Elena lo fissava negli occhi con la passione che cresceva ogni secondo di più e prendeva posto all'odio che provava nei suoi confronti. La sua voce così sensuale suonava ancora nelle sue orecchie e nella sua mente come a volerla torturare.
Lasciati andare Elena.
Lo fissava incerta sul da farsi, mentre una mano di Stash finì per scostare i suoi capelli dal collo e sfiorarla piano con le labbra.
Togli quella maschera da dura che hai..
Per poco non si mise a ringhiare sentendo quelle parole. La sua non era una maschera, lei era davvero dura. Lei era davvero cattiva, lei era davvero un'assassina, era davvero una ragazza fredda, cinica e senza pietà. I ricordi dell'uccisione di una biondina fatto due sere prima ancora si presentavano vividi nella sua mente facendole ricordare chi era davvero Elena Gilmore.
..e abbandonati a me.
Quelle ultime parole risuonarono nella sua mente più feroci, facendole perdere nuovamente il senso. Trovò la sua richiesta molto eccitante, sentì tutti i muscoli tendersi al suono della sua voce così eccitante e sensuale. Si ritrovò a mugolare mentre le labbra del ragazzo lasciavano una scia di baci languidi lungo il suo collo e sotto la pelle morbida del suo orecchio. Rabbrividì visibilmente a quel contatto, la pelle d'oca si era ormai impossessata del suo corpo e il desiderio la stava sopraffacendo. Poi con uno scatto d'ira poggiò una sua mano sulla sua nuca e tirò forte i suoi capelli fino a che non si ritrovò con il viso di Stash rivolto verso l'alto. Lui ghignò, gli piacevano le ragazze intraprendenti, quelle aggressive.
-Dio, tu non hai idea di cosa ti farei adesso.- sussurrò lui mentre le sue mani si poggiarono prepotentemente sui suoi fianchi. Con forza riuscì a liberarsi della su presa e si morse le labbra mentre la guardava. La sua eccitazione, assieme a quella della mora, stavano crescendo, e si poteva notare come nella stanza i due ragazzi facessero scintille. Con un ginocchio separò le sue gambe e la spinse di più contro il muro mentre si spalmava su di lei. Non appena il ginocchio di Stash sfiorò la sua intimità, la ragazza si sentì quasi mancare. I suoi muscoli tesi ed eccitati non l'aiutavano affatto. Non appena sentì l'erezione del ragazzo crescere per poco non esplose.
-Non mi farai proprio niente.- lei digrignò i denti mentre le sue mani si poggiavano aggressivamente sui suoi bicipiti e li stringevano forte. La loro era ormai diventata una lotta erotica e nessuno dei due aveva la minima intenzione di perdere. Nessuno dei due aveva intenzione di cedere e di mollare per primo. Poi la mano di Stash s'intrufolò sotto la maglia sentendo la pelle della ragazza calda, le sue dita affondarono di più sulla sua carne, e la tenne ferma, inchiodata al muro.
-Ti ritroverai ad urlare il mio nome.- e la sua presa si fece più forte, più decisa sui suoi fianchi. Per un attimo lei sentì un dolore pungente, poi affondò le sue unghie nelle sue braccia. In quel momento dentro lei l'odio e la passione stavano combattendo una lunga lotta che l'avrebbero fatta cedere sicuramente.
-Ti odio.- sibilò lei mentre i loro sguardi si toccarono ancora una volta. Gli occhi di lui carichi di tensione erotica, gli occhi di lei pieni di odio e passione. La mano del moro si mosse sinuosa sotto la sua maglia e si poggiò sulla sua schiena, l'attirò a se stringendola più forte al suo corpo. Erano caldi e accaldati e la tensione cresceva lasciandoli quasi senza fiato.
-Tu mi vuoi.- riprese lui divertito mentre la sua mano accarezzava per intero la sua spina dorsale. Elena venne scossa da dei brividi e i suoi occhi scuri divennero quasi di un nero liquido. L'odio era sparito e l'eccitazione le stava annebbiando la mente.
-No.- convenne dura mentre la sua mano si poggiava nuovamente sulla sua nuca tirandogli i capelli. Stash di tutta risposta poggiò una sua mano sul suo sedere strizzandolo. I suoi polpastrelli sentirono quanto fosse sodo e perfetto, quanto fosse sexy. La desiderava con tutto se stesso e mille pensieri su come scoparsela presero la meglio su di lui.
