-Smettila. Sta zitta!- le urlò contro. In un primo momento temette che potesse farle del male, poi scoppiò a ridere. In quel momento aveva la forza psicologica su lui. Poteva semplicemente distruggerlo in quel modo. Rimasero l'uno di fronte all'altra a guardarsi in cagnesco, come se stessero intraprendendo una sfida, che nessuno dei due aveva voglia di perdere.
-Ho ragione Stash, tu hai perso, io ho vinto.- ribadì con un sorriso. Tentava di disintegrarlo, di fargli perdere il senno. Sapeva che sarebbe stato difficile, di solito lui era un tipo che ragionava. Il ragazzo tentò di mantenere la calma ma fu difficile. Più Elena gli girava attorno e lo provocava più aveva voglia di farla stare zitta. L'afferrò per gli avambracci e la sbatté violentemente al muro. Elena sussultò, ma tentò di rimanere lucida, di non farsi prendere dal panico. Gli sorrise spavaldamente nascondendo la palese ansia che l'attanagliava. Ultimamente non era più sicura di nulla, tutto quello che aveva costruito per anni, tutta la sicurezza, la spavalderia vera e propria era sparita. Sgretolata quando aveva saputo di Mattia.
-Smettila di fare la puttanella.- i suoi occhi inchiodarono quelli scuri di Elena e fu in quell'istante che smise di ridere. Odiava essere definita con quel termine, forse lo era stata. Era andata a letto con molti uomini qualche anno fa, ma adesso lo aveva fatto solo con lui. Meritava di definirsi tale? Era quello che si domandava da tempo.
-Tu smettila di fare il coglione.- ghignò nuovamente. Sentì le budella contorcersi non appena sentì i polsi schiacciati al muro dalle mani di Stash. Il moro si curò di non toccare affatto la benda, non avrebbe voluto infierire in quel modo. Era incazzato ma non voleva davvero farle del male, lui non ne era capace.
-E lasciami, idiota.- digrignò i denti ma a Stash non fece nessun effetto. Ciò che ottenne fu una forte pressione. Schiacciata contro la parete della sua stanza sentì il corpo caldo del ragazzo. Era rigido, poteva sentire i suoi muscoli tirati, nervoso. Rimase totalmente immobile, come se muoversi le costasse fatica, Stash la osservava da sotto le sue ciglia.
-Perché dovrei?- domandò, improvvisamente la voglia di tirare fuori la tigre che c'era in lei, prese il sopravvento. Non aveva idea del perché, ma era da troppo tempo che non la toccava, che non la sentiva sotto di sé, su di sé. Da troppo tempo non sentiva il calore del suo corpo, in quel momento fu tutto ciò che desiderò. La sua evidente scollatura prese posto alla sua visuale, fissava famelico il suo seno. Era passato da incazzato nero a voglioso.
-Perché....perché lasciami e basta.- disse senza la minima voglia di parlare. Non aveva parole, improvvisamente si sentì svuotata da ogni cosa. Notò lo sguardo di Stash, sentì il suo corpo muoversi sensuale contro il suo. Non perse tempo per farle sentire la sua erezione, che ormai iniziava a farsi evidente.
-E se non volessi?- la provocò. Non perdeva di vista ogni sua mossa, ogni sua reazione. Era deciso più che mai a studiarla, voleva farla cedere. Come al solito. Lui c'era dentro a quella storia di Mattia, ma non lo aveva ucciso, non era lui il vero colpevole. Gli piaceva vedere Elena incazzata, ma non così tanto da odiarlo, da dimenticarsi delle fantastiche giornate passate a letto, o a terra o in qualunque altro posto.
-Stash.- lo inchiodò con lo sguardo ma servì a poco. Stash non si mosse di un solo centimetro, si schiacciò di più contro di lei fino a far scontrare i loro petti. Sentire il seno della mora da sopra il tessuto lo fece eccitare. Era davvero da troppo tempo in astinenza. Non era riuscito a scoparsi nessuna, i drammi che gli giravano attorno non glielo avevano permesso.
-Elena. - disse allo stesso modo. -Il tuo letto sembra comodo.- la sua voce divenne più morbida e più sensuale. Il suo sguardo puntò la trapunta pulita e profumata del letto di Elena, dietro di lui. La ragazza sentì il basso ventre andare a fuoco, non riusciva mai a resistere alla voce così erotica del moro, non avrebbe mai resistito a uno come lui. Mai.
