Capitolo 5

144 7 0
                                    

Bethany

Il giorno seguente passai la mattina nella vasca da bagno a rilassarmi. Avevo messo una musica di sottofondo e avevo messo solo delle candele al posto delle luci. Avevo il cellulare in mano per scorrere tra le notizie del giorno, quando vibrò per avvisarmi dell'arrivo di un nuovo messaggio. Da Reginald. -Elegance n'est pas etre remarque, mais a ne pas oublier. Comme vous le faisez. Bonnejour-

Mi venne da sorridere. Reginald. Era così.. Premuroso. E a volte anche molto dolce. Non capivo se stava facendo tutte queste cose per me solo per cordialità o perché un po' potevo piacergli. Una minuscola parte di me sperava che lo stesse facendo per la seconda ragione. Anche se questo significava per me fare un grande passo avanti e lasciarmi tutto alle spalle. Ero davvero pronta? No. Non lo ero. Non potevo stare male un'altra volta.. Fui sorpresa da vedere che Reginald parlava francese. Ed io di rimando gli risposi. -Oh merci Monsieur Castelhoof, vous parlez francais?-

La risposta arrivò qualche secondo dopo. -Oui madame. Je me domande si ce soir vous acceptez une invitation a diner de moi-

Un invito a cena? Ma stava scherzando? Il mio cuore iniziò a battere fortissimo. Iniziai a sudare. Risposi fiera di me -Oui, merci. A quel heure?-

-8 at Rouge41? Je passe chez vous. A plus tard- rispose per saluto.

Posai il telefono sulla mensola e mi immersi nell'acqua chiudendo gli occhi.

Flashback

"No, ti prego Toby no", implorai piangendo. "Lasciami andare". Singhiozzavo

Jacob prese una corda, e me la legò attorno ai polsi, con un ghigno sul viso. Iniziai a piangere ancora di più disperatamente "Vi scongiuro lasciatemi andare"

Toby e Kaspar mi legarono al divano, e mi spogliarono di ogni singolo vestito. "Ti faremo passare dall'inferno Biondina", fece ridendo Kaspar.

Urlai "Bastardi! Lasciatemi andare. Mi fa male", dissi alludendo alla corda acuta.

Fine flashback

"No!", mi svegliai dalla vasca con le lacrime agli occhi e la pelle fradicia di sudore. Un'altra volta. Ansimavo. "Non è possibile"

Reginald

"Trevor!", urlai dal mio studio. "Trevor vieni qui"

"Mi dica signor Castelhoof", disse apparendo sconvolto dal mio tono di voce alto.

Sbattei sul tavolo un foglio "Che significa questo?"

Era un articolo dove diceva che la figlia dei signori Wonder era stata vittima di un feroce stupro circa un anno fa. Non diceva altro. Ero arrabbiato con Trevor perché non me l'aveva detto prima. Ed io la sera prima avevo tormentato la povera Bethany con domande riguardo alle sue relazioni. L'articolo diceva che i ragazzi avevano filmato tutto, ma che la cassetta non era mai stata ritrovata.

"Non ne sapevo nulla.. Glielo avrei detto se lo avessi visto", disse in tono di scuse.

Mi buttai sulla poltrona sospirando "Sappiamo i nomi dei bastardi?"

Scosse la testa mentre cercava sul suo palmare "Qui non appare nulla"

"Devi. Trovarli", scandii guardandolo negli occhi. "Fa riaprire le indagini alla polizia per conto di Reginald Castelhoof"

"Qui c'è scritto che la signorina Wonder è a conoscenza, ma non hanno prove per incastrarli perché dicono che in quel periodo era instabile. Perizia psichica", disse rivolgendo lo schermo verso di me.

Lessi velocemente e tornai a guardare il mio assistente "Tu mi conosci vero?"

Trevor annuì "Come nessun altro la conosce signore"

"Allora sai che quando voglio una cosa la ottengo subito. E ora che ho messo il naso qui dentro non sarò contento fino a quando non saprò ogni minima cosa", dissi scandendo le parole.

"Reginald.. Te lo chiedo da amico. A te importa della ragazza? Perché se la risposta è positiva non avreste storia facile. Sappiamo entrambi i suoi impegni lavorativi e tutto il..", disse

Lo interruppi "Non ho mai detto che mi importa della ragazza. Ora voglio quello che chiedo. Informazioni"

"Non può semplicemente chiederle a lei?", mi chiese ingenuamente.

"E secondo te mi dirà tutto? Ha paura anche di una mosca", dissi buttando a terra dei fogli "Voglio di più"

Abbassò lo sguardo "Sarà fatto il prima possibile"

"Ah, Trevor", chiamai mentre usciva

Si voltò "Sì?"

"Ordina un tavolo alla 44esima, che sia privato, se fanno storie dì che ti manda il signor Castelhoof", esordii

Occhi sbarratiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora