8 - Ora si inizia sul serio

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«Ops, buongiono avvocato» salutò Harry sfoderando uno dei suoi sorrisi mozzafiato che mettevano in risalto una dentatura perfetta e quelle fossette sulle guance. L'aspetto giocoso e quasi infantile compensava quel tono di voce roco e profondo che dava quasi un senso di inquietudine.

Tomlinson lo squadrò dalla testa ai piedi. Non era diverso da come se lo ricordava: chioma lunga, sciolta e ribelle, skinny neri aderenti in un modo esagerato, stivaletti scamosciati chiari e una camicia assurda. Sembrava un patchwork di fantasie diverse.

Controllò a fatica una smorfia di disgusto, confermando la prima impressione che aveva avuto su di lui.

Inadeguato.

«Buongiorno Styles» lo salutò Tomlinson controllando a fatica la sua voce e cercando di non far trasparire del tutto il suo giudizio. Non era possibile che questo ragazzo dall'aria scanzonata e dalla chioma ribelle, così poco adatto al ruolo che avrebbe ricoperto per i prossimi due anni, riuscisse a turbarlo così tanto e far vacillare il suo ferreo controllo della situazione. Louis era in collera con se stesso per questa incapacità di dominarsi e si sentiva spiazzato all'idea di doversi confrontare da qui in poi con questa situazione.

In lui stava prendendo consistenza la sensazione che non era l'aspetto poco formale del ragazzo a metterlo in crisi, ma proprio lui, la sua aria scanzonata, la sua bellezza impressionante e sconvolgente, il tumulto che gli provocava nella sua mente forzando del tutto la sua volontà.

Certo, avrebbe lasciato che fosse Horan ad occuparsi principalmente del praticante e avrebbe potuto delegare molto anche a Mary servendosi di lei come intermediaria, ma ci sarebbero stati comunque dei momenti in cui avrebbero lavorato fianco a fianco.

E la cosa non lo faceva sentire tranquillo.

Per nulla.

«Si accomodi, chiamo il mio collega» disse Tomlinson in tono formale, indicandogli il divanetto della sala di attesa e lasciandolo di fronte e Mary per raggiungere l'ufficio del cognato. Chiuse la porta dietro di sé.

«Il tuo praticante è arrivato, Horan» gli disse sottovoce sottolineando il termine tuo volutamente.

«Mio?» si stupì Niall. «Ammetti che vorresti fosse tuo» lo stuzzico' e non si riferiva soltanto al piano lavorativo. Conosceva bene il cognato e non gli era sfuggito il suo interesse per il ragazzo. Solo che, rispetto al passato, questa volta Tomlinson si ostinata a negarlo, forse perché per la prima volta i suoi occhi si erano posati su una persona con cui avrebbe dovuto lavorare e si stava comportando in modo ancora più scontroso del solito.

«No, ti sbagli, Horan. Lo sai che non ho tempo per istruire mocciosi. La pratica Logan ha tempi strettissimi» si giustificò.

«Certo, certo» lo bloccò il socio alzandosi dalla sedia.

«Ah, e digli pure di vestirsi meglio. Da' un'occhiata a cosa cazzo indossa! Sembra pronto per andare al circo!» aggiunse Louis con aria sprezzante.

Niall lo guardò con una strana espressione di incredulità. Cosa aveva mai fatto Harry per guadagnarsi un commento così acido da parte di suo cognato?

«Mi occupo io di Styles, tranquillo» lo rassicurò alzandosi dalla poltroncina e dirigendosi verso la saletta.

«Ciao Harry, tutto bene?» gli disse tendendogli la mano. Louis strabuzzò gli occhi di fronte alla scena che aveva davanti agli occhi. Da quando in qua quei due erano così in confidenza? Horan che lo chiamava per nome? Cosa si era perso nel frattempo?

«Tutto bene, grazie.»

Louis li guardò con un moto di stizza e si diresse verso il suo ufficio chiudendo la porta rumorosamente dietro di sé.

AS A RAINBOW IN MY LIFE (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora