Chapter Two.

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Una delle cose che Stash odiava era quando qualcuno lo prendeva in giro. Soprattutto quando questo qualcuno era una donna, o meglio una ragazzina, come Elena. Nessuno aveva mai osato ostacolarlo, o perlomeno, nessuna donna lo aveva mai fatto. E il fatto che lei gli desse filo da torcere, che riuscisse a raggirarlo facilmente lo faceva infervorare. Si ritrovava a pensare spesso a come avesse fatto ad intercettare quel preziosissimo carico di droga e ad aggirare uno dei suoi uomini più fidati sul confine della città. Elena era obiettivamente una donna bellissima, sexy, intelligente, furba e molto ambiziosa e l'unica risposta che Stash riusciva a darsi era solo una: ci aveva fatto del sesso. Al solo pensiero che qualcuno prima di lui c'era riuscito gli mandava il cervello a farsi fottere.
Il ragazzo se ne stava seduto su una delle solite poltroncine rosse del suo night club a fumare tranquillamente una delle sue sigarette, mentre due delle sue cubiste gli facevano uno spettacolino apposito. Sorrideva compiaciuto tutte le volte che una delle due, Maria, si avvicinava e senza alcun tipo d'imbarazzo si ritrovava a sculettare davanti al suo viso. Stash amava le donne, amava il sesso e il divertimento. Con un gesto della mano, Stash, ordinò alla bionda di venirgli accanto, così fece. In meno di qualche secondo si ritrovò con Maria a cavalcioni e un bicchiere di Mojito fra le mani. La ragazza si agitò su di lui sentendo immediatamente la sua erezione sbattere contro la sua intimità, un sorriso furbo scappò dalle labbra della ragazza, mentre Stash con sguardo languido leccò le sue labbra per poi dedicarsi a bere il suo cocktail.
-Maria, torna a ballare.- ordinò lui dopo qualche secondo, già stufo di quella bionda. L'aveva portata a letto varie volte, ormai conosceva ogni cosa di quella ragazza. Sapeva quanto le piacesse che le si toccassero le cosce, quanto le piacessero i baci sul collo, addirittura ormai sapeva anche quanto sarebbe durata prima di giungere all'orgasmo. Era stanco della solita solfa.
Nella sua mente c'erano solo Elena e il suo raggiro. Ribolliva di rabbia al pensiero che lei l'avesse fregato così. Aspettava da settimane quel carico di coca ed ora una ragazzina di soli 20 anni glie l'aveva portato via da sotto il naso. Aveva capito che c'entrasse lei nella sparizione del carico solo per il semplice fatto che il suo rossetto rosso Chanel era stato ritrovato sul posto dello scambio. Era stato lui stesso a riportarglielo e lui stesso l'aveva minacciata per riavere quello che gli spettava, ma nulla. La ragazza pareva non avere la minima paura di lui.
-Paola.- Stash con voce imponente richiamò la seconda cubista che presa alla sprovvista barcollò sui tacchi, ma venne afferrata prontamente dal moro, che rise per poi tornare a farsi serio.
-Va a chiamare Alex.- disse immediatamente per poi sedersi nuovamente a sorseggiare il suo Mojito. La ragazza scattò ai suoi ordini intrufolandosi nei vari uffici. Ci impiegò parecchio affinché lo trovasse. Alex era un ragazzo di media statura, dai capelli e gli occhi scuri, nonché socio di Stash, che lo aiutava in qualsiasi cosa. L'unico probabilmente di cui si fidava ciecamente. L'unico che non avrebbe mai tradito la sua fiducia, l'unico a cui avrebbe potuto fare affidamento su un segreto o su qualsiasi cosa. Alex, sbuffando uscì dallo studio su cui giaceva comodamente per dirigersi verso Stash che lo aspettava godendosi lo show di Maria.
-Qualcosa non va Stash?- chiese come se si sentisse in colpa, come se avesse appena commesso un errore madornale a cui non avrebbe potuto porre nessun rimedio.
-Rilassati Alex.- iniziò Stash, ormai conosceva l'amico, era sempre stato così. -Devi trovarmi quel figlio di puttana di Giorgio.- disse sputando il suo nome. Aveva sempre avuto delle belle parole da dire su quel ragazzo, ma da quando era riuscito a farsi fregare da Elena aveva imprecato contro di lui più e più volte.
