-Porca troia è già la seconda volta che mi ferisce.- sbottò Stash guardando la ferita pulsante sul braccio allo specchio. Disinfettò mordendosi la lingua e stringendo gli occhi per non urlare. Estrarre la punta del tagliacarte in metallo era stato molto doloroso, probabilmente necessitava di qualche punto ma non aveva voglia di far visita ad un ospedale. Prese una benda e dei cerotti fasciandosi il braccio alla meglio. Non poteva biasimare Elena, capiva la sua rabbia. Non poteva fare assolutamente nulla, era colpevole quanto Alex, lo stavano coprendo tutti e nessuno si sarebbe mai tirato indietro. Avrebbero continuato a salvarlo dalle sue bravate, dalle vittime che seminava, era un loro amico e non avevano intenzione di rimetterci tutti quanti.
Si guardò con disgusto notando come le cicatrici dei tagli spiccassero sul suo viso perfetto. Lui sapeva di essere bello e quelle cicatrici lo rendevano imperfetto. Odiava tantissimo Elena per avergli fatto ciò, ma non trovò comunque un valido motivo per uccidere suo cugino. Sapevano bene tutti quanti di cosa fosse capace la mora. Non si faceva molti scrupoli ad uccidere la gente, era nata cattiva, era nata fredda e cinica. Stash sapeva che adesso erano tutti a rischio, il più di tutti lui stesso. Quando Elena gli aveva conficcato il tagliacarte aveva pensato per la prima volta di morire. Aveva creduto che puntasse dritta al suo cuore, al suo cervello o al suo collo. Aveva anche pensato che l'attendeva una morte lenta e dolorosa, fatta solo di sofferenza e agonia. Elena era capace anche di questo, non si faceva mai nessun scrupolo. Si riscosse dai propri pensieri non appena sentì dei passi pesanti raggiungerlo nel bagno di casa sua.
-Stash?- lo richiamò una voce che riconobbe subito come quella di Alex. Sbuffò e rimase a guardarsi allo specchio fino a che non sentì una presenza alle spalle. Vide gli occhi di Alex riflessi allo specchio e cercò di non guardarlo. Non aveva idea di cosa provare nei suoi confronti. Era arrabbiato, ma era pur sempre suo cugino. Aveva fatto qualcosa per il loro bene, ma non era ciò che avrebbe dovuto fare in quel momento. Si stavano mettendo tutti in pericolo e non aveva idea di come uscire da quella situazione. D'altronde era stata colpa di Stash se avevano rapito Virginia.
-Che ti è successo?- la sua domanda fece sussultare Stash di rabbia. In quell'istante avrebbe voluto prenderlo a pugni, come aveva fatto quando aveva saputo della morte del ragazzo.
-Per colpa tua Elena mi ha accoltellato. Vedi un po' te.- disse con una voce che rasentava davvero rabbia e ironia. Uno dei mix più potenti che potesse creare Stash. Vide Alex prendere un respiro come se volesse ricominciare a parlare porgendo le sue scuse, quando in realtà avrebbe dovuto farle ad Elena o alla famiglia di Mattia, ma nemmeno quella era una buona idea.
-Stash ascolta, mi dispiace, davvero. Mi sono fatto prendere la mano...- disse ma Stash fu più veloce e lo zittì facendogli un cenno con la mano e sussurrando uno 'shh' abbastanza forte da far capire al ragazzo che le sue scuse non erano gradite. Non appena ebbe finito si guardò allo specchio un'ultima volta e si recò in cucina prendendo dell'erba da dentro un contenitore del caffè, uno dei luoghi dove teneva nascosta la roba sporca. Rollò immediatamente una canna portandola alle labbra e godendosi quei piccoli momenti di leggerezza che gli donava. Alex si limitò a sfilare una sigaretta dalla tasca e a godersi quella, non aveva il coraggio di chiedere a Stash di poter fumare erba. La situazione in cui si trovava non gli permetteva di poter chiedere qualcosa o di pretendere. Rimasero in silenzio finché non fece ingresso anche Daniele che li trovò nel silenzio più totale e decise di aggregarsi fumando una sigaretta. Si sentiva in colpa per tutto quello che era successo, ma sapere che Virginia era al sicuro lo faceva stare meglio. Attendeva con ansia la sua chiamata per avvertirlo del suo arrivo a Miami. Rimasero tutti e tre in silenzio per un bel po' di tempo, finché Stash non si alzò facendo strisciare la sedia e prendendo dal frigo una bottiglia di un forte whiskey. Ne versò in tre bicchieri passandoli ai suoi amici.
