Chapter Four.

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La figura alta e slanciata di Virginia si voltò di scatto non appena udì la voce roca e dura di Stash. Si alzò dalla sedia su cui stava comodamente seduta per andare incontro al ragazzo, che ancora sulla porta, la fissava ammirato. Nonostante fosse vestita, nonostante non avesse più quel completino molto succinto e sexy, la trovò bellissima ed attraente. Stretta nella sua camicetta e nei suoi jeans rigorosamente Liu Jo, Stash la fissava quasi con la bava alla bocca e avrebbe tanto voluto poterle togliere quel rossetto rosso che le contornava le labbra, su cui si era ritrovato a fantasticare.
-Dio Stash, che ti hanno fatto?- domandò lei avvicinandosi al ragazzo cercando di constatare quanto profondi fossero i suoi tagli. Non appena Virginia fu a qualche passo da lui, Stash si tirò indietro, odiava farsi toccare il viso, soprattutto quando lo aveva sfregiato. Non si era mai trovato in una situazione come quella, a scuola gli era capitato di fare a botte, ma ne era sempre uscito con un occhio nero, al massimo con un po' di sangue uscito fuori dalle sue gengive, o dal naso.
-Nulla che ti riguardi.- rispose scansandola. -Come sei entrata?- chiese alzando un sopracciglio mentre si dirigeva verso il bagno. Si guardò allo specchio notando le sue pessime condizioni. La cosa era peggiorata ulteriormente, il suo taglio più profondo aveva ricominciato a sanguinare sporcando il suo viso, la sua gola e anche il suo giaccone. Si disfò di quell'indumento introducendolo dentro il cesto dei panni sporchi per poi passare a sciacquare il viso. I tagli gli resero quasi la vita un inferno, sentì tutta la pelle bruciare ritrovandosi a guaire di dolore.
-Sono venuta nel tuo ufficio ma Alex mi ha spedita qui, è rimasto con me fino a 10 minuti fa, poi è dovuto andare via.- disse ritrovandosi alle spalle del ragazzo. Era ormai normale per Stash che i suoi due amici avessero le chiavi di casa sua, erano utili in caso di emergenza, e quella non era uno di quei casi. Probabilmente avrebbe fatto una lavata di testa a Alex dopo.
-Cosa vuoi?- chiese mentre fissava la sua figura dallo specchio, la ragazza si mosse fino ad affiancarlo. Emise un piccolo gemito di dolore e strinse i denti per evitare di urlare di dolore, aveva seriamente bisogno di fare una visitina in ospedale. Ed entrambi in quella stanza ne erano consapevoli.
-Lascia fare a me.- tentò lei. Stash si scansò, non aveva la minima intenzione di farsi toccare. Era una cosa che odiava da morire, nessuna ragazza con cui era stato gli aveva mai sfiorato il volto, mai nessuno. E se ci avevano provato il moro le mandava via.
-No, faccio da solo.- prese un piccolo batuffolo di cotone e lo bagnò con del disinfettante. Si guardò allo specchio e con coraggio, stringendo il labbro inferiore fra i denti, lo passò sui tagli. Si sentì tutto il corpo andare al fuoco e per rabbia, forse nei confronti del dolore, forse per quello che Elena aveva osato fargli, gettò il cotone imbevuto nel wc e scaraventò tutto quello che aveva davanti per terra. Il forte tonfo fece chiudere gli occhi a Virginia, che spaventata indietreggiò fino a spalmarsi contro il muro. Gli occhi ardenti di Stash incontrarono quelli, quasi, spaventati della bionda che non aveva idea se fuggire o rimanere per farlo calmare.
-Mi dici cosa ci fai ancora qui? Se non hai nulla da dirmi vattene!- gli urlò lui mentre la voglia di spaccare qualunque cosa prese il sopravvento. Il dolore lancinante lo stava logorando facendogli scorrere il fuoco nelle vene anziché il sangue. Le immagini di Elena, che ghignava maleficamente mentre gli sfregiava il volto, gli apparvero davanti gli occhi desiderando solamente avere vendetta. Non poteva ucciderla, lui non era un assassino, voleva semplicemente fargliela pagare. Sapeva esattamente quanto invece Elena non si facesse scrupoli, ancora si chiedeva per quale motivo non l'avesse ucciso, cosa l'aveva spinta a fermarsi? Non trovava nessuna risposta, o semplicemente anche lei aveva smesso di uccidere per conto di qualcuno.
-Ero solo venuta a dirti che non lavorerò qui, volevo solo divertirmi per una sera.- disse spaventata dal suo tono di voce rabbioso. Non conosceva Stash, eppure aveva paura. Quelle sue urla, quel suo viso scuro la inquietavano terribilmente.
-Bene. Vai.- disse lui confermando ciò che aveva pensato di lei. Si era divertita ed ora sarebbe tornata alla sua vita normale, alla sua vita di tutti i giorni.
