-Sei sempre il solito coglione, vai a farti fottere Fiordispino!- urlò dopo averlo sentito parlare con così tanta rabbia e freddezza. Si diede della stupida mentalmente per essersi lasciata andare così con lui, per aver ceduto alle sue provocazioni e per esserci finita a letto. Non era la prima volta, pur sapendo quanto fosse idiota e quanto poco intelligente fosse, eppure non era riuscita a non cedere di nuovo. Era impossibile per lei resistere di fronte a tanta bellezza, dovette ammettere a se stessa che avesse molto fascino e che ispirasse molto sesso.
-Giuro che non mi vedrai mai più, se solo osi avvicinarti ancora a me ti faccio fuori con le mie stesse mani. Chiaro?- urlò esasperata mentre tentava di rivestirsi. Andò alla ricerca della sua biancheria intima, correndo da una parte all'altra della stanza nervosa. Ma era soprattutto delusa da se stessa, era caduta nella sua trappola ancora una volta e si stava dimostrando davvero fragile ai suoi occhi. L'ultima cosa che davvero desiderava era mostrarsi così a lui, l'ultima cosa che voleva è perdere la testa per Stash Fiordispino, il ragazzo che avrebbe ucciso volentieri.
-Vattene.- ripeté freddo. Rimase immobile, con soltanto i boxer addosso, a fissare un punto indefinito della stanza, come se fosse perso nei suoi stessi pensieri. I baci dati ad Elena erano una chiara dimostrazione di debolezza. Non aveva mai baciato nessuna donna, nessuna ragazza, perché proprio lei? Quei pensieri frullarono nella sua mente ininterrottamente, senza dargli pietà. Aveva paura di innamorarsi. Quella parola gli faceva davvero paura, odiava provare tali sentimenti per qualcuno. Avrebbe perso tutta la sua virilità, sarebbe diventato troppo sdolcinato ed era davvero l'ultima cosa che desiderava. Voleva solamente rimanere lucido, freddo e razionale per poter continuare con i suoi sporchi affari e poter avere il controllo su tutto. L'amore l'avrebbe solo distratto e l'unica vera cosa per cui valeva la pena distrarsi era il sesso. Solo e semplicemente il sesso. E non sarebbe di certo stata Elena a cambiare il tutto. Era una donna come le altre, una da portare a letto quando ne aveva la voglia. Quei baci dati a lei significavano troppo. Aveva promesso a se stesso che avrebbe baciato solo la donna della sua vita, la sua futura ragazza. Ma non era proprio il tempo per pensarci. Spostò lentamente lo sguardo su Elena che tentava di rivestirsi, ma notò la sua agitazione dal modo frenetico con cui tentava di rimettere i suoi jeans. Era di spalle e non riuscì a non far cadere l'occhio sulle sue spalle e sul sedere. Chiuse gli occhi e respirò a fondo per evitare di saltarle nuovamente addosso. Elena le faceva un effetto davvero strano, in quel momento la desiderava da morire, ma desiderava mandarla via al più presto. Voleva rimanere da solo, con i suoi pensieri e le sue malefatte.
-Elena...- bisbigliò all'improvviso facendo un passo verso lei che si stava già infilando la maglia. Lei furiosa come non lo era mai stata si voltò dalla parte opposta dandogli le spalle di proposito. Poi si alzò e mise ai piedi i suoi tacchi pronta a sparire.
-Addio Stash. Ah, un'ultima cosa, manderò qualcuno per scovare mia sorella, non preoccuparti. E poi saranno cazzi per te, se solo vedo che le hai fatto qualcosa.- disse fredda e calcolatrice come era di solito. L'Elena dolce e carina con lui di poco prima era decisamente sparita. Era raro che lei fosse così con lui, ma evidentemente aveva sbagliato a farlo. Gliel'avrebbe fatta pagare cara anche per questo, e il suo sguardo furente diceva tutto.
