Chapter Twenty-One

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Elena aprì gli occhi e si ritrovò con la testa su un cuscino che non era il suo e su un letto che non era comodo quanto quello della sua stanza. Dei ricordi presero vita nella sua mente, tutte quelle volte che non aveva fatto altro che lamentarsi del letto di Mattia, tutte quelle volte che aveva cercato di trovare una comoda posizione e non ci era mai riuscita. Anche in quel momento si sentì dannatamente scomoda, si alzò a sedere e quella camera così perfetta, ordinata le apparve troppo vuota. Abbassò lo sguardo sulle lenzuola candide e si immaginò di trovarci Mattia. Scosse la testa, non aveva voglia di ritrovarsi a piangere per l'ennesima volta. Notò l'ora sulla sveglia posta sul comodino accorgendosi di aver dormito appena poche ore, era ancora notte fonda. Si alzò cercando di fare meno rumore possibile e raggiunse la sua camera. Nel buio totale si gettò sul letto e abbracciò il suo cuscino, come se quello potesse compensare la mancanza. Un respiro leggero, un soffio, le arrivò dritto sul viso qualche minuto dopo. Di scatto accese la lampada e si ritrovò Stash che dormiva abbandonato sul suo letto. Scosse la testa, abbandonò gli occhi al cielo ed incrociò le braccia al petto. Non aveva idea del perché si trovasse in quel posto, ma si limitò semplicemente a fissarlo. Lineamenti decisamente troppo belli, sopracciglia rilassate, occhi chiusi e respiro leggerissimo, come se in realtà non stesse respirando.
-Pensavo che non saresti mai tornata.- soffiò piano il ragazzo. Elena sobbalzò, era più che sicura che stesse dormendo. Si dette un certo contegno e continuò a mantenere la stessa posizione, assumendo un'aria perplessa e dura. Uno Stash che dormiva era sicuramente una delle cose più belle, assumeva quasi le sembianze di un angelo. Ma quando si svegliava era il solito ragazzo arrogante, presuntuoso e sexy, molto sexy.
-Che ci fai qui?- chiese. Il ragazzo si mise a sedere, stropicciò piano gli occhi, e la guardò con dolcezza. Non poté fare altro in quello stato di semiveglia. La testa leggera, gli occhi stanchi, le labbra gonfie, reduce di qualche ora di sonno.
-Dove sei stata?- fece a sua volta. In realtà non aveva idea del perché fosse andato da lei, ma dopo quel bacio non aveva smesso un attimo di pensarci, desiderava con tutto se stesso poterla rivedere. Si aspettava di provare qualche nuova sensazione, ma tutto ciò che riuscì a sentire fu il solito brivido alla schiena. Come quando le loro labbra si erano toccate e non aveva mai pensato di dirlo, ma quelle labbra erano la sua droga personale. Tutto ciò di cui aveva bisogno era poterle risentire sulle sue, assaggiarla ancora.
-Non sono affari tuoi.- Stash rise del suo finto tono duro e arrabbiato. Allungò un braccio verso il suo e non appena la sfiorò sentì come una scossa, una sorta di collegamento elettrico che sentiva solo con lei. La tirò piano sul letto, fino a ritrovarsi più vicini. La stanza illuminata solamente con una luce offuscata, quella dell'abat-jour, dava quasi l'aspetto di una cosa romantica. Elena rimase in silenzio, troppo stupita dai suoi gesti gentili, dai suoi occhi che per la prima volta non celavano nulla di cattivo. Non era il solito Stash, il solito puttaniere, il solito assetato di sesso. Il moro ispirò il suo profumo e sentì quasi la testa girare, troppo forte e dolce per lui, ma pur sempre buono addosso a lei.
-Mi dispiace per quello che ha fatto Alex.- le parole di Stash uscirono spontanee mentre una sua mano andò a posarsi sul suo collo, lisciava piano la sua pelle e sfiorava di tanto in tanto le sue labbra. Gli occhi di Elena non persero nemmeno per un secondo i suoi. Era rimasta completamente senza parole, quello non era Stash, quello che aveva sempre conosciuto. Non riuscì a muovere un muscolo, tantomeno a sottrarsi alla dolcezza dei suoi gesti delicati. La sua testa non smetteva un attimo di formulare pensieri, non era sicura di potersi fidare del tutto, ma quelle attenzioni, che non aveva mai ricevuto, la facevano stare bene. Certo, Mattia l'aveva riempita di coccole e carezze, ma quelle di Stash parevano totalmente diverse, strane, dopo che l'aveva sempre vista come una ragazza da scopare e basta.
