Brent di fianco a me si stava innervosendo e potei capirlo dalla sua respirazione irregolare e dalle vene sul suo braccio, sempre più sporgenti per via della pressione che stava praticando serrando i pugni. Anche Effy aveva preso una posizione di difesa e si era messa in piedi di fianco a Brent, come a volermi proteggere.
-Loraine, figlia mia.- Disse d'un tratto alzando lo sguardo verso di me.
Io ero ancora sconvolta, fissa su di lui, ma quando sentii che mi chiamò in quel modo mi irrigidì. Non dovevo essere debole, dovevo dimostrargli che nonostante tutto, pur essendo sdraiata in una stanza di ospedale, con mille flebo addosso, non avevo bisogno di lui. Non avrei più dovuto aver bisogno di lui. Quell'uomo per me era morto, dal momento in cui lo vidi incazzato dopo aver scoperto il mio segreto.
Avrei voluto alzarmi e andare dritto da lui, guardarlo e trasmettergli tutto l'odio che provavo, per poi mandarlo a fanculo e dirgli che per me lui non esisteva più e che avrebbe fatto meglio ad uscire da quella porta o l'avrei denunciato. Ma non potevo e non ci riuscivo, le mie condizioni abbastanza delicate me lo vietavano e questo era molto frustrante.
Decisi che la cosa migliore da fare era solo rimanere fredda e insensibile.
-Non provi a chiamarla così un'altra volta.- La voce di Effy regnò sul silenzio che aveva dominato la stanza da qualche minuto. Disse quella frase con disgusto, incurante del rispetto che si dovrebbe portare ad un adulto; molto probabilmente perché con quello che le avevo raccontato, anche lei ormai pensava che una persona così non meritasse rispetto.
-Non ti impicciare puttanella, non sono qui per parlare con te.- Sputò secco.
La vidi fare uno scatto, ma con la stessa rapidità Brent le prese un braccio e la bloccò sul posto.
Non aveva ancora detto niente e sapevo il perché: stava cercando di controllarsi e di trovare le parole giuste, anziché le botte giuste.
-Lei non è qui per parlare proprio con nessuno e non provi ad avvicinarsi a Loraine sennò giuro che il prossimo a passare da quel corridoio su una barella sarà proprio lei.- Contestò Brent con un tono un tono serio.
Furono pochi i secondi di silenzio ai quali seguì una fragorosa risata che echeggiò per tutte le mura della piccola stanza. Quell'uomo sembrava voler risultare sempre più odioso.
-Pensi di farmi paura ragazzino? Fino a prova contraria lei è minorenne ed è sotto il mio volere.- Rispose lui beffardo.
Io guardavo la scena da fuori senza farne parte seriamente. Era come se qualcosa mi bloccasse perfino dal parlare, come se le mie corde vocali si rifiutassero di funzionare e la mia mente non volesse saperne di cercare le parole giuste da dire.
Quello stupido macchinario alla mia destra non la smetteva di scandire i miei bip, che continuavano a velocizzarsi imperterriti. Il panico e l'ansia ormai si erano impossessati di me e non sarei riuscita a cacciarli via finchè quell'uomo non se ne fosse andato.
Purtroppo, non accennava nemmeno a muoversi.
STAI LEGGENDO
What's your story?
RomanceLa vita è imprevedibile. Da bambina pensi che tutto possa andare per il meglio e non vedi l'ora di diventare grande per poterti divertire, per uscire con le amiche e fare pazzie con i ragazzi. Ma, come ho detto, la vita è imprevedibile e non sapremo...