Chapter Nine.

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Elena senza dire assolutamente nulla, decise di raggiungere Michael, che l'aveva chiamata qualche minuto prima. Aprì la porta senza nemmeno bussare, era abituata a trovarlo con qualche ragazza, e le prime volte era rimasta scioccata, la seconda schifata mentre la terza totalmente indifferente. Si stupì di averlo trovato solo, seduto a tavola che si rigirava qualcosa fra le mani.
-Si?- domandò seccata lei. Immaginò che avesse qualche altra commissione da farle fare, e sbuffò sonoramente non appena lui ammiccò e gli fece cenno di sedersi sulla sedia. Elena ubbidì e poggiò i gomiti sul tavolo in attesa che parlasse. Era leggermente irritata e stanca, non aveva nessuna voglia di stare a sentire anche lui.
-Da quando tu e Fiordispino avete dei rapporti?- domandò a brucia pelo. Elena parve risvegliarsi e spalancò di poco la bocca. Sbiancò di colpo e cercò qualcosa da dire, ma non riuscì a muovere nemmeno un muscolo. Come faceva lui a sapere che ci era andata a letto? Quella domanda assillò la ragazza, che iniziò a torturare le proprie mani, non avendo idea di come si potesse giustificare nonostante lui l'avesse avvertita.
-Allora Elena? Non hai nulla da dire?- insisté Michael. Elena sperò che si potesse aprire un varco sotto la sedia su cui stava seduto e che sparisse definitivamente. Premeditò la sua morte nella sua mente, ma si ritrovò solamente con un mucchio di pensieri e la bocca completamente cucita. Come se le labbra si fossero incollate le une alle altre.
-No.- rispose fredda e coincisa dopo una manciata di minuti che parvero infiniti. Un piccolo sorriso beffardo si affacciò sul viso di Michael ed Elena sospirò pesantemente ritrovandosi con le spalle al muro. Non aveva idea di come ne sarebbe uscita, se distrutta, se vincente, se con una chiacchierata civile, ma era sicura che ne sarebbe uscita presto.
-E da quando in qua ti manda della posta?- domandò ancora con quel sorriso che persisteva e non intendeva abbandonare le sue labbra. Quasi si divertisse a prenderla in giro. Elena non appena sentì la parola 'posta' drizzò le orecchie e rimase attonita, non riusciva davvero a credere che Stash le avesse mandato qualcosa per posta. Di solito sarebbe venuto di persona e non avrebbe rischiato così tanto con Michael.
-Io e lui non ci scambiamo posta e non abbiamo nessun rapporto.- rispose con freddezza e con una rabbia nella voce, che si stupì della sua stessa reazione. Michael la guardò mentre continuava a rigirarsi fra le mani una grande busta gialla su cui risaltavano il nome di Elena e di Stash.
-Non sembrerebbe.- rispose con una nota di rabbia nella voce, anche Michael iniziava a perdere la pazienza e non avrebbe resistito ancora per molto, a breve probabilmente sarebbe scoppiato e per Elena sarebbe stata la fine. Anche se, in cuor suo, Michael sapeva benissimo che quella ragazza avesse del coraggio da vendere e gli avrebbe tenuto testa come se niente fosse.
-Te lo ripeto per l'ultima volta Michael, tra me e lui non c'è nessun rapporto.- disse con fermezza, era determinata a far capire che non avesse nulla da nascondere. -E comunque credo che mi appartenga. Spero tu non sia stato così ficcanaso da aprirla.- sibilò lei strappandogli la busta dalle mani. Michael sorrise sardonico e la guardò mentre ispezionava la busta con attenzione.