-Sai...- ricominciò il moro. -...non ho smesso nemmeno per un attimo di pensare al nostro bacio.- era strana per entrambi quella situazione. Elena sapeva di non essere mai stata baciata da lui, Stash sapeva di non aver mai baciato nessuna donna. Lei era stata la prima e la sensazione era stata irripetibile, una delle più belle mai provate. Elena avrebbe tanto voluto rispondergli che anche lei non aveva fatto altro che pensarci, ma nel suo orgoglio più profondo, decise di tenere tutto per se. Era un pensiero che avrebbe preferito tenere segreto sempre, se solo qualcuno lo avesse saputo l'avrebbero presa per una debole e lei non lo era. La mora non ebbe nemmeno il tempo di pensare, che qualche secondo dopo si ritrovò le labbra del ragazzo sul collo. La sua lingua lambiva parte per parte la sua pelle accaldata. Il suo respiro si fece pesante, come quello di Stash, e chiuse gli occhi abbandonandosi alla sensazione di calore e piacere che Stash le stava regalando.
-Tu non ci hai pensato?- le chiese con l'affanno mentre le sue labbra non smettevano un attimo di torturarle la gola. Alla mora venne la pelle d'oca, senza neanche rendersene conto si gettò sul letto e Stash si posizionò su di lei, facendosi largo fra le sue gambe. Arpionò le mani sui suoi fianchi e la tenne stretta sotto di se, come se temesse che potesse scivolare via. Dopo qualche secondo, da sopra la maglia, Stash le baciò tra i seni e scese fino a raggiungere il ventre. Sollevò la maglia e con le labbra sfiorò la sua pelle, divenne tesa immediatamente, ma Stash non se curò molto. Con la lingua leccò tutto ciò che si trovava davanti, fino a scorgere, da sotto il pantaloncino, l'elastico delle sue mutandine. La sua mano tornò al suo viso, con l'indice sfiorò con dolcezza le sua labbra per poi scendere sulla gola, lungo i seni e sul ventre. Elena sospirò, lasciandosi sfuggire qualche lamento.
-Dimmelo, Elena.- sospirò mentre le mani corsero a sollevare la sua maglia. Il suo reggiseno color panna prese posto nella sua visuale. Le labbra a leccare il suo collo ancora, le sue mani a carezzare i suoi fianchi nudi, i loro respiri a fondersi. Silenzio. Elena non aveva voglia di aprire bocca, adorava sentire le sue attenzioni e la sua voce. Il moro non smise un secondo di torturarla, sperava di poterle sentir dire semplicemente che ci aveva pensato, che lo aveva desiderato e che avrebbe voluto farlo di nuovo. Voleva che parlasse, non voleva sentirsi un idiota per averlo ammesso, voleva compiacere il suo ego. Quando le sue labbra si poggiarono delicatamente sul pube della mora, Elena emise quasi un gemito strozzato. Il ragazzo sorrise fra se, fino a che non decise di far scivolare i suoi pantaloncini.
-Perché sei così bella? Perché devi attrarmi così tanto?- domande che gli uscirono spontanee, dopo aver visto il suo corpo così tante volte, dopo averla vista mentre godeva, mentre era in preda ad un orgasmo; in quel preciso istante la vide sotto una luce diversa. Lì, stesa e ansimante non faceva altro che istigarla a baciarla, ma non riusciva ad avvicinarsi. Forse stava solo aspettando che lei gli dicesse qualcosa, che non lo facesse sentire troppo stupido.
-Forse per lo stesso motivo per il quale io lo sono da te.- per la prima volta, dopo minuti interminabili parlò. Stash le baciò dolcemente il ventre, fino a risalire. Si ritrovarono a qualche centimetro di distanza, i loro nasi a toccarsi, le loro labbra desiderose a sfiorarsi. Entrambi fremevano dalla voglia di potersi assaggiare ancora, di potersi appartenere, avere, in quella segreta notte.
-Baciami.- fu tutto quello che sussurrò Elena prima che Stash lo facesse. Le loro labbra rosate iniziarono a divorarsi, non c'era più quella delicatezza, semplicemente passione, voglia di aversi. Il rumore delle loro labbra a scontrarsi, le salive a mescolarsi, le loro lingue a cercarsi. Stash le leccò il contorno delle labbra, mentre Elena mordeva il suo inferiore. Le mani avide di Elena corsero lungo la sua maglia, la sollevò fino a gettarla a terra. Smaniava dalla voglia di sentire il contatto con la sua pelle, di poterne sentire la consistenza. Sfiorò piano il solco della sua schiena tonica, fino ad arrivare alla nuca. Tirò i suoi capelli, si staccarono, presero fiato e la loro voracità riprese vita.