-Lo è.- si ritrovò a dire senza nemmeno volerlo. Stash le fece un mezzo sorriso sghembo e l'afferrò per un polso trascinandola verso esso. La moretta provò a liberarsi della presa ma fu tutto inutile. Si lasciò trascinare dal ragazzo mentre si perdeva nelle sue iridi scure. Erano una tentazione, il suo corpo caldo lo era. La sospinse sulla trapunta e con lentezza si sistemò su di lei, come se volesse essere sicuro di quello che stesse per fare. Baciò il suo collo, leccando con lentezza esasperante la sua gola. Gli piaceva farla impazzire, continuò a ripetere lo stesso meccanismo fino a che non iniziò a sentire il respiro pesante della mora. Elena dal canto suo, aveva ormai ceduto, si era abbandonata completamente a lui, troppo vulnerabile per non farlo.
-Vorrei tanto farti venire solo toccandoti.- le sussurrò alle orecchie. Lei si contorse sotto al suo corpo, strisciando inavvertitamente contro la sua erezione. Non riuscì a contenere i propri sospiri e Stash sorrise fra sé, era contento di farle effetto. Una mano s'insinuò sotto alla sua maglia fino a raggiungere il suo seno sodo.
-Cazzo.- disse mentre sfiorava il tessuto del reggiseno. Era più eccitato del solito, la desiderava da morire e a confermarlo era la sua erezione che sbatteva contro la femminilità della ragazza. Non perse molto tempo, non ne aveva voglia; sfilò la maglia ad Elena gettandola sul letto. La guardò come si guardano le cose di cui si ha voglia e si avventò sul suo petto. Elena imprecò qualcosa che non arrivò alle orecchie del moro e immerse le mani fra i capelli scuri del ragazzo. Andò a sbottonare il reggiseno della ragazza ma si imbatté nel tessuto della garza. Si alzò tirandola su con sé e inginocchiato sul letto le girò attorno. Spostò i capelli della ragazza sulla spalla destra mentre con le dita sfiorava quella sinistra, su cui giaceva la grande garza.
-Stash, sta fermo.- ma non ebbe nemmeno il tempo di dirlo che sentì le mani del ragazzo staccare lo scotch dalla pelle. Chiuse gli occhi e lo lasciò fare. Il moro si sedette dietro di lei allargando le cosce e facendola stare fra esse. Con le labbra sfiorò il suo collo, non riuscendo a resistere all'impulso di sfiorare quella pelle così morbida, profumata e invitante.
-Per favore, non toglierla.- chiese con voce spezzata dall'eccitazione. Stash non l'ascoltò e con lentezza strappò parte per parte il tessuto. Piano piano iniziò a scoprire cosa nascondesse e quando capì si bloccò.
-È un tatuaggio.- disse facendo un sorriso. Lei sospirò, non era molto sicura di fargli sapere cosa nascondesse. Non voleva fargli sapere della tigre. Non aveva senso nascondersi ormai, curvò di poco le spalle per potergli permettere di toglierla del tutto, era curiosa anche lei di vedere come fosse venuta. Stash leccò sotto al suo orecchio per poi continuare a strappare lo scotch.
-Cazzo Elena, una tigre.- non appena notò l'animale torreggiare sulla sua spalla rimase completamente senza parole. Era stato lui stesso a consigliarglielo e lei lo aveva fatto. Era la cosa più eccitante che potesse vedere su quel corpo immacolato.
-Quanto mi eccita questa cosa.- disse dando sfogo ai suoi pensieri. Sganciò il suo reggiseno e lo fece scivolare via, i suoi palmi si poggiarono prepotentemente contro i suoi seni e iniziò a tirarle i capezzoli. Le sue labbra non smettevano di sfiorare con insistenza la sua spalla sinistra, il tatuaggio, il suo collo. Era eccitato, quel gesto lo faceva sentire diverso, bene.
-Voglio scoparti la bocca.- sussurrò. Il suo lato animalesco iniziò a venir fuori, più guardava quel tatuaggio più credeva di aver ragione su di lei.
-E non solo.- disse ancora. Il suo fiato caldo sbatté contro la pelle della ragazza che rimase totalmente scombussolata dalla sua voce roca. Era persino più eccitante del solito. Una sua mano si poggiò sull'asola del jeans e lo sbottonò. Intrufolò la mano dentro sentendo quanto Elena fosse eccitata. Sfiorò il tessuto delle sue mutandine facendola contorcere per il piacere. Non perse tempo: la sua mano passò sotto alle mutande ed iniziò a toccarla freneticamente. Le sue lunghe dita stimolarono il suo clitoride fino a farla urlare un po'.
-Voglio sentirti.- disse lui. La mora rimase in silenzio, ma non per molto. Non appena sentì le dita del moro sulla sua apertura iniziò ad ansimare senza alcun ritegno. Aveva una voglia matta di lui, di sentirlo dentro di sé, di potersi beare del miglior sesso mai fatto.