-Se proprio dobbiamo morire per i sensi di colpa, anneghiamo nell'alcool e nel fumo.- disse Stash ridendo appena. L'erba gli aveva già dato alla testa, facendolo sentire leggero, vuoto, come se ridere fosse la cura migliore anche in un momento critico come quello, in cui tutti rischiavano di morire da un momento all'altro. Passò loro anche dell'erba facendoli fumare, ma quella serata non era destinata a concludersi in quel modo. Afferrò dal fondo di un cassetto della polvere bianca cercando l'approvazione dei compagni, che non esitarono nemmeno un minuto, e si lasciarono andare ad una delle serate peggiori della loro vita. Risero dei loro guai, brindarono alla loro morte, si prendevano gioco di Elena, scherzavano su chi si sarebbe scopato la nuova arrivata al night club. Ma nessuno di loro voleva ammettere a se stesso e agli altri che la paura di morire li avrebbe corrosi fino in fondo. Il primo a crollare fu proprio Alex che si gettò sul tappeto e si addormentò con un terribile mal di testa. Stash non ci era andato giù molto pesante, non più del solito almeno, e rimase a fissare il suo amico Daniele che litigava con le sue stesse mani per come tenere il bicchiere fra le mani. Lo guardò attentamente scrutando le sue emozioni e le sue espressioni, sembrava preoccupato e ansioso, nonostante lui fosse proprio quello che non c'entrava in quell'assurda storia.
-Perché sei nervoso?- gli chiese il moro ridendo. A Daniele scappò il bicchiere dalle mani sbattendo sul tavolo facendo si che quel poco di whiskey cadesse in terra e sul resto del tavolo. Stash aggrottò la fronte e nonostante fosse fatto la voglia di ridere gli passò immediatamente.
-Deve essere quella roba.- disse ridendo Daniele per giustificare le sue mosse goffe e nervose. Stash gli sorrise di sbieco e rimase a scrutarlo con attenzione. Era sicuro che ci fosse sotto qualcosa. Era sempre stato così, ansioso quando faceva qualcosa di sbagliato o che avrebbe fatto incazzare Stash. Uno con un carattere simile non poteva stare nel covo dei lupi, ma era l'unico posto in cui stava bene e avrebbe eseguito gli ordini, qualsiasi essi siano.
-Hai paura di morire, eh?- domandò Stash scolandosi l'ennesimo bicchiere della serata. Lo poggiò sul tavolo asciugandosi le labbra col dorso della mano e strizzando gli occhi per lo strano bruciore alla gola e allo stomaco. Daniele alzò lo sguardo pigramente, come se le forze lo stessero abbandonando, ma Stash gli passò un altro bicchiere di whiskey che accettò volentieri e bevve tutto d'un sorso. Nemmeno quello di bere molto era tipico di Daniele, solitamente avrebbe rifiutato, ma questo fece capire a Stash che ci fosse sotto qualcosa di molto più importante. Che nascondesse un segreto inconfessabile, che lo stava logorando molto lentamente.
-Si.- ammise chiudendo le palpebre e respirando affondo. I sensi di colpa non lo abbandonavano affatto, l'alcool e la droga non aiutavano affatto. Aveva bisogno di altro probabilmente per liberarsene.
-Ma tu non rischi quanto me e Alex.- lo rassicurò Stash osservando la sua mascella contratta. Scappò un sorriso amaro a Daniele che si dipinse sulle sua labbra, facendo scuotere la testa al moro. Aveva capito bene, anche lui c'entrava in questa storia. Stash iniziò a pensare alle ipotesi più assurde del mondo, come quello che Alex abbia solo coperto Daniele e che fosse stato proprio lui ad uccidere Mattia. Ma gli pareva fin troppo assurda.
-Se solo voi sapeste...- disse a bassa voce prima di perdere conoscenza e poggiare la testa sul tavolo. Stash sospirò, Daniele aveva sicuramente commesso qualche errore madornale. Qualcosa che non riusciva ad immaginarsi, qualcosa che sicuramente non avrebbe voluto fare, di cui si pentiva amaramente. Eppure lasciò stare il tutto alzandosi dalla sedia e recandosi nella propria stanza, sul proprio letto, stendendosi prima di perdere conoscenza. Lasciò i suoi amici nella propria cucina di casa che il giorno dopo si sarebbero svegliati e chiesti che diavolo ci facessero proprio lì, in quel posto. Si ripromise che avrebbe fatto una chiacchierata cuore a cuore con Daniele.
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