-Stash.- grugnì lei infastidita dai suoi jeans. Il ragazzo si sollevò e la guardò senza capire, le mani della mora finirono sull'asola dei suoi jeans e li sbottonò. Stash si alzò completamente da lei, che sentì freddo senza il suo calore, e si disfò di quell'indumento. Sentì l'erezione crescere non appena le loro intimità si toccarono. Il moro si strusciò con forza su di lei, facendola fremere incontrollatamente. Sganciò il suo reggiseno e si tuffò a capofitto sui suoi seni sodi. Li baciò, li leccò, li morse. Il suo capezzolo turgido non faceva che passare dai suoi denti alle sue dita. Con l'altra mano andò a sfiorare la sua intimità, fino a farsi un posto da sotto le sue mutandine e toccare piano il clitoride.
-Oh, Elena...- sussurrò sentendo quanto fosse bagnata e pronta per lui. Un dito scivolò dentro lei, non aveva idea del perché, ma sentiva di doverla preparare al suo arrivo imminente. Ruotò più volte il polso, mentre un secondo dito prendeva posto. Lei ondeggiò accompagnando i suoi movimenti fremeva dalla voglia di farsi possedere. Elena si ritrovò ad ansimare senza più alcun ritegno, le sue mani andarono a posarsi sulla schiena, mentre graffiava la sua carne. Stash con avidità morse un suo seno per poi disfarsi delle sue mutandine e dei suoi boxer. Non avrebbe resistito, desiderava da morire poterla avere tutta per se almeno quella notte.
-Stash, voglio stare sopra.- disse con tono divertito. Lo sospinse sul letto e si mise cavalcioni sulle cosce del moro, spostò i capelli da un lato e poggiò le mani sui suoi addominali. Lo toccò piano, mentre Stash non perdeva nemmeno un movimento della mora, le sue dita scorrevano lente fino a giungere alla sua erezione. La sfiorò con un dito, Stash mugolò d'assenso. Avrebbe tanto voluto dirgli di fare qualcosa, di toccarlo, di prenderlo fra le labbra, ma rimase in silenzio. Aspettò, con pazienza, che la ragazza facesse qualcosa. Elena lo stuzzicava, voleva farlo star male. Non smetteva un secondo di sfiorarlo, ma dopo qualche minuto sentì la sua voglia crescere e i suoi muscoli pulsare. Le reazioni di Stash erano evidenti, di tanto in tanto stringeva gli occhi e si mordeva le labbra, Elena godeva nel vederlo così sottomesso ai suoi gesti. Si abbassò per baciarlo, ma la sua scia di baci arrivò sino al ventre. Ruotò la lingua all'interno del suo ombelico, a quel punto Stash non riuscì a resistere. Poggiò la mano sulla nuca e la sospinse più in basso, Elena dovette fare i conti con la sua erezione pulsante. Lo guardò negli occhi, si morse le labbra finché non leccò la punta. Stash si sentì quasi morire, strinse la sua mano sui capelli e la incitò a prenderlo in bocca, Elena obbedì. L'eccitazione era salita troppo alle stelle, nessuno riusciva più a contenersi. Pompava con un ritmo lento e cadenzato che divenne qualcosa di più perverso dopo un paio di minuti. Gli unici rumori udibili erano gli schiocchi di lingua della ragazza e gli ansimi pesanti di Stash.
-Basta, basta!- urlò, Elena lo aveva sentito sino in gola e ciò lo aveva fatto impazzire totalmente. La ragazza si fermò con un sorriso furbo sulle labbra, le leccò mentre lo guardava con malizia e sensualità. In quel momento Stash riuscì a pensare solo quanto potesse essere bella, quanto sexy e dannatamente eccitante diventasse in quelle situazioni. Elena fece scivolare piano dentro sé la sua erezione fino a sedersi completamente. Un urlo strozzato uscì dalle sue labbra, si sentì piena. Rimase immobile, finché non si abbassò a guardare Stash negli occhi, lucidi e perversi. Le mani del ragazzo si posarono sui fianchi della mora, ma non si mosse, aspettò che fosse lei a fare qualcosa. Lasciò un bacio sul suo petto e iniziò a ondeggiare su di lui, Stash accompagnò i suoi movimenti mentre le sue mani graffiavano la sua schiena. Elena lo baciò ancora e ancora e ancora. Non riusciva a saziarsi, ad averne abbastanza. Sollevava piano il bacino per poi riscendere, e Stash credeva di poter morire. Il suo viso eccitante, il suo seno a ondeggiare davanti ai suoi occhi, i suoi affondi leggeri ma decisi.
-Mi era mancato scopare con te.- affermò tra gli ansimi. Elena si morse le labbra per poi mordere lui. Non riuscì a resistere alla sua carne, tutta quella passionalità aveva scatenato in lei uno strano comportamento animalesco e in quello si ritrovò molto in Stash. Gettò la testa indietro e continuò a muoversi avanti e indietro, Stash la guardava e avrebbe tanto voluto baciare ogni parte del suo corpo.
