Era quasi l'alba e nonostante non avesse dormito per niente, Stash prese la sua giacca e uscì come un fulmine dal night club, incaricando Alex di chiuderlo, sibilando ai due suoi amici di occuparsi di Giorgio. Sparì oltre le porte addentrandosi nel piccolo garage in cui teneva la sua auto mettendo in moto. Fece stridere le gomme sull'asfalto ritrovandosi a sgommare fra le strade di Milano. La rabbia nei confronti di Elena gli ribolliva nelle vene come veleno. Non sarebbe riuscito a vivere scappando, e non era nel suo stile farlo, piuttosto amava le sfide e anche quella volta l'accettò senza molti problemi. Si fermò proprio davanti a una piazzola a pochi metri da un enorme capannone e scese quasi saltando. I suoi passi veloci riecheggiavano nell'aria tranquilla della città, mentre teneva i pugni chiusi per la rabbia. Entrò senza farsi troppi problemi dentro vagando un po' a vuoto. Forse si era sbagliato, la ragazza non era lì, eppure quello era l'unico posto dove pensava di poterla trovare. Sapeva che solitamente lei rimaneva in quel capanno abbandonato a fare da guardia alla droga. Stash pensò anche che raggiungendo quel posto probabilmente sarebbe riuscito a farsi ridare quello che gli apparteneva.
Era quasi l'alba e nonostante non avesse dormito per niente, Stash prese la sua giacca e uscì come un fulmine dal night club, incaricando Alex di chiuderlo, sibilando ai due suoi amici di occuparsi di Giorgio. Sparì oltre le porte addentrandosi nel piccolo garage in cui teneva la sua auto mettendo in moto. Fece stridere le gomme sull'asfalto ritrovandosi a sgommare fra le strade deserte e assopite di Milano. La rabbia nei confronti di Elena gli ribolliva nelle vene come veleno. Non sarebbe riuscito a vivere scappando, e non era nel suo stile farlo, piuttosto amava le sfide e anche quella volta l'accettò senza molti problemi. Si fermò proprio davanti a una piazzola a pochi metri da un enorme capannone e scese quasi saltando. I suoi passi veloci riecheggiavano nell'aria tranquilla della città, mentre teneva i pugni chiusi per la rabbia. Entrò senza farsi troppi problemi vagando un po' a vuoto. Forse si era sbagliato, la ragazza non era li, eppure quello era l'unico posto dove pensava di poterla trovare. Sapeva che solitamente lei rimaneva in quel capanno abbandonato a fare da guardia alla droga. Stash pensò anche che raggiungendo quel posto probabilmente sarebbe riuscito a farsi ridare quello che gli apparteneva, ma avrebbe dovuto stare attento.
-Sapevo che saresti venuto.- la voce bassa e calda di Elena lo fece voltare, ma non vide nulla dietro di se. Si guardò ancora un po' intorno in cerca della ragazza che se ne stava nella penombra della stanza. Incrociò le braccia soddisfatta per essere riuscita ad attirarlo in quel capanno, compiacendosi di se stessa. Elena sapeva che lui sarebbe venuto immediatamente non appena lo avrebbe saputo. Aveva calcolato tutto quanto. In realtà non aveva messo nessuna taglia sulla sua testa, anche perché avrebbe dovuto prendersela con Michael, e a lei non venivano permesse certe cose. Desiderava vendicarsi e basta. Aveva fatto sapere a Giorgio della taglia sulla testa del ragazzo solo perché sapeva che, troppo stolto com'era, si sarebbe fatto trovare e glielo avrebbe riferito di sicuro. Aveva giocato d'azzardo ma aveva avuto ragione da vendere. Senza fare nemmeno il minimo rumore si avvicinò a lui colpendolo alla testa con un bastone, Stash si accasciò a terra portandosi le mani sulla testa. Avrebbe dovuto aspettarselo, ma si limitò a guaire per il dolore e strizzare gli occhi. Elena sogghignando afferrò i suoi polsi agganciandogli delle manette cosicché non sarebbe scappato.
-Sapevo che eri la solita puttanella.- sputò lui aprendo di poco gli occhi fissandola. Si ritrovò davanti il sorriso soddisfatto della mora che con il suo tacco 12 lo spinse verso il suolo facendolo capitombolare. Stash si accasciò ancora stordito per la botta presa prima, mentre lei, avvolta nei suoi soliti strettissimi jeans e nella sua piccola canotta scollata, si abbassò al suo livello per guardarlo meglio in faccia.
