accorsi di non aver ancora fatto partire la musica e sicuramente non avrei rinunciato a quella solo perché avevo di fianco una persona. Scorsi un po' la playlist per poi scegliere la canzone 'There's a light that never goes out' dei The Smiths; quella canzone mi ricordava mia madre e non potevo fare a meno di ascoltarla almeno una volta al giorno.

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