-Dovevo essere sicuro che non fosse qualcosa di pericoloso.- disse mentre scoppiava in una fragorosa risata. Elena offesa, si alzò di scattò e si diresse verso l'uscita sbattendosi la porta alle spalle. Tentò di calmare il respiro affannoso e si rifugiò in camera sua. Si sedette con le gambe incrociate sul proprio letto e si rigirò la busta fra le mani. Lei, Michael e tre loro fedeli amici dividevano la casa, in modo tale da poter stare sempre vicini e in contatto. Dopo un paio di minuti decise di aprirla e notò che la busta era già stata aperta e sperò con tutta se stessa che Michael potesse stramazzare al suolo, morto. Odiava le persone che mettevano il naso in cose private, odiava con tutta se stessa la curiosità quasi morbosa di Michael. Tentò di calmare la sua rabbia, che le fece tremare anche le mani, e tirò fuori un piccolo disco avvolto in una custodia e con esso venne fuori anche un piccolo bigliettino. Aggrottò la fronte e lo afferrò.

Goditi lo spettacolo amore. ;)

Presa da una rabbia incontrollata strappò il biglietto ed ebbe la voglia di spaccare quel disco a metà. Non aveva voglia di stare dietro anche a lui. Ne aveva abbastanza delle sue provocazioni e prima o poi gliel'avrebbe fatta pagare, e anche cara. Guardò il dischetto che aveva fra le mani e presa da una voglia incontrollata di sapere, decise di vederlo, nonostante stesse facendo esattamente lo stesso gioco di Stash. Quasi inferocita con se stessa e la sua curiosità, tirò fuori il disco e lo inserì nel lettore cd, attendendo con impazienza che partisse. Poi rimase in silenzio, ad ascoltare, ma l'unica cosa che vide per un paio di minuti fu il buio, lo schermo completamente nero. Furiosa per quello scherzo, si alzò e decise di tirarlo fuori per poi spaccare il viso a Stash, ancora una volta. Ma non appena si avvicinò alla TV sentì la voce sottile del moro che chiedeva qualcosa, di cui lei non si curò molto. Alzò di scatto la testa e notò il viso di Stash davanti all'obiettivo della telecamera con un sorriso furbo sulle labbra. Curiosa come non mai, si risedette sul letto e guardò con attenzione. Stash si allontanò dopo aver sistemato per bene la videocamera, e ciò che saltò immediatamente all'occhio di Elena fu una bionda di spalle. Non era solo. E di certo non aveva buone intenzioni.
-Mi ha mandato un video porno quella testa di cazzo!- imprecò immediatamente dopo un paio di secondi. Non aveva voglia di stare a vedere ciò che avrebbe fatto con quella ragazza. Un po' perché le faceva schifo, un po' perché avrebbe desiderato esserci lei al posto della bionda. Era strano per lei ammetterlo a se stessa ma aveva una voglia strana di poterlo possedere ancora una volta.
-Buona visione tesoro.- sentì la voce di Stash cristallina giungergli alle orecchie e non poté fare a meno di fissarlo. Aveva già tolto di mezzo tutti i vestiti, se così potevano chiamarsi, della ragazza e la bionda aveva provveduto a fare lo stesso coi suoi. Erano pronti per la loro prestazione. Avrebbe tanto voluto spegnere tutto e gettare quel cd nella pattumiera, ma una strana voglia di stare a guardare, una strana curiosità di sapere chi fosse la ragazza la tenne inchiodata al letto. Desiderò con tutta se stessa che quella strana bionda si voltasse svelandole il proprio volto, ma dovette aspettare ancora per molto. Notò immediatamente che Stash spinse la bionda sulla sedia e le legò i polsi ai braccioli. Rimase quasi disgustata da quella scena, non riusciva a credere che stesse facendo una cosa del genere con una ragazza. Non era da Stash. Sentì una leggera risata della ragazza e poi sentì un tonfo sordo. La figura di Stash era inginocchiata davanti alla ragazza e solo Dio sapeva cosa le stava facendo. Elena si tappò le orecchie disgustata, con un groppo in gola per l'invidia e la rabbia, non appena udì i gemiti sommessi della ragazza. Chiuse gli occhi per qualche minuto, fino a che non sentì il silenzio assoluto. Li riaprì e notò la ragazza con una benda sugli occhi e un fazzoletto sulla bocca. Elena la guardò bene, era nuda con le gambe aperte e legata. Poi notò un piccolo tatuaggio sul fianco sinistro e le parve di conoscerlo. Scrollò la testa e attese con ansia. Notò Stash sussurrare qualcosa alla ragazza e lei ridacchiò.