-Così impari stronzo.- le sputò sul viso e Stash fu costretto a chiudere gli occhi tentando di calmare la sua rabbia. Elena voleva vendicarsi di lui, del modo in cui la trattava con sufficienza, del modo in cui la toccava e pensava di farla sua. La mora era una ragazza parecchio permalosa e odiava essere trattata come una ragazza qualunque. Lei non era una ragazza qualunque. In realtà tutto quello che desiderava era prendere il possesso sul controllo della droga. Voleva essere lei quella che voleva diventare milionaria, voleva far fuori Stash e poi Michael e se ci fosse riuscita anche tutta la restante compagnia. Sapeva essere fredda, cinica e spietata quando voleva e se si metteva qualcosa in testa di sicuro ci sarebbe riuscita. Era rimasta all'ombra di Michael e Stash per anni, ma adesso era cresciuta e aveva le idee chiare su cosa fare e su cosa diventare. Se Stash era il re di Milano lei sarebbe stata la regina, ma senza il re.
-Sarei io quello che deve imparare? Fino a prova contraria qui sei tu quella a cui dovrei dare una lezione.- disse lui, mentre Elena lo scrutava dall'alto con aria altezzosa e stizzita. Conficcò il suo tacco sulla sua spalla voltandolo, facendolo cadere di schiena. Subito il viso del ragazzo venne illuminato dalla luce fioca del grosso lampadario appeso al soffitto, mentre lei se la rideva vedendolo così vulnerabile. Sapeva di aver colpito i punti giusti, sapeva anche che molto probabilmente non l'avrebbe mai toccata, ma per sicurezza aveva preferito tenerlo legato.
-Sta zitto.- disse lei torturandolo un po' col suo tacco. Stash si ritrovò a gongolare nel dolore che quel maledetto tacco gli procurava essendosi infilzato sul braccio sinistro.
-Cazzo Elena mi stai facendo male.- mugolò Stash mordendosi le labbra notando che la ragazza non fece altro che aumentare la pressione sul braccio. Partì una risata gutturale dalla sua gola facendola apparire cattiva, ed in fondo in quel momento lo era. Desiderava solamente conficcargli il tacco in gola e liberarsi per sempre di quel ragazzo. Ma prima desiderava divertirsi un po' con lui. E per divertirsi non intendeva farci del sesso, ma semplicemente fargli del male fisico. Stash la fissava mentre con tranquillità sfilava dalla sua giacca il suo accendino sollevando un sopracciglio. Che lui ricordasse Elena non aveva mai fumato, quindi dovette attendere per sapere a cosa le servisse. La mora estrasse qualcosa dalla tasca del suo jeans che però Stash non riuscì a captare per colpa del buio insistente. Elena accese la fiamma dell'accendino, sotto lo sguardo curioso di Stash, per poi portarvi un oggettino sopra. Il ragazzo udì uno scatto e non appena mise a fuoco ciò che aveva fra le mani si ritrovò a deglutire. Stava riscaldando la lama di un piccolo e affilato coltellino, facendolo roteare da una parte all'altra per bene. Per la prima volta Stash si sentì intimorito da quella ragazza. Non gli era mai capitato di sentirsi così, nemmeno quando a minacciarlo erano stati dei grossi uomini. Forse perché questa volta a sottometterlo era stata una donna, forse perché conosceva Elena e sapeva quanto potesse essere spietata. Stash non aveva mai commesso un omicidio, al massimo aveva fatto a botte, mentre Elena aveva ucciso due uomini, sotto comando di Michael. A Stash non era mai importato uccidere qualcuno, desiderava solamente essere un uomo ricco e avere tutte le donne per se.
-Non fare cazzate puttana.- disse lui non appena notò Elena quasi alla sua altezza. Lo strattonò un po' afferrandolo per il colletto della maglia fino a che non si ritrovò seduto. La testa gli pulsava e la vista non era una delle migliori, lei si accovacciò di fronte al suo sguardo ghignando malefica. Il profumo della ragazza gli entrò nelle narici inebriandolo, poi ricordò che lo stesso profumo era appartenuto anche a Virginia.
-Scusami cucciolotto.- disse lei facendo un finto broncio si avvicinò a lui pericolosamente sfiorando appena le sue labbra. Lasciò un morso sul suo zigomo facendolo ritrarre leggermente, ma notò che non aveva avuto l'effetto desiderato, anzi.