-Andiamo io e Daniele.- rispose immediatamente Alex. Sarebbe stata dura trovare Giorgio in una città così grande come Milano. Come cercare un ago in un pagliaio. Era riuscito a sfuggire a Stash e ai suoi uomini nascondendosi chissà in quale posto della città.
Stash annuì sicuro mentre portava alle labbra l'ennesima sigaretta della serata. Alex uscì dalla sala alla ricerca di Daniele per poi uscire sicuro alla ricerca di quel traditore. Stash sperò con tutto se stesso che lo trovassero in fretta e sistemassero immediatamente la situazione. Il locale era ancora gremito di gente eccitata e pieno di testosterone quando Stash si ritirò nel suo ufficio per fare alcune chiamate. Erano appena le tre di notte e sapeva che non avrebbe disturbato nessuno, nel caso l'avesse fatto non si sarebbe posto nessun problema. Lui pensava a se stesso e ai suoi affari, che siano le due del pomeriggio o le tre di notte. Afferrò il cellulare dalla sua tasca componendo il numero di Luca, uno degli amici di Giorgio, attendendo con ansia che rispondesse.
-Si?- una voce assonnata rispose al cellulare mentre Stash giocava con la sedia girevole del suo studio e sentiva nell'aria ancora il profumo di qualche ragazza passata di lì, probabilmente quello forte e acre di Maria.
-Dove si nasconde Giorgio?- chiese mirato. Stash odiava girare attorno alle cose, preferiva essere diretto e sapere subito quello che gli serviva. Si spostò piano con la sedia per far in modo di trovarsi davanti allo schermo del suo computer e far partire alcune ricerche sul conto di Giorgio. Senza un apparente motivo sentì il bisogno di domandarsi che razza di uomo fosse lui.
-Tu mi chiami a quest'ora per sapere di Giorgio?- domandò infastidito. Stash non badò al suo tono altamente strafottente ed infastidito, non aveva tempo da perdere con un ragazzino come lui, il suo obiettivo in quel momento era un altro.
-Lo sai o no?- domandò con calma. Se solo lo avesse avuto di fronte avrebbe usato altri metodi poco carini per farlo parlare, ma dovette accontentarsi del suo tono di voce.
-No. Non lo seguo ovunque, non sono la sua ombra.- rispose irritato. Stash senza dargli troppo peso chiuse la telefonata senza dire assolutamente nulla e cercò di calmarsi. Aveva bisogno di sapere che Alex e Daniele lo avessero già trovato, ma purtroppo per lui non fu così. Si alzò adirato e si diresse verso la sala in cui Maria, Paola e una terza ragazza, di cui non sapeva il nome, stavano dando il solito show facendo eccitare tutta la folla di uomini presenti. Si avvicinò al palchetto e Maria con grazia gli si avvicinò sfiorando il suo viso con le dita. L'attenzione di Stash era però sulla nuova arrivata su cui tenne per del tempo infinito gli occhi puntati addosso. Non appena la biondina si voltò a guardare Stash lui le fece un cenno della mano per farla avvicinare.
-E tu chi sei?- chiese Stash con un sorriso leccandosi le labbra. Forse quella sera avrebbe avuto l'opportunità di cambiare ragazza. Forse finalmente ne aveva trovata una diversa dalla solita Maria, e dalla solita Paola.
-Sono Virginia.- sussurrò il suo nome all'orecchio del ragazzo che sentì quasi un istinto animale assalirgli. Se solo avesse potuto, se fosse stato solo l'avrebbe presa e sottomessa proprio in quell'istante. Solo il modo sensuale ed eccitante che aveva di ballare, di ancheggiare, di utilizzare i suoi occhi sugli uomini lo facevano impazzire. Virginia dal canto suo si trovava li solo per puro divertimento. Era sempre stata la solita ragazzina viziata, privilegiata, con tutto servito davanti al naso, una malata dello shopping e del buon gusto, o per meglio dire amante della moda. Perdeva la maggior parte del suo tempo in un negozio Chanel o di Victoria Secret. Sapeva anche di essere una ragazza molto bella ed attraente e trovarsi in quel night club le faceva salire l'autostima alle stelle. Se si trovava in quel posto era solamente per gusto personale, per capriccio, per sfregio nei confronti della madre che non l'apprezzava per quello che era.