-Elena, mi dispiace.- le parole di Stash fecero bloccare Elena esattamente sulla soglia della porta. Non aveva mai sentito Stash scusarsi, e non pensava minimante che ne fosse capace. Credeva che avesse bandito totalmente quella parola dal suo vocabolario, ma si sbagliava. Si voltò lentamente verso il moro, che sedeva sul letto con le mani sui capelli in gesto disperato. Era combattuto dentro se, non aveva voglia di mandarla via così, ma non aveva nemmeno voglia di mostrarsi debole. Eppure le aveva chiesto scusa, ci era riuscito, aveva ceduto. La lotta che avveniva dentro lo avrebbe distrutto, perciò decise di alzare lo sguardo incontrando quello stupito di Elena. Non riusciva davvero a credere che le avesse appena detto che gli dispiaceva. Non aveva idea se si stesse scusando per come si era comportato quella sera o per tutto quello che le aveva fatto passare in tutti quegli anni. Rimase a fissarlo senza riuscire a muovere nemmeno un muscolo, come se fosse paralizzata. Stash sospirò affranto, come se si fosse appena pentito di quello che aveva fatto. Non avrebbe dovuto chiederle scusa, eppure aveva paura di non rivederla mai più. Il ricordo del suo corpo, dei suoi gemiti sommessi invasero la sua testa e si diede dell'idiota mentalmente perché non era pronto a rinunciare a del sesso con lei. Non era pronto ad interrompere quel legame che aveva istaurato con lei. Che fosse di lotta, di sangue, di sesso non aveva importanza. Non voleva e basta. Desiderava solamente portarla a letto ancora, ancora e ancora.
-Vieni.- parlò poi all'improvviso il ragazzo, mentre se ne stava seduto sulla punta del letto. Non sapeva nemmeno lui cosa volesse fare in quel momento, ma sentiva l'esigenza di toccarla. Di sapere che lei sarebbe stata sempre a sua disposizione per altre notti, giorni, sveltine. Era sicuro di non provare assolutamente nulla per lei, se non attrazione fisica. Una donna così fredda e calcolatrice come lei, così simile al suo carattere, non sarebbe stata mai la donna ideale per lui. Forse in realtà non aveva un vero ideale di donna, sapeva solo che quello non era il momento per cercarne una. Elena si mosse lenta, fece due passi in avanti ma poi si fermò, come se avesse preso la scossa. Non voleva ricadere nella sua trappola, eppure guardandolo negli occhi non riusciva a cogliere altro se non disperazione. Stash era davvero molto disperato, e anche Elena notò il suo litigio interiore.
-Stash, mi sono rotta il cazzo dei tuoi giochi.- esordì lei ancora in bilico su una gamba, incerta se fare o no un passo avanti. A quel punto Stash si alzò e si avvicinò a lei, che fece automaticamente un passo indietro, come se avesse paura. In realtà voleva tenerlo a distanza, rischiava di cedere ancora una volta davanti al suo corpo nudo. E quella piccola distanza elettrizzava entrambi, come se ci fosse un filo condutture fra i due.
-Elena, sai benissimo che io da te desidero solo del sesso. Quindi, se ti tratto male, non puoi comportarti da fidanzatina offesa.- chiarì lui. Riacquistò immediatamente la sua sicurezza, smarrita per poco. Lei fece una leggera smorfia, come se la parola 'fidanzata' le facesse schifo e probabilmente doveva essere davvero così.
-Lo so bene, ma sei comunque un coglione. Le cose non cambiano Stash.- disse lei con freddezza fulminandolo con lo sguardo. In quel momento avrebbe tanto voluto prenderlo a schiaffi, o strangolarlo, ma sapeva bene che se solo l'avesse toccato non avrebbe resistito alla tentazione di poter assaporare ancora una volta la sua pelle.
-Sai bene che ti scoperei anche adesso, e sappiamo benissimo entrambi che mi salteresti addosso anche tu.- lo sguardo di Stash cambiò, si leccò le labbra guardandola con intensità, la voglia di possederla ritornò. Fece un passo avanti verso lei, che rimase totalmente immobile, lo guardò attentamente e poté notare ogni suo più piccolo cambiamento. Era decisamente ritornato lo stesso Stash di sempre, perverso e dannatamente sexy.
-So quanto ti costa ammetterlo, ma sei attratta da me.- disse ancora facendo l'ultimo passo avanti, azzerando quella piccola distanza che li separava. Elena lo guardò leggermente accigliata, e sentì all'improvviso le mani del moro sui suoi fianchi. Il calore delle sue mani si espanse per tutto il suo corpo lasciandola totalmente spiazzata.
-No...- riuscì a dire con voce fredda. Ma Stash notò immediatamente l'incertezza nella sua voce, nonostante fosse fredda e distante. Stash fece un mezzo sorriso beffardo, che fece storcere le labbra alla mora.
-Smettila di mentire a me e a te stessa, Gilmore.- si bagnò ancora una volta le labbra, ed Elena non poté che notare l'ennesimo suo gesto. Era decisamente troppo attratta da lui in quel momento. Non era solo il suo corpo caldo e nudo davanti a lei, era quell'aria da sbruffone, da cretino cronico che l'attraeva. Le piaceva da morire litigare con lui e poi sfogarsi facendo del sesso. Non aveva idea del perché trovasse eccitante litigare, desiderando persino di ucciderlo, e poi farci sesso. Era una delle cose più confuse e strane che le potessero capitare.