-Okay, adesso dì il tuo nome tesoro.- disse Stash facendo un sorriso di scherno verso la telecamera. Tolse di mezzo il fazzoletto e lasciò che la bocca della bionda fosse libera. Elena trattenne il fiato per qualche secondo, non aspettava altro da un bel po'. Passarono dei secondi che parvero un infinità di tempo per poi ricominciare a respirare.
-Virginia.- disse la voce vellutata della bionda ancora seduta. A Stash scappò un sorriso mentre fissava l'obiettivo.
-No, il tuo nome per intero.- l'ammonì lui con uno strano divertimento negli occhi. Elena iniziò a non respirare più. L'aria nella stanza pareva essere sempre meno. Non riusciva a credere che fosse davvero chi aveva pensato qualche minuto prima.
-Virginia Gilmore.- gracchiò lei con un sorriso eccitato. Elena rimase paralizzata nel riconoscere il nome di sua sorella in quella donna. Non riusciva davvero a credere che fosse lei. Non riusciva a credere che fosse stata capace di fare una cosa del genere, non aveva idea in che guaio si era cacciata.
-E cosa stiamo per fare?- continuò Stash divertito. Elena si alzò pronta a staccare tutto quanto e la rabbia ritornò in circolo nel suo corpo. Desiderava con tutta se stessa ucciderlo, e gliel'avrebbe fatta pagare dopo quello che aveva fatto a Virginia. Poi però rimase attonita dalla risposta di sua sorella. Intuì che non fosse la prima volta che si ritrovavano a fare una cosa del genere, e il sangue le salì al cervello annebbiandola completamente. Non riusciva a credere che era andata a letto sia con lei che con sua sorella. Lo avrebbe davvero ucciso, e non desiderava altro che raggiungerlo e farlo con le sue stesse mani.
-Sesso. Quello che ho desiderato giorno e notte.- sussurrò Virginia. Poi Stash, quasi come un bestia, balzò sulla ragazza e iniziò a leccarle il seno, per poi scendere più in basso, fino a raggiungere la sua intimità bagnata.
-Stash, per favore, fa qualcosa o impazzisco.- le parole della sorella rimbombarono nelle orecchie di Elena come un eco continuo, e con un impeto di rabbia scaraventò il telecomando della Tv contro il muro, aprendosi in due parti. Con gli occhi di fuoco fissò il ragazzo che con un colpo secco la penetrava e sentì le urla di sua sorella perforarle le orecchie. Portò le mani sul capo e con le mani tremanti di rabbia e gli occhi pieni di lacrime spense la televisione, rimanendo nella sua mente l'ultima immagine di Stash e sua sorella mentre facevano sesso. Non aveva voglia di scoprire cosa avessero fatto dopo, non aveva voglia di sapere come avessero concluso, in quel momento desiderò solamente potersi strappare i capelli dalla testa. Era persino costretta a stare in silenzio, non poteva parlare alla sorella della situazione in cui si trovava, non poteva rischiare così tanto. Ci sarebbero andati di mezzo tutti e Virginia non avrebbe dovuto sapere. Poi un pensiero prese parte nella su testa: e se Virginia sapesse già tutto quanto? D'altronde non aveva idea di cosa facesse con Stash, ma soprattutto di come l'avesse conosciuto. Si scrollò quei pensieri di dosso e pensò ad altre ipotesi, poi decise di raggiungere Stash. Aveva bisogno di parlargli, di poterlo affrontare ma soprattutto di ucciderlo. Lo voleva con tutta se stessa. Uscì dalla sua camera sbattendo la porta con violenza e scese al piano di sotto prendendo al volo le chiavi della sua macchina.
