"Blue."

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Quei ricordi continuavano ad assalirmi anche in seguito a quello che era appena accaduto. Non potevo togliermi dalla testa quelle scene, quella persona e quello schifo. In effetti, ripensandoci, é stato davvero uno schifo, ma in quel periodo quello lo avevo considerato uno schifo minore paragonato alla mia vita.

Ero sdraiata di fianco a Brent, lui che mi cingeva il fianco mentre io gli davo le spalle: non potevo sopportare di guardarlo in faccia dopo quello che era appena successo. Non doveva andare così, non dovevamo finire abbracciati in un letto, non avevo ancora avuto delle risposte e a quel pensiero i miei nervi si tesero.
Mi alzai di scatto togliendo bruscamente il braccio di Brent dal mio ventre e facendolo sobbalzare. Senza dire una parola mi rivestii, stando sempre rigorosamente girata di spalle per non dargli la soddisfazione di potermi guardare un'ultima volta. Ma cosa mi era saltato in mente? Io e lui dovevamo stare lontani e non fare sesso alla prima occasione. Ogni secondo che passava era una maledizione in più contro me stessa per l'enorme bellissimo sbaglio che avevo appena commesso.
Perché si, non avrei dovuto, ma é riuscito quasi a sostituire quei brutti ricordi che mi accompagnavano ormai da un anno a questa parte.
Una voce mi risveglió dai miei pensieri.

-Cosa stai facendo?- Disse con la voce impastata, cercando di risultare dolce e cercando di afferrarmi la manica del maglione di Effy per potermi riportare nel letto con lui. No, non avrebbe più avuto niente da me di così intimo.
Presi un bel respiro e mi girai verso di lui con l'intenzione di strattonargli via quella mano di merda, ma non appena vidi il suo finto broncio, i suoi capelli disordinati e scompigliati e le sue clavicole, il mio buon senso sparì e la me che pendeva dalle sue labbra e che, di conseguenza odiavo, stava tornando.
"Loraine, fatti forza." pensai cercando di distogliere lo sguardo invano.

-Quindi?-
Cazzo, le sue labbra erano gonfie e leggermente arrossate. Come potevo anche solo sperare di trovare un briciolo di buon senso?
A quel punto mi costrinsi a mordermi il labbro inferiore, guadagnando tempo per calmare gli ormoni, mentre i suoi occhi iniziavano ad implorare una risposta.
-Avevo freddo.- Che cazzata; c'erano minimo venti gradi e le coperte del letto erano abbastanza pesanti. Dovevo riprendermi assolutamente.
-Brent potresti vestirti per cortesia?- Domandai con un accenno di acidità.
In tutta risposta lui si alzó dal letto con solo i boxer, venendo verso di me e poggiandomi le mani sui fianchi, delicatamente, paralizzando ogni singolo muscolo del mio corpo.
-A me sembra che 10 minuti fa non ti infastidisse tutto questo.- Sussurró nel mio orecchio con un ghigno, indicando poi il suo corpo alla fine della frase.
Rimasi lì ferma, mentre lui usciva dalla stanza, bloccata come quando lo avevo conosciuto, le prime volte che si avvicinava a me. Ed ero risultata debole, di nuovo. Non riuscivo più a sopportare quella debolezza, non riuscivo a sopportare il fatto che mi trattasse come una bambina che stava ai suoi comandi. I miei nervi si tesero e, senza nemmeno accorgermene, uscii dalla stanza, così tanto di fretta che per poco non feci cadere Effy dalle scale.

-Hey, hey, dove corri?- Domandò lei facendomi segno di rallentare.

-Dov'è?- Chiesi senza ragionare.

-Chi, il ragazzo mezzo nudo che è appena uscito dalla tua stanza?- E a quelle parole non mi trattenni, scoppiando in una fragorosa risata, seguita a ruota da Effy.