-Virginia, vieni nel mio studio.- e quello era un ordine. Gli occhi scintillanti di Virginia si posarono sul sedere di Stash che era ormai rientrato nel suo studio in attesa che la bionda facesse il suo ingresso. Virginia diede un'occhiata alle due ragazze che continuarono ignare a svolgere il proprio lavoro per poi scendere dal palchetto e recarsi nello studio di Stash. Bussò timidamente non ricevendo però nessuna risposta così decise di entrare.
-Ce ne hai messo di tempo.- la voce di Stash la fece sobbalzare facendole poggiare una mano sul cuore. La ragazza senza un minimo di paura o di timore si avvicinò fino a che non si poggiò sulla sua scrivania. Lui la scrutò silenzioso per poi avvicinarsi a lei e sentire il dolce profumo che emanava. E subito si ricordò di averlo sentito addosso a qualcun'altra di cui però non ricordava il volto. Scacciò quel pensiero dedicandosi a lei.
-Sei molto brava.- l'adulò lui. La bionda sorrise soddisfatta per poi bagnare le sue labbra.
-Ti ringrazio Stash.- disse con tono di voce suadente. Stash sentì il suo sesso risvegliarsi, lo vedeva benissimo che non era una delle solite ragazzine sprovvedute o venute perché in cerca di soldi. Aveva capito che Virginia era una vera e propria donna, aveva capito che desiderava solo divertirsi per un po' per poi tornare alla vita normale. Eppure tutta quella situazione lo eccitava da morire.
-Sono sicura che sei molto brava anche con quelle labbra.- constatò lui senza alcun tipo di imbarazzo. Lei inconsciamente leccò le sue labbra eccitata dalle sue parole e incastrò il suo inferiore fra i denti. Lui la fissò meravigliato, quasi come se non avesse mai visto nulla di più bello ed eccitante.
-Oh questo non lo so..- disse lei con voce piena d'eccitazione. La presenza di quel ragazzo la stava facendo impazzire, quasi bagnare, e ciò non era da lei.
-Perché non mi dimostri che ho ragione?- chiese con un ghigno. Virginia in un secondo sentì il suo corpo esplodere in un calore che non aveva mai provato. Stash forzatamente la spinse giù per le spalle fino a che lei non si trovò in ginocchio. Si guardarono per qualche secondo fino a che non fu Stash a fare la prima mossa. Abbassò la zip dei suoi jeans sbottonando anche il bottone lasciando scorgere la scritta 'Calvin Klein' sui suoi boxer neri. Virginia senza la minima esitazione poggiò le sue mani lungo i suoi fianchi facendo scorrere sulle cosce del moro i suoi jeans. Senza aspettare ulteriormente fece lo stesso con i suoi boxer scoprendo la sua già evidente erezione. Si sentì quasi intimidita da tutta quella perfezione, lui con un sorriso la disarmò completamente. Attese con ansia che facesse il suo dovere ma dovette afferrare la sua mano affinché lo toccasse.
-Non essere timida.- la incoraggiò lui con un sorriso strafottente sulle labbra. Lei si sentì una stupida di fronte a quello che era il suo capo. Con decisione poggiò la sua mano ben curata sul suo membro facendola scorrere su e giù lungo l'asta facendogli appesantire il respiro.
-Ti prego prendilo in bocca.- la pregò. Lei con un gesto fulmineo si avvicinò di più sfiorando con le labbra la sua punta fino a sentire la sua circonferenza ingrandirsi sotto le sue dita. Fare sesso con un sconosciuto la eccitava, se poi quello sconosciuto era Stash Fiordispino la sua eccitazione non aveva nessun limite.
Virginia vogliosa afferrò la sua punta fra le labbra facendo roteare la lingua su di essa sentendolo fremere. Senza nessun preavviso iniziò a pompare forte fino a che non lo portò tutto in bocca e cercò di far roteare la lingua sull'intera lunghezza. Si sentì potente non appena sentì i suoi gemiti sommessi giungerle alle orecchie, la mano di Stash finì fra la sua chioma bionda spingendola per far si che arrivasse più a fondo. Non appena Stash sentì di star a giungere l'orgasmo la staccò con violenza scaraventandola con la schiena al suolo e sovrastandola. Si sdraiò su di lei spostando le sue mutandine per poi penetrarla veloce con due dita. Le urla eccitate di Virginia non fecero altro che far uscire in lui un istinto animalesco che veniva fuori solamente quando una ragazza riusciva ad eccitarlo veramente, e quello era uno dei pochi casi in cui accadeva.