-Grazie anche per il divertimento extra.- azzardò lei guardandolo. Lo sguardo di Stash si alzò sulla figura della ragazza ancora schiacciata sulle fredde mattonelle del bagno, si bagnò le labbra guardandola dal basso verso l'alto soffermandosi sulle sue gambe e sui suoi seni. Si ritrovò a sorridere soddisfatto della notte focosa che avevano passato assieme. Non poté negare a se stesso che quella donna, perché si, in realtà Virginia era una donna, ci sapesse davvero fare a letto e con gli uomini. Non era per nulla intimidita, forse un po' esitante, ma pur sempre eccitante.
-Grazie a te, passa quando ti va.- si ritrovò a dire. Senza un minimo di logica si era ritrovato a sorridere e il dolore era stato quasi assopito, colpa probabilmente delle immagini di Virginia ansimante sotto il suo corpo, che scorrevano nella sua mente quasi come un film. Aveva sempre avuto ragione: il sesso calma, il sesso è come una medicina. E Stash amava prendere quella medicina. La ragazza ancora stordita dalle sue urla di poco prima abbozzò un sorriso per poi uscire di filato dal bagno. Prese un lungo respiro dirigendosi verso la cucina, su cui aveva lasciato il suo cappottino e la sua pochette nera. Stash la seguì con lo sguardo fino a che non la vide scomparire del tutto. Poggiò le mani sul lavandino fissando il suo volto. Odiava il fatto di rivedere il suo viso ricoperto di tagli. Le immagini del suo migliore amico che lo riempiva di botte sul volto gli passarono davanti agli occhi facendolo deglutire a fatica. Lo odiava, odiava il fatto che questo lo avesse portato a non farsi toccare. Tutte le volte pensava che qualcuno potesse sfigurarlo, e adesso quella stronza di Elena c'era riuscita. Eppure, mentre lo faceva, non aveva avuto paura di farsi toccare da lei, aveva avuto paura che lo uccidesse, ma non aveva per nulla pensato al fatto che gli stesse sfigurando il viso. Probabilmente i segni sarebbero rimasti, ma sperava che con un po' di sole sarebbero scomparsi del tutto.
-Ah, Virgì!- la richiamò. La bionda si voltò di scatto ritornando indietro, ma dovette fermarsi a metà del tragitto poiché Stash la raggiunse in corridoio. -Di per favore a Alex di venire qui. Grazie.- concluse schioccandole un bacio sulla guancia. La ragazza sorrise istintivamente annuendo alla sua richiesta. Un'altra delle cose che Stash odiava era baciare sulle labbra le ragazze con cui era stato. Non lo faceva mai, desiderava baciare solo la donna della sua vita, che stava ancora cercando, se mai fosse arrivata o se mai fosse esistita per lui. Virginia in silenzio uscì dalla casa di Stash correndo nello stesso ufficio in cui lo aveva trovato all'incirca un'ora prima riferendo al ragazzo ciò che Stash desiderava. Il moro cercò delle bende nella cassetta dei medicinali per poi applicarle sui vari tagli. Gran parte della sua guancia sinistra era coperta da quel tessuto bianco mentre la destra era praticamente liscia e perfetta. Il ragazzo venne distratto dal rumore della sua porta che si apriva e si richiudeva subito dopo, lasciando spazio alla figura di Alex, un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi scuri come i suoi.
-Merda Stash, che hai combinato?- chiese vedendo gran parte del suo volto coperto dalla benda. Stash sbuffò mentalmente all'ennesima domanda su quello che gli era accaduto. Non potevano semplicemente fare finta di nulla?
-Nulla. Piuttosto, per caso Virginia era un'emergenza? Che cosa ti avevo detto sul fatto di entrare in casa mia?- lo rimproverò Ma il suo tono di voce non era alto e non era nervoso, era semplicemente uno di quei toni che si usano fra amici quando qualcosa non va, o quando si danno dei consigli. Alex arricciò le labbra sinceramente dispiaciuto, non aveva idea di aver fatto una cosa sbagliata.
-Scusami, la ragazza mi aveva fatto capire che aveva bisogno di te e capisci cosa intendo.- disse semplicemente. Stash per poco non scoppiò a ridere. Non aveva mai portato una delle sue donne in casa sua, preferiva l'ufficio o una delle salette privè del suo night club. Vederle scorazzare in casa sua gli dava sui nervi, pensava che fosse una cosa formale, da fidanzati e lui non aveva nessuna fidanzata.
-Okay, ricordati che queste non sono emergenze.- sottolineò lui congedandolo. Con un gesto della mano gli chiese di andarsene via e di occuparsi del night club, che di giorno svolgeva una semplice funzione di bar. Si distese sul suo letto cercando di mandar via ogni pensiero decidendo di chiudere gli occhi con l'intento di dormire almeno fino a sera. Stanco come era non ci mise molto a perdere totalmente i sensi lasciandosi risucchiare dal sonno, dalla stanchezza e dalla spossatezza della sua terribile avventura avuta qualche ora prima con Elena.

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