-Lasciami Stash.- mugolò tentando di non cedere. Venne invasa da brividi non appena le labbra di Stash si poggiarono sulla sua gola, scendendo sulle clavicole con una lentezza esasperante.
-Voglio solo scopare ancora.- sussurrò Stash sul suo collo, mentre con la lingua lambiva gran parte della sua pelle. Le sue parole parevano voler convincere se stesso, come se non fosse totalmente che fosse quello il vero motivo per il quale le stesse baciando il collo. Eppure, non c'era altra spiegazione se non l'attrazione fisica devastante che c'era fra loro.
-Devo andare...- tentò di spingerlo ma fu tutto inutile. Cedette non appena Stash succhiò la parte di pelle tra il collo e la clavicola. Gemette incontrollata e Stash non poté che sorridere soddisfatto.
-Non voglio che tu vada via.- sussurrò lui ancora una volta. Le sue mani vagarono per la sua schiena, facendole scorrere lente. Desiderava toccare la sua pelle, il suo corpo. La voleva ardentemente, voleva il suo corpo come non aveva mai desiderato altro. Quella mora gli scatenava una vera e propria tempesta ormonale dentro. Risvegliava tutti i suoi sensi assopiti, il suo istinto animalesco.
-Sei un bastardo, ti odio.- mugugnò lei chiudendo gli occhi. A Stash scappò una risata, che non riuscì davvero a controllare. Era incredibile come continuava ad odiarlo nonostante fossero andati a letto, nonostante lui la stesse toccando, eccitando ancora una volta.
-Vorrei solo ucciderti adesso.- indugiò sulle ultime parole, troppo presa dai baci che Stash stava dedicando al suo corpo. La spinse al muro facendole sbattere la schiena. Sussultò ma non protestò, le piacevano le persone violente, come lo era lei.
-Vorrei farti smettere di respirare.- sussurrò ancora. Sentì le mani del ragazzo trafficare con i suoi jeans fino a che non li sbottonò e una mano si intrufolò nelle sue mutandine tastando la sua intimità. Si lasciò andare a numerosi sospiri non appena il moro iniziò a farle delle carezze sul clitoride.
-Peccato che in questo momento sia tu quella che sta per smettere di respirare.- disse beffandosi della sua situazione. Adorava vederla così distrutta, ansante, scossa dai brividi di piacere e tutto solo per colpa sua. Adorava essere la causa della sua eccitazione, e poté constatarlo toccandole l'intimità, già bagnata per la sovreccitazione che stava coinvolgendo entrambi nuovamente.
-Smettila.- disse ancora, prima di sentir venire giù i jeans assieme alle sue mutandine. Respirò affannosamente non appena Stash le sollevò una gamba e la portò sulla sua spalla, la sua lingua bagnò le sue cosce rigide per poi passare a ciò che davvero voleva. Leccò la sua intimità già abbastanza turgida e non riuscì a fare a meno di affondare il viso in essa.
-Sei già pronta...vieni.- la tirò giù con uno strattone e si ritrovarono l'uno di fronte all'altro in ginocchio sul suolo freddo. Stash tolse di mezzo i suoi boxer e si dedicò a toccarla con le mani. La sua intimità sfiorava il ventre piatto della mora, che moriva dalla voglia di essere scopata da lui. Stash si sedette e la invitò a venirgli cavalcioni. Ubbidì senza emettere nessuno suono. Lo guardò negli occhi ed ebbe la voglia di baciarlo, ma non voleva dimostrarsi ancora più debole di quello che era già. Eppure, più debole di così non poteva essere. Però si arrese immediatamente non appena il moro la baciò sulla spalla, le tolse la maglia ancora una volta e sfiorò il suo seno con le labbra. Poi stanco, afferrò il suo membro e stimolò la sua apertura, lei si sentì quasi mancare. Con estrema lentezza entrò in lei, che prese subito una posizione più comoda e iniziò a spingersi contro lui. Il contatto fra i loro petti non faceva che farli eccitare. Il calore si espandeva sui corpi di entrambi, come se lo stessero scambiando. L'unica cosa udibile furono i loro gemiti strozzati, i continui urletti di Elena, e i suoni bassi e rochi provenienti dalla gola di Stash. L'aiutava nei movimenti spingendosi con più foga verso lei, il suo istinto animale era venuto fuori e non desiderava altro che poterla scopare fino a farle male. Odiava come Elena fosse calma e calcolatrice anche in quel momento, avrebbe tanto voluto vederla più aggressiva. Poi stanco si gettò con le spalle al suolo mentre Elena continuava a spingere senza smettere. Le mani di Stash finirono sulla sua schiena, sfiorandola prima con dolcezza, poi iniziò a graffiarla, desideroso di una sua reazione più violenta.