-Stash..-ansimò lei alle sue orecchie. Il ragazzo senza pensarci oltre afferrò il suo duro e caldo membro penetrandola con forza. Si sentì quasi mancare sentendo tutta la sua lunghezza scorrerle dentro. Ogni dannata spinta la faceva urlare più di quanto non facesse prima. Si sentì mancare il respiro non appena Stash poggiò le sue labbra sul suo collo facendo scorrere la sua lingua su tutta la zona della gola. Bastarono poche spinte affinché lei giungesse all'orgasmo. Stash per essere sicuro di non far casino portò fuori il suo membro venendole sullo stomaco con dei sonori gemiti. Entrambi stanchi rimasero distesi l'uno di fianco all'altra fino a che non fu Stash a prendere la parola per primo.
-Virginia, torna di la.- disse con tono duro. Lei si voltò stranita fino a che senza pensarci non si sistemò le mutandine ripulendo il suo ventre del suo liquido e alzarsi in piedi. Stash dal canto suo alzò nuovamente i suoi boxer e i suoi jeans attendendo che la ragazza uscisse dallo studio. In realtà tutta la sua urgenza affinché sparisse era stata dettata dal fatto che sentì il suo cellulare vibrare sulla sua scrivania. Corse per afferrarlo notando sullo schermo il nome di Alex. Rispose alla telefonata quasi ansioso.
-Allora?- chiese immediatamente senza nemmeno salutarlo.
-Lo abbiamo trovato.- disse solamente e sul viso di Stash comparve un sorriso maligno. Si sarebbe divertito con quel bastardo che aveva tentato di fregarlo. Si sarebbe divertito anche con Elena dopo, in tutti i sensi possibili.
-Portatelo qui immediatamente.- disse e poi staccò la telefonata. Si sedette sulla sua sedia e attese nel silenzio più totale che arrivassero con Giorgio. Si accese una delle sue solite sigarette lasciando che il fumo entrasse nei suoi polmoni e offuscasse l'aria della stanza. Sentì l'improvviso silenzio provenire dalla sala grande del suo night club, segno che fosse tutto finito e che probabilmente erano già andati tutti via, comprese le sue cubiste.
Passarono all'incirca una decina di minuti fino a che non sentì la voce di Alex che se la rideva assieme a Daniele e una voce dura, quella di Giorgio, che imprecava contro di loro. Si alzò in piedi e non appena lo scorse sulla soglia della porta sul suo viso comparve solamente un espressione di disprezzo nei confronti di quello che era stato per anni un uomo fidato.
-Ciao bastardo.- lo salutò Stash con un sorriso. -Credevi davvero di poter scappare?- chiese retorico mentre si lasciava sfuggire una delle sue risate più false.
-Fossi in te scapperei lontano.- disse Giorgio con un sorriso amaro sulle labbra. Stash si avvicinò pericolosamente a lui con sguardo minaccioso. Come osava prenderlo in giro anche in una situazione in cui rischiava così tanto?
-Cazzo stai dicendo? Che motivo avrei di scappare, eh?- domandò con disprezzo. Cosa pensava? Che avesse paura di lui? Che avrebbe dovuto sentirsi minacciato?
-Testa di cazzo Elena ha messo una taglia sulla tua testa, ti stanno cercando.- disse. Gli occhi di Stash si spalancarono scioccati prima di portare la mano sui capelli e scompigliarli del tutto. Il primo posto in cui avrebbero cercato sarebbe stato nel suo night, ma Stash non aveva paura. Stash non sarebbe fuggito, anzi, se Maometto non va alla montagna, sarà la montagna ad andare da Maometto.

Hola!
Bene, ecco il secondo capitolo.
Stash scopa come un coniglietto con Virginia.. 😂😂😂
ecco, tenete bene a mente questa tipa, perchè non sarà l'ultima volta
che la vedrete.
e non dico che la vedrete solo come una che si scopa lui, anzi.
Poi più avanti capirete perché.
Good, nel terzo capitolo
ci sarà nuovamente la nostra Elena

Fatemi sapere se vi sta piacendo ! Baci

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