«Oh ciao Harry» lo salutò Niall lunedì mattina non appena il praticante raggiunse lo studio.
«Ciao Niall, tutto bene?»
«Io sì, anche tu immagino a giudicare dalla camicia...»
«Non ti piace?»
«No, Harry, direi proprio di no. Sai, mi stai facendo venire un'idea. Potrei mandarti ad uno di quei corsi di bon ton...»
«Per le buone maniere?»
«No, per l'abbigliamento. Sai, magari uno stage in Italia presso una qualche casa di moda...»
«Non ne azzecco mai una, lo so» sbuffò Harry. «Il fatto è che detesto le giacche.»
«Capisco, ma...» Niall aspettò un attimo prima di riprendere. «Una via di mezzo, almeno?»
«Va bene, in pausa pranzo vado a casa e mi cambio.»
Harry indossava una camicia orribile e la cosa aveva dato a Niall lo spunto per sondare il suo umore, che pareva ottimo e non diverso dal solito. Ora gli sarebbe piaciuto sapere come sarebbero andate le cose fra lui e Louis, visto ciò che gli aveva detto il cognato. Si erano sentiti anche la sera prima e ad Horan non parve che il week end avesse portato consiglio al socio, né un po' di pace, a dire il vero.
Tomlinson continuava a non perdonarsi la sua debolezza ed ora non sapeva come gestire la presenza del praticante in studio.
«Ah Harry, a proposito» proseguì Niall «Avrei bisogno che mi seguissi una certa pratica.»
«Certo, con Louis ho quasi finito.»
«No, per la pratica Logan si arrangia lui. Mi ha detto che posso chiederti di aiutarmi subito.»
«Ah, va bene» disse Harry, ma a Niall parve di scorgere un filo di contrarietà. Il fatto di chiedergli di affiancarlo al lavoro era soltanto una scusa, un accordo tra i due cognati per dare a Louis il tempo di far chiarezza con le proprie emozioni, forse con i proprio tumultuosi sentimenti.
«Dai facciamoci un caffè.» La proposta di Horan doveva servire a prendere fiato con alcuni cavilli della pratica che stavano esaminando, ma anche per capire quanto tesa fosse ancora l'aria in studio.
Nialle Harry raggiunsero il distributore di bevande e trovarono Louis che già reggeva in mano un bicchierino di caffè e lo stava sorseggiando da solo con un'espressione cupa.
«Tutto bene?» chiese Harry regalandogli un timido sorriso, ma in risposta ottenne soltanto uno sbuffo scontroso.
«Per niente!» gli rispose Tomlinson con uno sguardo glaciale.
Harry restò ammutolito, indeciso se chiedere altro o starsene zitto per timore di una reazione negativa da parte di Louis.
«Non passarmi nessuna telefonata» quasi urlò a Mary prima di tornare nel suo ufficio.
«E non disturbatemi neanche voi» precisò con tono burbero prima di richiudere la porta facendola sbattere.
Harry fece un movimento sconcertato con gli occhi mentre Niall li alzò al cielo.
«Problemi?» sondò timidamente Harry.
«Dovrebbe far pace con se stesso» precisò il biondo senza soffermarsi nei dettagli ed Harry ebbe la chiara sensazione di centrare parecchio in quella risposta.
Il comportamento freddo e distaccato di Tomlinson però non gli dava modo di avvicinarlo né di chiarire.
Quello non fu l'unico momento in cui in studio si abbatté l'ira di Tomlinson. A farne le spese era soprattutto la povera Mary, che aveva una pazienza infinita e riusciva sempre a giustificare il comportamento di Louis.
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AS A RAINBOW IN MY LIFE (completa)
FanfictionLouis Tomlinson era bello, castano, con uno sguardo accattivante e due occhi glaciali color azzurro intenso che, se avevi la fortuna di incrociare, non riuscivi a toglierti dalla testa. Carismatico e affascinante anche se con un carattere aggressivo...