-Elena dove vai?- le urlò dietro Briga, uno dei suoi amici con cui divideva la casa. La mora non gli diede ascolto e uscì senza nemmeno rispondergli. Aveva fretta ed era arrabbiata, non aveva voglia di perdere del tempo anche con loro. Mentre guidava come una pazza sconsiderata per strada, sentì il suo cellulare squillare. Senza nemmeno guardare, rimanendo con lo sguardo fermo sulla strada, afferrò il cellulare e rispose.
-Dove cazzo vai?- la rimproverò Mattia. Lei sbuffò e per poco non gli riattaccò in faccia. -Cazzo Elena, non fare stronzate.- disse sentendo solamente silenzio in risposta alle sue preoccupazioni. Elena presa dalla guida incastrò il cellulare tra la spalla e l'orecchio e decise di rispondere con calma. Mattia sapeva bene cosa era in grado di fare quella ragazza, e aveva paura che potesse mettersi nei guai ancora una volta.
-Sto andando al magazzino.- mentì lei con estrema calma. Tentò di mantenere un tono di voce che non rasentasse rabbia o preoccupazione e continuò a guidare fino a che non si trovò proprio davanti casa di Stash.
-E perché sei scappata così?- replicò indispettito. -Quando lo fai di solito fai cazzate.- concluse con una durezza nella voce, di cui Elena non aveva minimamente paura. Era una ragazza senza paura, non l'aveva mai avuta di nessuno, e non avrebbe iniziato adesso.
-Ho ricordato di aver scordato aperta la porta del retro.- mentì ancora una volta. In fondo era una scusa plausibile, non era la prima volta che usava tale scusa, ma soprattutto che si dimenticasse davvero la porta del magazzino aperta.
-Okay, torna presto.- disse il ragazzo prima di riattaccare. Lei stanca dei suoi continui rimproveri gettò il cellulare sui sedili posteriori e scappò verso la porta di casa in cui Stash si trovava. Con cautela fissò le finestre puntando in alto lo sguardo e decise di arrampicarsi su, esattamente come era scesa la prima volta. Si guardò attorno, attenta a non trovare nessuno nei paraggi, per poi iniziare la sua scalata. Con un agile balzo si ritrovò alla ringhiera di ferro e con una forza sovraumana che mise nelle braccia si tirò su. Con i piedi si diede la spinta finale e si ritrovò sul balcone aperto di Stash. Entrò nella stanza da letto e si guardò attorno circospetta, temendo che da un momento all'altro potesse uscir fuori il moro o qualche suo amico fidato.
-Sapevo che saresti venuta.- la voce di Stash la colse di sorpresa e si voltò con il cuore che martellava nel petto per lo spavento appena preso.
-Pezzo di merda! Non toccare mia sorella!- Elena iniziò ad urlare e gli si gettò addosso afferrandolo per il collo, mentre Stash se la rideva con immenso gusto. Provava piacere nel vederla così infuriata con lui ma anche con se stessa. Desiderava sortire esattamente una reazione del genere, d'altronde doveva pagarla per quello che gli aveva fatto al volto. E questo era solo l'inizio di una lunga tortura.
-Guarda che tua sorella è grande e vaccinata, se vuole scopare con me lo fa.- rispose con nonchalance il ragazzo spostando con forza le mani della mora dal suo collo. Lei digrignò i denti, che iniziarono a battergli con forza per la troppa rabbia che tentava di reprimere, e si scagliò nuovamente su Stash in cerca di vendetta.
-Sei un bastardo! Un lurido bastardo! Non dovevi coinvolgere mia sorella, coglione!- urlò con una rabbia che non sapeva di avere. Iniziò a venirle l'affanno e Stash notò come il suo top scollato si fosse sollevato sui fianchi, lasciandoglieli scoperti, e di come mettesse in risalto il suo seno prosperoso, proprio come quello della sorella. Doveva essere di famiglia.