-Sai cosa vorrei farti?- domandò mentre le sue dita presero a circolare dentro la sua intimità. Lei annuì senza riuscire a far uscire una sola parola dalla bocca. -Vorrei tanto scoparti la bocca, sentirti gemere mentre lo fai. Vorrei che le tue manine da fata mi toccassero il cazzo. Vorrei entrare in te senza pietà e farti del male. Perché a te piace violento, non è vero?- domandò mentre affondava le dita in lei. Elena iniziò ad emettere rumorosi gemiti che sembrarono musica per il ragazzo.
-Quanto sei bagnata.- disse infine prima di iniziare a far ruotare il polso per donarle più piacere. Lo scopo del ragazzo era farle raggiungere l'orgasmo solo in quel modo. Elena si appoggiò contro il suo petto e chiuse gli occhi in attesa che l'orgasmo arrivasse e la travolgesse. Quelle lunghe dita la stavano mandando al manicomio. Ci sapeva fare troppo e lei ci cascava sempre.
-Devi smetterla di sedurmi in questo modo. Ti prego fa qualcosa o impazzisco. Ho bisogno di sentirti dentro. Voglio sentirti Stash!- urlò. Il ragazzo sorrise e rise di lei, della sua voglia. Amava sentire le donne supplicarlo, amava quando a farlo era proprio la sua Elena.
-Sei proprio sexy quando ti ecciti, piccola.- leccò il suo orecchio fino a che non sentì i muscoli della sua femminilità irrigidirsi attorno alle sue dita.
-Porca puttana!- urlò mentre si lasciava andare ad un orgasmo travolgente. Stash portò alle labbra le dita utilizzate e le leccò sotto lo sguardo attento della ragazza.
-Ora dovrai fare qualcosa tu per rimediare.- indicò la sua evidente erezione con un sorriso. Si inginocchiò di fronte a lei mentre le afferrava una mano e la poggiava sul cavallo dei suoi pantaloni. La mora si morse le labbra e strofinò il palmo aperto contro il tessuto. Si distese sul letto e aspettò che la ragazza facesse qualcosa. Rimase a guardarlo qualche secondo finché non si decise a privarlo dei suoi jeans. Li fece scorrere lentamente per poi farli cadere sul pavimento. Lasciò un morso sulla sua coscia, facendolo ridere di gusto. Di colpo calò i suoi boxer scoprendo l'evidente erezione.
-Forza tesoro, datti da fare.- la voce roca e possente del ragazzo non fece che spingere la ragazza a sfiorare con le labbra la sua punta turgida. Stash mugolò in apprezzamento ed intrecciò le dita sulla nuca della ragazza spingendola più a fondo. Desiderava con tutto sé stesso che facesse qualcosa, che non lo provocasse e basta. Ebbe un fremito non appena sentì la lingua di Elena lambire la sua erezione. Rimase immobile attendendo di più, voleva solamente che lo prendesse fra le labbra.
-Stai fermo con quelle mani, o sarò costretta a legarti.- disse lei ammonendolo. Odiava quando veniva forzata, costretta a fare qualcosa. Voleva essere libera di fare tutto come le pareva. Stash con un mezzo sorriso alzò le mani e le poggiò sui suoi fianchi. Elena strinse l'erezione fra le mani giocandoci un paio di secondi, poi l'afferrò e la portò alle labbra. Pompava con decisione, mentre a Stash prudevano le mani, smaniava dalla voglia di poterla toccare, di poter determinare il suo movimento. Gemiti sommessi uscirono dalle labbra del moro che non resistette e accarezzò i capelli della moretta che grugniva di tanto in tanto.
-Aspetta.- disse lui. -Non voglio venire così, voglio scoparti, Elena.- la ragazza si staccò e lo guardò negli occhi. Ardevano, come i suoi. Erano fuoco puro, e avrebbero infiammato chiunque. In quel momento Elena desiderò bruciarsi, lo desiderò con tutta se stessa. Gattonò fino a giungergli a cavalcioni e sfiorò la sua mascella con le dita. Stash seguiva con gli occhi ogni movimento della ragazza senza muoversi di un centimetro. Sentiva l'incessante bisogno delle sue mani addosso e quando Elena si disfò della sua maglia sorrise. Poggiò le labbra sul suo petto e lasciò dei piccoli baci ovunque, Stash perse la ragione. L'afferrò per i capelli e l'attirò a se con forza.