-Elena, voglio sbatterti. Ora.- e la sua pareva quasi una supplica, una richiesta. In effetti lo era quasi, la sua erezione iniziava a fargli male stretta nei sui jeans. Fece per calarsi a leccare la sua gola, ma la ragazza lo precedette e leccò la sua gola come una vipera. Con una forza disarmante afferrò Stash ed invertì le posizioni, sbattendolo al muro. Lui con un sorriso soddisfatto si scosse per la botta e si ritrovò a fare cattivi pensieri su quello che avrebbe mai potuto fargli. Lei inchiodò le braccia del ragazzo ai lati della sue testa e lo guardò con aria di sfida, ma di sfida erotica. Aveva ceduto, ma per una volta probabilmente non si sarebbe pentita. Avrebbe fatto del buon sesso e avrebbe smesso di torturarsi una volta per tutte.
-Fammi ciò che vuoi.- Stash le fece un sorriso sghembo mentre con un piede sfiorava insistentemente una sua gamba, Elena sentì dei brividi di eccitazione esplodergli dentro e non avrebbe retto ancora per molto.
-Sei un bastardo.- mugolò mentre le sue labbra si impossessavano delle sue. -Un lurido e schifoso bastardo.- continuò mentre scendeva a leccargli la gola con avidità. Era golosa, molto golosa di quello che aveva davanti. Il corpo caldo e invitante di Stash avevano mandato all'aria tutto facendole perdere la cognizione di ogni cosa. Stash chiuse appena gli occhi deciso a gustarsi le sue attenzioni, e sentì le sue mani trafficare con la sua cintura e fu lì che lui perse totalmente il controllo.
-Dio, Elena! Toccami.- mugolò spasimante agognando le sue mani ad avvolgere la sua erezione. Le mani della mora si fermarono un attimo e guardandolo gli lasciò un morso sul collo che lo fece impazzire del tutto. Sapeva che se solo avesse continuato così sarebbe arrivato all'apice del piacere senza nemmeno averlo toccato veramente. Eppure quella ragazza lo stava facendo, lo stava uccidendo lentamente nell'agonia. Stanco di aspettare fu lui stesse ad afferrare il suo membro e portarlo finalmente fuori dai suoi pantaloni e dai suoi boxer, fece quasi un sospiro di sollievo non appena si liberò di quella stoffa che lo opprimeva. Lei si leccò le labbra famelica non appena notò la su erezione, che sbatteva inavvertitamente contro la sua gamba. Troppo occupata a fissare la sua eccitazione non si accorse che Stash ormai l'aveva afferrata e sbattuta al muro con voglia. Non ce la faceva più, la desiderava e subito.
-Stronzo.- sibilò lei non appena notò le labbra di Stash scendere sinuose verso la scollatura della sua maglia, e non appena sentì la mano del ragazzo avvolgere interamente un suo seno si lasciò andare ad un gemito strozzato. Stufo e voglioso sbottonò con una mano i suoi jeans intrufolandosi dentro, mentre torturava le sue labbra di morsi e il suo collo di succhiotti.
-Sono felice di farti questo effetto.- sussurrò lui sul suo collo toccandole l'intimità, e sentendo quanto fosse bagnata. Lei chiuse gli occhi e tutti i suoi muscoli si tesero al suo tocco. Sfilò le sue dita e le portò davanti gli occhi di lei, con lentezza succhiò piano i suoi polpastrelli, sotto lo sguardo sconvolto ed eccitato di lei, che ormai fremeva e bramava il suo tocco.
-Sei così buona...-convenne lui sfiorandole le labbra con un dito. Lei si arrese e tutte le sue barriere furono abbattute a quelle parole. Non avrebbe mai ceduto, ma lo fece.
-Scopami Stash.- si ritrovò a dire e il moro quasi non scoppiò a ridere di fronte alla sua preghiera. Sapeva che l'avrebbe portata all'esasperazione, sapeva che prima o poi avrebbe ceduto veramente, sapeva che non gli avrebbe resistito ancora per molto. Lui per tutta risposta poggiò la sua mano sul suo ventre e lentamente scivolò verso il basso, al centro della sua femminilità. Toccò con lentezza il suo clitoride ruotando il pollice su esso, lei si sentì quasi mancare.
-Ti piace?- chiese lui con voce eccitata. Continuò a roteare il pollice sul suo punto più sensibile fino a che il suo indice scivolò dentro lei.
-Oh mio Dio!- urlò lei senza un minimo di ritegno. Il suo viso si riempì di soddisfazione e di un sorriso bellissimo, mentre con un secondo dito affondava in lei con più forza. La rotazione del suo polso faceva dimenare convulsamente la ragazza che non desiderava altro che sentire il suo membro dentro se. Stanco e frustrato anche lui smise di toccarla in quel modo e con velocità fece scivolare verso il basso i suoi jeans che arrivarono dritti alle sue caviglie. Si inginocchiò a lei e con estenuante lentezza le sfilava i suoi tacchi e poi anche i suoi jeans. Si rialzò e con le dita fece scorrere piano le sue mutandine di pizzo e fu lei stavolta a disfarsene. Una mano sul suo fianco ad inchiodarla al muro, un'altra sul suo membro a stuzzicare la sua entrata. Fremevano entrambi tutte le volte che le loro intimità si sfioravano ed entrambi non vedevano l'ora di scoparsi a vicenda.