-Porca troia, smettila!- mugugnò lei infastidita dal suo continuo graffiare. In uno scattò lasciò un morso sul suo collo, per poi tornare eretta. Poggiò le mani sul suo addome e si aiutò nelle spinte. Il moro poggiò le mani sui suoi fianchi e spinse il bacino.
-Impazzisco così.- disse Stash afferrandola e sbattendola sotto di lui. Non riusciva più a controllare i suoi ormoni. Era totalmente coinvolto da quella ragazza, e la sua parte peggiore uscì fuori facendola urlare. La penetrò ancora con violenza, con forza. Poggiò le mani ai lati della sua testa ed iniziò a spingere facendole male. Urlò come una disperata a non riuscì ad opporsi a quella tortura. I suoni gutturali che uscirono dalle labbra di Stash le fecero capire che niente lo avrebbe fermato. Era violento e desideroso di poterla sfondare. Non desiderava altro in quel momento. Una scopata ad opera d'arte, come solo lui amava fare.
-Stash.- sussurrò, ma lo sentì raggiungere l'orgasmo e il suo liquido caldo la riempì completamente. La furia di Stash si calmò a poco a poco, fino a che non si abbandonò su di lei, che le poggiò le mani sulla schiena stanca quanto lui.
-Sei troppo scopabile Elena. Odio essere così attratto dal tuo corpo.- confessò ad occhi chiusi.
-Lo odio anche io, credimi.- disse rimanendo immobile in quella posizione, con lui dentro se, il suo viso poggiato sul petto e i battiti accelerati. Quelle confessioni sarebbero state parole dette al vento e che sarebbero rimaste chiuse in quelle quattro mura. Sapevano benissimo entrambi che una volta fuori, avrebbero negato a se stessi di essere così fortemente attratti l'uno dall'altra.
* * *
Camminò silenzioso con in mano un vassoio pieno di vario cibo, aprì con difficoltà la porta ed entrò. Ritrovò Virginia accucciata in un angolo del letto, con le lacrime agli occhi e i segni visibili.
-Virginia, che ti hanno fatto...- sussurrò con preoccupazione. Si avvicinò, poggiando il vassoio sul bordo del letto, sedendosi accanto a lei, che indietreggiò spaventata. Si chiuse ancora di più in se stessa, in una posizione fetale tremando come una foglia.
-Mi dispiace. È stato Alex, vero?- domandò provando a farle capire che lui non le avrebbe fatto nulla. Virginia non aveva capito nulla fino a quel momento. Si era fidata di Stash, ci era andata a letto, e come una stupida ci era andata fregata. Rimase silenziosa, in trepidante attese che andasse via, che la lasciasse da sola nei suoi pianti disperati. Non riusciva a capire cosa volessero da lei, non riusciva a spiegarsi del perché Alex si fosse accanito contro di lei in quel modo.
-Gli dirò di non toccarti più. Stai tranquilla.- promise lui. Si avvicinò come a volerle fare una carezza, ma lei si ritrasse indietro, rischiando di cadere dal letto e sbattere contro il comodino. Daniele l'afferrò per un braccio e la tirò su.
-L-lasciami.- lo implorò lei spaventata a morte. Temeva che da un momento all'altro potesse prenderla a sberle, proprio come aveva Alex qualche ora prima, fino a farle sanguinare nuovamente le labbra.
-Non voglio farti del male Virginia.- disse accigliato. Cercò di reprimere la rabbia che provò nei confronti di Alex. In quel momento avrebbe tanto voluto picchiarlo e fargli provare la stessa identica cosa che aveva fatto passare a Virginia. Sospirò non appena notò Virginia immergere la testa fra le sue gambe e chiudersi nella posizione di qualche attimo fa. Uscì dalla stanza diretto verso Alex, pronto a fargliela pagare per aver toccato Virginia.Ciao a tutte :)
In questo capitolo abbiamo uno Stash combattuto dentro se.
Secondo voi si sta innamorando? Mhh.
Ovviamente lascio a voi le conclusioni ;)
e Virginia? Povera, alla fine Alex l'ha picchiata e non si sa perché.
Ma parliamo di Daniele? Che è stato dolcissimo con lei :)
ora cerca vendetta però ;)
Che succederà ora?
Ovviamente saprete tutto la prossima volta
Vi adoro, grazie a tutte per i commenti, le stelline accese e i messaggi privati !
love ya, Debbi.