-Calma piccola. Non hai ancora visto nulla.- ghignò quasi con perfidia. Elena si bloccò all'istante sentì il sangue nelle vene bloccarsi.
-Che le hai fatto?- domandò con un filo di voce. Si allontanò di qualche passo da lui sistemando il suo top per bene e lo guardò con rabbia, ma contemporaneamente anche con preoccupazione. Temeva davvero che fosse successo qualcosa a Virginia, e se davvero fosse stato così non se lo sarebbe mai perdonato.
-Starà con me per un bel po'.- rispose Stash scrollando le spalle. Si spostò con passo leggero e si sedette sul suo letto matrimoniale. Con una mano fece cenno alla mora di raggiungerlo ma lei fece una smorfia sibilando fra i denti qualcosa come 'coglione'.
-L'hai rapita?- domandò cercando di calmare il suo fiato pesante, neanche avesse corso una maratona.
-Ho detto che starà con me, non che l'ho rapita.- ribatté con una finta smorfia offesa il ragazzo.
-Lasciala. Andare.- sillabò con rabbia. Poi come una pazza iniziò a girovagare per casa aprendo ogni porta facendole sbattere al muro.
-Non è qui, è inutile che la cerchi.- le urlò Stash con una nota di divertimento nella voce. Elena combattuta, dopo aver cercato in ogni stanza, si diresse nuovamente in camera di Stash e saltò sul letto. Gli si mise cavalcioni e lo strattonò un paio di volte, con l'intenzione di strangolarlo.
-Oh piccola, se sei vogliosa puoi semplicemente dirlo...- ribatté con sguardo sexy. Lei si irritò e le sue mani iniziarono a tirare schiaffi e pugni al suo addome, che lui prontamente frenò, afferrandola per i polsi. Con un veloce gesto lei si ritrovò sotto Stash, ansimante e nervosa, che la teneva forte i polsi sulla sua testa e con una mano sola.
-Lasciami bastardo!- urlò dimenandosi tentando di sfuggire alla sua presa.
-Cazzo Elena, quanto mi ecciti.- si ritrovò a dire. Non avrebbe mai voluto esprimere ad alta voce quel pensiero che gli frullava nel cervello, ma non riuscì a controllare le sue labbra. Senza essersene reso nemmeno conto la sua erezione sbatté sull'intimità della ragazza, che più si dimenava più lo rendeva voglioso. La ragazza si fermò e lo guardò negli occhi. Non poté che leggere voglia, passione, desiderio. Un mix di emozioni, che anche lei aveva desiderato provare qualche ora prima. Poi il moro, senza un minimo di logica, si ritrovò a baciare Elena. Le mordicchiò le labbra e continuò la sua lenta corsa verso il collo. La mora si acquetò all'istante, troppo rapita dai baci del ragazzo, e solo in quel momento si rese conto dell'evidente erezione che aveva nei pantaloni.
-Ti voglio.- le sussurrò Stash all'orecchio. Le sue mani corsero verso il bottone dei suoi jeans che sganciò in meno di qualche secondo. La rabbia accumulata sparì in pochi secondi, e si rese subito conto di quanto Stash influisse sul suo umore, e ciò era decisamente una cosa sbagliata. Una cosa però che non avrebbe mai potuto controllare.
-Prendimi.- si ritrovò a sussurrare senza un minimo di logica. Stash felice delle sue parole, si buttò a capofitto sull'occasione d'argento che la ragazza le stava offrendo.

Ciao ragazze :) innanzitutto grazie per i mi piace e i commenti , e poi finalmente siamo arrivate alle 1000 visualizzazioni :))
comunque, come potete vedere Elena, non resisterà mai A Stash,
che accadrà?
lascio a voi le conclusioni 😉
baci, Debbi.

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