-Stash porca troia!- ululò lei in preda a degli spasmi. Poi senza aspettarselo si sentì penetrare con violenza. Stash la sfiorava con una mano il suo collo mentre con le labbra la stuzzicava. Dei gemiti sommessi giunsero alle orecchie di lui e la violenza con cui affondava in lei aumentava ogni secondo di più. Solo con lei, e precedentemente con Virginia, era riuscito a tirar fuori quel suo lato animalesco. E sentiva il bisogno di essere rude con lei, di possederla interamente con forza. Lei di tutta risposta urlava e si dimenava sotto la sua possessione. Odiava essere sottomessa in quel modo, ma l'eccitazione del momento le faceva scordare qualsiasi cosa. Stash era bravo, ci sapeva davvero fare e la stava uccidendo lentamente. Mentre affondava con forza pensò al fatto che finalmente la stesse possedendo, e che dopo anni era riuscito a scoparsela. Ghignò finalmente soddisfatto del suo lavoro e con un ultima spinta uscì fuori da lei e le venne sulle gambe. Dei sonori gemiti uscirono dalle sue labbra rosee mentre, Elena ancora insoddisfatta, bramava il suo tocco. Per non lasciarla così spasimante si inginocchiò a lei nuovamente e le sollevò una gamba. Le leccò l'interno coscia mordendola di tanto in tanto fino a che non giunse al suo punto e vi soffiò sopra. Lei inarcò la schiena si bagnò sotto lo sguardo lucido di lui.
-Se ti bagni ancora ti scopo di nuovo.- e sentì un calore nascere dentro e stanziarsi lungo la sua erezione nuovamente visibile. Poi senza aspettare ancora, con passione e decisione afferrò le sue grandi labbra e iniziò a succhiare beandosi del suo sapore. Lei iniziò a gemere incontrollatamente e sentiva la sua lingua circuirla e lasciarla senza fiato tutte le volte che le sfiorava l'apertura e si intrufolava dentro senza ritegno.
-Stash, Stash...- mugolò fino a che non sentì il suo orgasmo esplodere, allora urlò e si accasciò al muro scossa dai brividi che lui le aveva provocato. Lui si staccò e si leccò le labbra con gusto beandosi della sue espressione post orgasmo. Era soddisfatto di se e la faccia di Elena in quel momento era la sua paga. Poi si scostò e si sistemò nuovamente, prima di saltarle addosso un'altra volta. Lei dopo aver ripreso fiato afferrò le sue mutandine e i suoi jeans indossandoli nel silenzio assoluto. Elena indossò nuovamente i suoi tacchi e ancheggiando si sedette su una piccola sedia abbandonata nel buio. Era dannatamente combattuta con se stessa, aveva ceduto, si era mostrata interessata a lui quando in realtà era solamente in astinenza e voleva soddisfare i suoi bisogni.
-Ciao Elena, stammi bene.- la salutò lui con un ghigno malefico sul viso e sapeva benissimo che in quel momento si stava dando della stupida mentalmente e lasciarla a martoriarsi fra i suoi pensieri lo faceva stare terribilmente bene. Uscì con un sorriso sulle labbra mentre saliva in auto e si dirigeva verso casa sua. Durante il viaggio in macchina scoppiò a ridere come un ossesso ripensando a quello che era appena accaduto, un po' per l'euforia, un po' per il viso sconfitto di lei che si stava ormai dando della deficiente da un paio di minuti. Sul viso di Stash aveva ormai preso quel ghigno pieno di soddisfazione che non accennava a sparire e non appena rientrò dalla porta sul retro del suo night club i primi occhi che incontrò furono quelli scuri di Daniele.
-Perché cazzo sparisci così?-domandò una volta che il ragazzo ebbe messo piede dentro e si fosse accomodato nel suo ufficio con tranquillità. Daniele, era andato a cercarlo per informarlo delle effettive dimissioni di Virginia, ma bussando in casa sua nessuno gli aveva risposto e dopo essersi intrufolato, preoccupato per la sua salute, sbuffò infastidito per la sparizione di Stash.
-Avevo da fare.- disse semplicemente estraendo dalla tasca una delle sue sigarette. Le poggiò sulla scrivania e sorrise alle immagini di Elena dopo l'orgasmo. Daniele storse il naso a quella sua risposta, era da almeno due giorni che vedeva l'amico così sulle nuvole, così pensieroso e con quel maledetto ghigno stampato sul viso. Non aveva ancora ben chiaro chi fosse stato a ridurlo in quello stato, ma avrebbe approfondito le sue ricerche e si ripromise che l'avrebbe seguito non appena l'amico fosse scappato via un'altra volta senza dire nulla.
