«A proposito, Louis»– disse Niall, entrando nel suo ufficio reggendo in mano delle cartelline in cartoncino blu e spalancando la porta senza bussare «oggi mi dovresti sostituire in una piccola incombenza.»
Il tono della voce era volutamente calmo e tranquillizzante, quasi a voler sdrammatizzare la richiesta che sarebbe seguita di lì a poco, perché il giovane avvocato dal ciuffo biondo non poteva accettare un rifiuto. In studio avevano assolutamente bisogno di una persona che desse loro una mano in lavoretti spiccioli e quella di assumere un praticante alla fine era un'idea vincente, solo che per una serie di cause di svariata natura, si stava procrastinando più del dovuto.
Niall voleva chiudere la questione al più presto, ma anche questa volta qualcosa si era messa di traverso, la convocazione improvvisa da parte del giudice che rischiava di far saltare il programma che si era dato per quella mattinata.
A quel punto, non gli restava che far affidamento sull'altra forza lavoro presente in studio, cioè il suo socio, ma Louis non era certo famoso per il suo buon carattere. Era invece un tipo scontroso e talvolta arrogante, con un'espressione minacciosa, resa ulteriormente aggressiva da quello sguardo glaciale su cui campeggiavano due occhi grigio azzurri.
Niall era perfettamente consapevole che ciò che stava per chiedere non avrebbe propriamente suscitato le simpatie del collega.
«Quanto piccola?» chiese con riluttanza Louis Tomlinson, alzando lo sguardo verso di lui respirando aria di problemi. Si accarezzò appena il ciuffo castano come se dovesse spostare un'immaginaria ciocca dalla fronte. Con tutto quel gel, i suoi capelli non si sarebbero spostati nemmeno se lo avessero messo a testa in giù, ma quel gesto contribuiva a rafforzare quella sua aria carismatica. Louis posizionò meglio gli occhiali sul ponte del naso fissando il collega con espressione truce. Sapeva che quando Niall voleva qualcosa da lui, usava sempre quel basso profilo per non contrariarlo e cercare di portare a casa il risultato che voleva e anche stavolta molto probabilmente la cosa si sarebbe ripetuta. Alla fine, Louis non era così cattivo come avrebbe voluto apparire, ma gli piaceva far aleggiare su di sé la fama del tipo difficile- Cercò di intimorire il socio con una delle sue classiche occhiate di ghiaccio che non fecero gran presa sull'avvocato biondo.
Del resto, Niall Horan lo conosceva sin dai tempi delle superiori, che avevano condiviso insieme prima di proseguire gli studi in giurisprudenza e poi, trovandosi bene insieme, avevano deciso di affrontare il mondo del lavoro aprendo insieme lo studio legale.
Ultimamente, poi, le loro vite si erano ulteriormente unite, dopo che Niall, qualche mese prima, aveva sposato Charlotte, una delle sorelle di Louis, dalla quale era rimasto letteralmente folgorato il giorno in cui i due amici si erano laureati ormai quasi sei anni prima.
E quindi lo sguardo glaciale di Louis non ebbe alcuna presa su di lui, se non un sorriso che Niall cercò di contenere con tutte le sue forse, prima di sferrare il colpo finale.
«Incombenza piccola e comunque nulla che tu non possa svolgere in maniera egregia, come sempre» lo adulò con un tono di voce carezzevole, dandosi una passata noncurante sul lungo ciuffo biondo schiarito da colpi di sole e portandoselo indietro.
«E cioè?» chiese Louis con aria ancor più recalcitrante. Tuttavia, Niall era riuscito a stuzzicare la sua curiosità facendo leva sulla sua forte ambizione professionale, ma preferì attendere un attimo prima di spiattellargli la richiesta.
Visto che Horan stava facendo un po' troppo il prezioso, Tomlinson diede qualche segno di impazienza.
«Vuoi tenermi sulle spine ancora per molto o ti decidi a parlare?» lo sollecitò fissandolo con espressione truce.
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AS A RAINBOW IN MY LIFE (completa)
FanfictionLouis Tomlinson era bello, castano, con uno sguardo accattivante e due occhi glaciali color azzurro intenso che, se avevi la fortuna di incrociare, non riuscivi a toglierti dalla testa. Carismatico e affascinante anche se con un carattere aggressivo...