-Così mi ecciti Gilmore.- un piccolo sorriso furbo sfuggì dalle labbra di Stash facendo infuriare la ragazza che cadde in ginocchio fra le sue gambe. Poggiò la lama bollente sulla sua guancia strisciandolo lungo essa fino a giungere alla mandibola. Stash strinse gli occhi e digrignò i denti per il dolore causato dalle bruciature, iniziò a dimenarsi ma la ragazza lo afferrò per la nuca e lo attirò verso se per evitare che sfuggisse al tocco bollente della lama.
-Questo ti eccita eh?- disse a denti stretti. Questa volta girò la lama dalla parte tagliente facendola scorrere sulla mandibola, immediatamente iniziò a colare del sangue. Stash non avendo più via d'uscita agganciò le gambe alla sua vita portandola più vicina. Non appena i loro nasi si sfiorarono lui le morse il labbro. Immediatamente la ragazza schizzò indietro liberandolo dalla tortura.
-Non farlo mai più.- gli ordinò con lo sguardo che ardeva. Una sua mano finì per stampargli ben cinque dita sul volto finendo però per sporcarsi di sangue. La sua guancia si arrossò terribilmente a quel contatto, ma non arrendendosi fece lo stesso di poco prima. La strinse con le gambe tentando di avvicinarsi a lei col bacino. Si sporse in avanti in cerca delle sue labbra, come se in realtà tutto quello che gli stesse accadendo non facesse altro che eccitarlo. In quel momento nonostante lo stesse torturando la desiderava con tutto se stesso, era l'unica, oltre Virginia qualche ora prima, a far uscir fuori il suo lato animalesco. E poi era sicuro di allontanarla se si fosse dimostrato interessato al suo corpo. Ma ebbe l'effetto contrario. La mora in un raptus puntò il coltellino alla sua gola facendogli un piccolo taglio.
-Non osare mai più Fiordispino, o ti ritroverai senza testa.- disse tenendolo per i capelli. Lo lasciò andare strattonandolo e il ragazzo cadde nuovamente sulla schiena. Chiuse gli occhi sentendo il sangue scorrere lungo le sue guance e il bruciore delle ferite farsi presente.
-Gilmore, questa me la pagherai.- e detta da Stash suonava proprio come una vendetta. Lei ripose il suo accendino nella sua tasca per poi sparire nel fondo del capanno.
-Potrei scatenare una vera guerra, lo sai? E sono sicuro che Michael non è a conoscenza di tutto questo. Altrimenti sarebbe stato qui a godersi lo spettacolo.- continuò lui sicuro di se. In realtà voleva solo spaventarla o semplicemente stuzzicarla. Cercò di mettersi a sedere e con gran fatica vi riuscì notando la figura alta e snella della ragazza infondo al capanno illuminata da qualche timido raggio di sole.
-E sono sicuro anche che te la farebbe pagare se venisse a conoscenza di tutto questo.- aggiunse. Strofinò la guancia sul tessuto del giaccone che indossava per ripulirsi dal sangue sentendo però la pelle ledersi e andare a fuoco.
-Chiudi la bocca.- disse lei fredda come il ghiaccio voltandosi verso la direzione di Stash. Il ticchettio dei suoi tacchi risuonò lungo tutto il luogo angusto fino a che non fu nuovamente davanti agli occhi di Stash.
-Dirò tutto a Michael.- sputò lui guardandola con disprezzo. In realtà non avrebbe mai detto nulla a quel pezzo di merda, voleva solo spaventarla un po'. E per un attimo ci riuscì poiché negli occhi della ragazza comparve una nota di ansia.
-Le puttanelle come te dovrebbero stare in strada non a rompere i coglioni agli uomini che lavorano in questi giri.- disse ancora. Infuriata e colpita dalle sue parole si abbassò al suo livello facendogli un ulteriore taglio sulla stessa guancia. Stash urlò leggermente, poiché la lama affondò di più nella sua pelle.
-Bastardo.- sibilò a denti stretti. Afferrò nuovamente il pezzo di legno usato poco prima e diede una nuova botta al ragazzo che questa volta cadde stordito al suolo. La ragazza non si preoccupò, anzi, se fosse morto per lei sarebbe stato anche meglio. Si allontanò facendo echeggiare il rumore dei suoi tacchi lasciando Stash svenuto e sanguinante in terra.