-Questo 'da fare'- mimò le virgolette con le dita. -per caso è una puttanella Stash?- domandò. Quel sorriso solitamente lo aveva dopo essersi fatto qualcuna, ma non riusciva a capire il motivo per il quale gli tenesse segreto una cosa del genere, visto che si era sempre vantato delle sue conquiste. Amava fare il gradasso e vantarsi dopo essersi scopato una delle solite sciacquette bionde.
-Forse.- sorrise mentre aspirava del fumo dalla sigaretta e non trovava nulla di meglio in quel momento che fumare dopo una bella scopata. Si era anche ripromesso di farla cedere più spesso, perché adorava la sua aggressività e amava da morire il suo viso sexy mentre godeva, impazziva per il suo seno e il suo sedere sodo, perdeva la testa quando la sentiva gemere sommessamente. Nella sua mente ripercorse nuovamente quell'avventura erotica avuta con lei e non poté fare a meno di eccitarsi e desiderarla nuovamente.
-Non ti stai mettendo nei casini, vero Stash?- domandò Daniele sinceramente preoccupato serrando le labbra in una sottile linea dura. Sia lui che Alex iniziavano ormai a pensare che ci fosse qualcosa che non andava e che sicuramente si stesse mettendo nei guai da cui poi non si sarebbe salvato da solo, come voleva far credere al mondo.
-No Daniè, non rompere il cazzo.- disse senza perdere il sorriso sulle labbra. Il moro sbuffò e si sedette di fronte a lui su una delle solite sedie rosse, le stesse che aveva anche dentro le salette privè del suo night club.
-Sto solo cercando di riprendere ciò che è mio.- riprese subito dopo, ricordandosi all'improvviso che avrebbe dovuto approfittare della debolezza momentanea di Elena per farsela ridare. Si maledisse mentalmente perdendo il suo solito sorriso e fece una smorfia.
-Giusto, il carico di Amsterdam,- sospirò scuotendo la testa. -Stash, non puoi fare tutto da solo.- quasi lo rimproverò e il moro sentendo il tono dell'amico scoppiò a ridere divertito e scosse la testa mentre una seconda sigaretta finiva fra le sue labbra con nonchalance.
-Stanne fuori Daniè.- ringhiò. Poi si accorse di aver esagerato e si sedette più comodo per guardare Daniele negli occhi.
-Nun te preoccupá, va bene? È tutto apposto e so già come fare per riavere ciò che è mio.- esalò prima di aspirare un terzo tiro dalla sua sigaretta. Pensò a quello che avrebbe fatto dal giorno successivo fino alla fine, fino a che non avrebbe riavuto indietro il suo carico di droga. Pensò ad Elena, e a tutte le volte che l'avrebbe portata a letto per puro piacere e per il suo, nuovo, dovere.
-Va bene, ma stai attento. Lo sai che se hai bisogno io e Alex, ma anche Manuel, ci siamo.- concluse alzandosi. Stash annuì e lo mandò via, a controllare l'andamento del suo club. Si sedette più comodamente sulla sedia e poggiò i piedi sulla scrivania mentre fumava. Poi la sua attenzione fu spostata su una piccola busta bianca. L'afferrò e se la rigirò fra le mani cercando di capire da dove provenisse. Dopo averla tastata per bene, si sedette composto e strappò la busta con impazienza. Fissò il foglio ripiegato in due parti e lo aprì inarcando un sopracciglio. Lesse riga per riga e solo dopo qualche istante capì che si trattava di una lettera di dimissione, poi ricollegò tutto quanto e pensò a Virginia. Rise ripensando a lei e a quello che avevano fatto assieme, magari avrebbe potuto richiamarla e divertirsi un po'.Cordiali saluti, Virginia Gilmore.
Finì di leggere e gettò il foglio sul tavolo ma qualche secondo dopo sgranò gli occhi, Gilmore? Deglutì a vuoto un paio di volte fino a che non mise assieme i pezzi del puzzle e riuscì a capire che si trattasse della sorella di Elena. Non si preoccupò, anzi, iniziò a ridere e l'unico pensiero che le venne in mente fu: 'mi sono fatto due Gilmore, ottimo lavoro Stash.' Rise ancora, fino a che non gli venne in mente qualcosa e allora il suo sorriso divenne un ghigno malefico, non vedeva l'ora di potersi vendicare e ora sapeva anche come farlo.
* * * Ciao ragazze :) grazie mille per i commenti, siete dolcissime !! Un bacione!