Il nostro momento di ilarità fu subito interrotto dal campanello della porta al piano di sotto. Lei non aspettava visite così, dopo esserci scambiate una lunga occhiata colma di ansia e paura, ci precipitammo giù, vedendo che Brent era già in nostra attesa davanti alla porta. E aveva avuto la decenza di mettersi una maglia e dei pantaloni della tuta. Quanto era bello anche così trasandato. Mi rimproverai mentalmente di tornare a concentrarmi sulla situazione leggermente grave. Ci scambiammo sguardi di panico poichè temevamo che potesse essere qualcuno di pericoloso che di sicuro non aveva suonato per portarci una torta alla panna. Brent avvicinó la mano al pomello della porta, ma prima che potesse aprire il campanello suonó di nuovo facendoci sobbalzare in contemporanea. Il ragazzo in tuta non perse tempo e aprì di scatto la porta aprendo davanti a noi qualcosa che ci lasció senza fiato. Restammo tutti immobili quando quel poliziotto ci comparve davanti e nessuno si azzardó ad aprire bocca.
-Effy Blue?- Pronunció in tono pacato l'uomo in divisa. Se non ci fosse stata così tanta tensione avrei riso per l'ironia che legava il cognome di Effy al colore dei suoi capelli.
La vidi sbiancare e ingoiare pesantemente la saliva, mentre cercava di farsi avanti e pronunciare anche una sola parola. Chiuse gli occhi, prese un respiro intenso e quando li riaprii il suo sguardo era decisamente cambiato; sembrava aver ceduto il posto ad un'altra sé, completamente differente e indifferente.
-Sono io.- Sentenzió senza esitare neanche un po'.
Il poliziotto squadró ognuno di noi prima di portare l'attenzione su Effy, che attendeva paziente.
-Bene. Allora Effy, sono qui perché sei l'unica persona che abbiamo trovato e che siamo sicuri abbia stretti contatti con una ragazza di nome Loraine Hynes.- Il poliziotto mi guardó di sottecchi e mi crolló il mondo addosso. Stavano cercando me, cosa volevano? Stavo per farmi avanti quando incontrai lo sguardo ammonitorio di Brent e decisi quindi, di rimanere in silenzio mentre l'uomo continuó.
-É così giusto? La conosci direttamente?-
-Si.- Rispose la ragazza affianco a me con una punta di incertezza nella voce, ma senza cercare un contatto visivo con me.
-Bene. Abbiamo cercato di contattare qualche altro familiare e due ragazzi: Michael e Brent che sono stati visti più volte con lei, ma senza alcun risultato: nessuno di loro era in casa o rintracciabile. Ma arriviamo al punto, essendo una conoscente diretta della ragazza, deve assicurarsi di farle arrivare la notizia che sto per darle.-
Un attimo di silenzio, il cuore in gola, la tensione che graffiava le nostre pelli e gli occhi sgranati per l'attesa.
-Putroppo, a seguito di un brutto incidente d'auto, il padre di Loraine é stato dichiarato morto e ora la ragazza é orfana. Non essendo ancora maggiorenne deve essere affidati alla comunità perció devi essere abbastanza matura da portarci la tua amica non appena la vedrai, capito Effy?- Quest'ultima esitó per un momento, ma poi decise che la cosa migliore da fare, non avendomi riconosciuta era di assecondare quel poliziotto e farlo andare via il prima possibile. Io intanto era entrata in uno stato confusionale, tanto che non mi accorsi dei seguenti minuti nei quali il poliziotto si congedó e Brent serró la porta, fino a quando Effy non mi abbracció e mi strinse a se.
Io non piangevo, non ci riuscivo, non provavo gioia, non ci riuscivo. Non riuscivo a fare niente, immobile, completamente abbandonata a me stessa. E sapevo perchè Effy mi stava abbracciando: non era per la morte di quell'uomo che tanto abbiamo odiato, ma per la comunità. Brent ci raggiunse e allargó le braccia stringendosi a noi, racchiudendo in quell'abbraccio tutti i problemi che avremmo dovuto affrontare insieme. Un uomo mi voleva morta a meno che non saremmo riusciti a trovare Michael e nel mentre dovevo cercare di non essere trovata dai servizi sociali. Cos'altro mi aspettava?

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