Stash sbatté le ciglia più volte ma dovette richiuderli convulsamente non appena dei raggi di sole lo colpirono in pieno viso. Poi lentamente strisciò sul suolo ritrovandosi in un piccolo angolo in cui il sole non batteva permettendogli di aprire gli occhi. Aprì poco gli occhi rendendosi conto di trovarsi ancora nel magazzino di Michael. Subito si tirò in piedi, seppur con fatica, cercando di controllare i giramenti di testa. Notò del sangue sulla sua giacca e subito portò una mano sulla guancia toccando semplicemente del sangue asciutto.
-Merda.- imprecò. Si era fatto distruggere da una ragazzina di soli 20 anni, se solo lo avessero saputo in giro gli avrebbero riso in faccia. Scacciò quel pensiero e corse verso la sua auto. Si rese conto di avere anche un braccio dolorante, e solo poco dopo si ricordo del tacco conficcato su di esso. Sbuffò guardandosi allo specchio e notando in che pessime condizioni si trovasse.
-Quella puttana mi ha sfregiato il viso.- disse mentre con un fazzoletto tentava di ripulirsi dal sangue. Fece numerose smorfie di dolore accorgendosi di un taglio particolarmente profondo. Ricacciò indietro la rabbia afferrando il suo cellulare rimasto sul sedile della sua auto. Vi trovò numerose chiamate da parte di Daniele e Alex, qualcuna di Manuel, un altro che concludeva affari con lui e poi un messaggio.
Da Elena:
Fiordispino, vedi di non rompere mai più il cazzo o ti faccio fuori.Rise di fronte a quel messaggio. Non aveva la minima idea di che casino si fosse messa. Gettò il cellulare nuovamente sul sedile per poi mettere in moto l'auto e fuggire prima che qualcuno, come Michael o i suoi compagni, arrivassero al magazzino. L'auto sfrecciò in fretta sulla strada mentre una leggera pioggerellina si abbatteva su Milano. Cercò di fare il più in fretta possibile, poiché il dolore si era ormai fatto lancinante e il mal di testa sempre più forte. Non appena si trovò davanti al suo night club saltò giù dall'auto correndo all'interno dell'edificio. Corse su per le scale ritrovandosi nel suo appartamento.
-Merda Stash, che cazzo di fine avevi fatto?- chiese Daniele spuntandogli alle spalle. Il ragazzo non si curò di lui aprendo la porta di casa sua. Daniele notando di non essere considerato lo afferrò per il giaccone tirandolo in modo tale che si girasse, ma notò il sangue su di esso. Immediatamente pensò che avesse commesso un omicidio, precisamente che avesse ucciso Elena.
-Ma che cazzo hai fatto?- il moro nell'udire il tono preoccupato dell'amico si voltò e fu in quel momento che Daniele strabuzzò gli occhi notandolo in pessime condizioni.
-Niente, tranquillo.- lo liquidò voltandosi per entrare in casa.
-Stash, quelli non sono niente.- lo ammonì con tono grave. Il ragazzo sbuffò voltandosi guardandolo negli occhi e sperò di avere un superpotere in modo tale da farlo sparire all'istante.
-Degli ubriachi hanno tentato di rapinarmi, e mi hanno aggredito.- disse inventandosi una scusa sul momento. Il moro scosse la testa rassegnato dal fatto che non gli avrebbe mai detto la verità. Lo lasciò andare scendendo giù per le scale, mentre Stash si richiudeva la porta alle spalle. Corse verso il bagno cercando la cassetta dei medicinali, ma il suo cercare urgente venne interrotto da un rumore che le sue orecchie captarono. Silenziosamente si avviò verso la stanza da cui proveniva il rumore rimanendo sull'attenti.
-Che cazzo ci fai qui?Ciao a tutte!
Bene, passiamo subito al capitolo..mi piace un sacco questo.
Da qui potete capire quanto Elena sia spietata e senza scrupoli.
Non è la solita ragazzina che si lascia intimidire, infatti questa non è la solita storiella.
Povero Stash, Sono stata buona che non lo ha ucciso AHAHAHAHAH
no vabbè, altrimenti finiva la FF già al terzo capitolo.
Good. Che ve ne pare? Ci tengo da morire al vostro parere.
vi ringrazio per le prime recensioni che mi avete scritto :)Al prossimo, Debbi.