-Dio, Elena...sei troppo eccitante, vengo solo a guardarti.- l'afferrò per i fianchi, e grugnendo rovesciò la situazione portandola sotto di sé. Odiava non poter fare qualcosa, voleva sentire le sue pareti, voleva sentire i suoi seni sul suo petto, voleva sentire il suo respiro addosso, voleva guardarla, baciarla, toccarla, affondare con più forza in lei. Non riuscì ad aspettare molto, spinse talmente tanto in lei, che anche il letto tremò e sbatté contro la parete, producendo un tonfo sordo. I loro ansimi divennero più potenti, nessuno dei due riusciva più a controllarsi. Lei venne vergognosamente e Stash la seguì dopo qualche secondo. Rimase dentro lei, il tempo di riprendere fiato, finché non si abbassò sulla sua intimità ed iniziò a leccare il suo clitoride, ancora bagnato. Elena non ebbe il tempo di respirare, sentì la sua lingua dentro e non riuscì a non urlare per il troppo piacere. Stash le allargava le cosce e spingeva le labbra e la lingua più a fondo.
-Ti prego basta, non riesco. Basta.- implorava mentre gli tirava i capelli. Stash non l'ascoltò, continuò a roteare la lingua, ma sentì all'improvviso le labbra calde, segno evidente che Elena si stesse eccitando troppo. La lingua bagnata dai suoi umori, la gola secca per quella notte impregnata del loro miglior sesso.
-Ti odio.- disse Elena non appena Stash prese posto di fianco a lei.
-Ci risiamo...Non è vero, tu mi vuoi.- disse sogghignando ad occhi chiusi. Elena rimase in silenzio, Stash cercò la sua mano e ne lisciò il dorso con le dita, indecisa se stringerla o meno.
-Credo sia meglio che tu vada.- disse infine, Stash si staccò da lei e annuì. Si alzò dal letto alla ricerca dei suoi vestiti, li rimise e si guardò allo specchio. Elena si alzò dal letto e Stash la notò dallo specchio, seguì i suoi movimenti, esplorando il suo corpo nudo. La mora se ne accorse e si avvicinò a lui lentamente, si posizionò dietro, attaccandosi alle sue spalle.
-Grazie Fiordispino, in questo campo sei il migliore.- disse per poi sparire dietro ad una porta. Stash rise piano per poi avvicinarsi alla finestra ed uscire esattamente come era entrato. Sentì dei rumori provenire da una camera, curioso si avvicinò ad una finestra sentendo la voce di Michael padroneggiare sulle altre. Rimase in attesa.
-No, non deve saperlo. Devi stare zitto, hai capito?- le parole dure di Michael avevano messo in riga tutti, riuscì a scorgere l'intera combriccola, meno Elena. Stash pensò che stessero nascondendo qualcosa proprio a lei, ma non riuscì a sentire altro perché non appena la mora fece ingresso in cucina, il mormorio finì e iniziarono a parlare di cose futili, che a Stash non importavano.

Elena rimase ad ascoltare, finché non rimasero da soli.
-Pensi che non lo sappia? Ti abbiamo, anzi, vi abbiamo sentito tutti.- il tono di Michael rimase duro e posato, non voleva tornare ad essere troppo duro con lei, o prenderla in giro come amava fare, ma in quel momento doveva rimanere serio e farle capire gli sbagli che continuava a commettere. Elena rimase a labbra schiuse, non aveva idea di come giustificarsi. In realtà non voleva farlo, ma sapeva che per stare in quel clan avrebbe dovuto sempre trovare delle scuse. Non aveva più un amico a coprirle le spalle, adesso era da sola.
-Se dovete scopare, fatelo con discrezione. Adesso pensano tutti che tu stia tramando qualcosa con lui.- Elena si riscosse. Quasi come se fosse stata punta da un ape.
-No! Lo sai che non lo farei mai, no!- urlò.
-Io sì, loro no.- disse atono. Poi si allontanò lasciandola da sola. Elena ancora scioccata scosse la testa e andò alla ricerca di Michael. Provò in salotto, senza alcun risultato. Bussò alla porta del suo ufficio senza ricevere alcuna risposta. Entrò, trovandolo vuoto. Si appoggiò al muro e poi si sedette. Sbuffò ma il suo sguardo ricadde sulla busta posta sulla scrivania. Incuriosita si avvicinò, si guardò attorno e poi l'aprì.
Rimase completamente sconvolta.

Ciao a tutte belle!
sarò veloce, come al solito Stash e Elena non riescono ad avere momenti di fuoco e fiamme ;)
vorrei sapere cosa ne pensate di loro due e soprattutto del segreto nella busta che Elena ha scoperto eheh     baci.
Debbi.

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