-Piano, cretino.- disse lei a bassa voce. Non riuscì a darsi una risposta ma la baciò. Sentì per la prima volta la vera consistenza delle labbra della mora. Morbide, sottili, gustose. Non riuscì ad evitare di morderle, di farle sue davvero. Elena ricambiò, chiuse gli occhi e si lasciò travolgere dalla meravigliosa sensazione delle labbra del moro. Non era mai stata baciata con così tanta passione, con così tanta cura. Si staccò da lei e la fissò, si morse le labbra senza fiato. Non riusciva a credere di essersi privato di una cosa così bella per tutto quel tempo.
-Allora, passiamo al sodo o mi vuoi scopare solo con lo sguardo?- domandò Elena con divertimento. Stash si riscosse e la gettò sotto al suo corpo. Sfilò i suoi jeans e le sue mutande per poi baciarle il ventre. Si disfò dei suoi jeans rimasti a metà ginocchio per poi posizionarsi fra le gambe della moretta. Con una lunga scia di baci umidi risalì fino al collo lasciandole numerosi morsi. Elena smise di ridere, lo guardò e si lasciò andare. Graffiò la sua schiena e non aspettò altro che sentirlo dentro.
-Ti odio, ma ti voglio. Cosa mi fai Stash? Perché mi attrai così tanto?- ammise mentre il moro giocava con la sua entrata. Si divertiva a vederla agonizzante, eppure anche lui stava impazzendo. Avrebbe tanto voluto vedere quella dannata tigre tatuata sulla sua spalla ma dovette accontentarsi della versione paradisiaca della ragazza. Sorrise fra se a quelle parole, era sempre stato sicuro di quello che faceva alle donne. Sapeva di stregarle e finalmente ci era riuscito anche con lei.
-Nessuno mi resiste, nemmeno tu tesoro.- disse mentre leccava il suo seno. Elena inarcò la schiena e spinse il bacino in cerca della sua eccitazione. Non resisteva più, stava davvero impazzendo. Stash le concesse uno sfioramento ma si tirò subito indietro. La mora si lamentò.
-Non farti pregare, cazzo.- digrignò i denti e artigliò le sue unghie sui fianchi candidi del ragazzo.
-Mi piacerebbe sentirti pregare...- disse sussurrando. La ragazza storse il naso, odiava quando giocava in quel modo.
Lo spinse contro di sé in cerca di qualcosa di più. Sorrise contento e la prese in contro piede entrando in lei con violenza. Elena sollevò di poco il bacino e si morse le labbra per non urlare. Stash non perse tempo, affondò in lei senza nessuna pietà.
-Violento.- le ricordò. -Come piace a te.- disse prima di immergere il viso fra i suoi capelli e reggersi sulle braccia per poter andare più a fondo. Elena strinse le cosce attorno ai suoi fianchi aiutandolo con i movimenti.
-Violenta.- sibilò in cerca d'aria. -Come piace anche a te.- lo morse sulla spalla per poi lasciarsi andare completamente. Sentì Stash imprecare e gemere forte, fino a svuotarsi completamente dentro lei. Rimase disteso su di lei prendendo aria, ne aveva bisogno.
-Non credere che questo basti. Ucciderò ugualmente Alex e te.- disse. Stash rise, non riusciva a prendere sul serio le parole della ragazza. Soprattutto se era reduce di un orgasmo. Rimasero in silenzio per un po' finché non lo spostò.
-Ora vattene, se ti vedono uccidono te e poi me.- disse con aria annoiata. Si rivestì in fretta e attese che anche il moro, ancora steso sul suo letto, facesse lo stesso.
-Okay bambolina.Si era pentita di esserci ricascata, ma non riuscì a fare a meno di giustificarsi. Non era colpa sua, quel ragazzo aveva la capacità di farla cadere nel baratro più assoluto. Bastava guardare i suoi occhi e avrebbe fatto qualsiasi cosa. Come poteva smettere? Come poteva non esserne attratta? Eppure lo odiava, sentiva l'odio crescere. Quella M ancora fasciata sul suo polso non faceva che farla sentire in colpa, stupida e sperava che fosse Mattia stesso a punirla di quel gran casino. Per il momento sperava che Alex uscisse fuori e potersi prendere la propria vendetta. La pistola che aveva preso dallo studio di Michael, bruciava nella tasca interna del giubbino che indossava. Si trovava appostata dietro ad un angolo angusto solo in attesa di quel ragazzo. Voleva farlo soffrire, non era disposta ad ucciderlo e basta.
-Ma porca puttana, non si può mai stare tranquilli.- sentì la voce del ragazzo discutere con qualcuno che non conosceva, ma sapeva che faceva parte della combriccola di Stash. Rimase in silenzio, mano alla pistola e sguardo di fuoco sul ragazzo. Istintivamente digrignò i denti e la rabbia prese il sopravvento dentro lei.
-Aspetta...- disse l'altro ragazzo.
-Cosa?- domandò Alex. Il ragazzo tese le orecchie e Alex lo guardò interrogativo.
-C'è qualcuno.- disse infine guardandosi attorno. Alex fece lo stesso senza scorgere nessuno. Fece pochi passi avanti e si bloccò non appena notò una ciocca mora da dietro l'angolo. Elena imprecò mentalmente e decise di venir fuori. Sarebbe stato difficile due contro uno, si preparò psicologicamente a qualsiasi cosa. Sapeva di poter morire ma non le importava, probabilmente sarebbe stata la giusta punizione per quello che aveva fatto a Mattia.
-Ciao Alex.- disse. Pistola alla mano e cuore che batte all'impazzata. Assumere un atteggiamento disinvolto era la miglior cosa da fare in quell'occasione.
-Ciao tesoro.- disse lui. Il ragazzo al suo fianco si avvicinò ma Elena gli puntò addosso la pistola facendolo arretrare immediatamente.
-Non chiamarmi così, figlio di puttana.- digrignò i denti e sentì le lacrime arrivarle agli occhi al solo pensiero che Mattia fosse morto per mano di quel lurido ragazzo che aveva di fronte. Il ragazzo, notando la distrazione della mora, si avvicinò fino a raggiungerla ma un colpo di pistola partì diretto al petto. Il ragazzo cadde al suolo senza vita.
-Non osare mai più farlo o finirai come il tuo amico.- Alex si accigliò. Non credeva che fosse davvero capace di tanto. Aveva solo sentito delle voci su di lei ma non pensava che fosse davvero così fredda e cinica.
-Devo ucciderti lo stesso ma non voglio togliermi subito il divertimento.- disse con la rabbia che scorreva nelle vene. Il ragazzo tentò di fare un passo indietro ma Elena lo colpì alla gamba. Urlò dal dolore e si accasciò a terra agonizzante. La maledì più volte ma lei rise. A quel punto si avvicinò al ragazzo e conficcò un tacco sulla gamba ferita, il ragazzo urlò più forte.
-Questo è per Virginia.- disse lei.
-Ti prego, non farlo. Cazzo Elena!- urlò in preda al dolore acuto che il tacco gli procurava, e il colpo di pistola pulsava e bruciava. La ragazza infierì e non gli bastò, lo colpì con un ennesimo colpo al braccio. Alex urlò ancora, chiuse gli occhi e si sentì dannatamente male. Le forze iniziavano ad abbandonarlo.
-Questo è per Daniele.- non aveva idea del perché, ma sapere che fosse stato la ruota di scorta, il meno importante all'interno di quella banda la faceva arrabbiare.
-Falla finita! Uccidimi, ti prego!- chiese non riuscendo più a sopportare il dolore. Iniziò a sputacchiare sangue e si tenne la ferita al braccio con le mani.
-Voglio giocare.- disse lei tranquilla alzando le spalle. Il ragazzo chiuse gli occhi e si sentì spintonato da un tacco.
-Voglio che tu soffra come ha sofferto il mio Mattia. Voglio farti soffrire, implorare pietà, voglio farti morire lentamente in una pozza di sangue, voglio che tu sia agonizzante. Voglio che ti odi, che odi il mondo e la tua vita patetica.- un sorriso cattivo e tutto ciò che fece fu estrarre il coltellino dalla tasca dei jeans e avvicinarsi al viso del ragazzo. Per Alex parvero minuti interminabili, iniziava davvero ad odiare la sua folle vita.
Ciao ragazze :) allora, come potete vedere qui Stash passa dall'essere
incazzato nero a voglioso ed è Elena che gli fa questo effetto.
Lo stesso vale per la mora che non resiste al suo fascino.
Chi ci riuscirebbe d'altronde? Ahahaha
Ma poi, parliamo del bacio.
STASH LA BACIA.
Ricordate cosa pensava dei baci, vero? ;)
Tutto si complica. eh sì.
A fine capitolo vediamo la nostra Elena di sempre.
Incazzata e vendicativa.
Vuole far soffrire Alex e se lo merita
Ma chissà se lo ucciderà o semplicemente lo lascerà morire
o se si pentirà. Mah!
Non dirò nulla ;)
Ovviamente lo vedremo presto. Credo comunque che non ci saranno
ancora molti capitoli, quindi beh, preparatevi.
Vi ringrazio davvero tanto per i vostri commenti
un bacio, Debbi.
