Capitolo 9

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Bethany

La mattina dopo aprii gli occhi ed ero nel mio letto caldo.. Aprii gli occhi perché fui svegliata dal rumore del campanello della porta. Ordinai alla mia donna delle pulizie, Marianne, di andare ad aprire. Dopo qualche minuto scesi al piano di sotto in vestaglia e trovai sul tavolino in sala una tortina rosa e una marrone al cioccolato, ed un bigliettino che lo accompagnava. Diceva così. "Si vous me permettez , je voudrais rembourser le petit-déjeuner vous me amené dans le bureau . Bonjour étoile du matin. R"

Perplessa chiesi alla domestica "Chi l'ha portata?"

Lei sorrise "Era un bell'uomo.. Alto.. Bruno.. Occhi scuri in giacca e cravatta. Diceva di lavorare per il signor Castelhoof"

Trevor, pensai.

Incapace di risponderle, presi un pezzo di torta e la assaporai. Gustai quell'essenza sul mio palato chiudendo appena gli occhi per lasciarmi trasportare dalla leggerezza e dalla semplicità di quella cosa chiamata torta ai lamponi.

Ripensai alla notte precedente, e Reginald mi aveva messo paura.. Con una semplice mossa aveva rievocato in me ricordi paralizzanti.

Allontanai quegli aneddoti, non avrei più rivisto Reginald, e questa era una promessa.

Mi buttai sotto il getto della doccia e mi ritrovai a pensare a lui.. Mi ritrovai a pensare a lui davanti a me, che faceva la doccia assieme a me. Mi tastai le labbra, dove qualche ora prima c'erano poggiate le sue, e nonostante il bagnoschiuma alla vaniglia, sentivo il suo forte profumo. Forse mi era bastato questo, a capire quanto io volessi Reginald. Sì. Nonostante lo volevo lontano da me, provavo una strana voglia di averlo sempre intorno. Ero attratta moltissimo da lui, forse solo fisicamente, ma in un anno questo era il primo.

Volevo Reginald. Il mio corpo lo esigeva.

La mia mente lo allontanava.

Mi vestii, presi una camicia bianca drappeggiata con un grosso fiocco di seta nero sul colletto, un paio di jeans blu scuri e delle scarpe in camoscio alte. Legai i capelli in una treccia di lato e mi misi il giubotto di pelle nera.

E uscii.

Reginald

"Ho consegnato la colazione signor Castel..", disse Trevor dopo avermi passato le pratiche giornaliere.

Lo interruppi "E quella cosa che avevo chiesto esplicitamente?". Dissi alludendo al caso dello stupro di Bethany

Lui si irrigidì "Non ho trovato niente signore. E la polizia è convinta a non riaprire il caso, dice che non ci sono prove dal momento in cui la registrazione video non salta fuori"

Mi picchiettai il mento con le dita, cos'altro potevo fare? La sera precedente in compagnia di Bethany aveva risvegliato in me la mia indole nel sapere ogni cosa su di lei. Cosa avevo fatto per farla irrigidire così tanto?

"Signore?", mi richiamò Trevor. "Posso fare qualcos'altro per lei?"

"Assumermi un investigatore privato, ecco cosa puoi fare", dissi sarcastico alzandomi.

Guardò il pavimento "Non le basto?"

Lo fulminai "Voglio quel video. Vedi tu come fare. Altrimenti m metterò in moto io stesso e sai bene che quando Reginald si muove non va sempre tutto per il meglio"

Annuì timidamente "Come vuole lei signore. Ogni suo comando sarà fatto", disse andando via.

Sapevo di essere troppo duro a volte con Trevor.. Ma d'altronde chi poteva farlo se non io?

"Reginald Gregory Hernest Castelhoof!", sentii una voce famigliare alle mie spalle. Mi voltai, e una signora sulla cinquantina mi venne incontro. Alta, di bell'aspetto, con gli occhi azzurri e i capelli bianchi di tinta.. Mia madre sembrava una diva del cinema. "Sei sempre troppo duro con Trevor! Aveva una faccia! Povero ragazzo!", fece baciandomi entrambe le guance.

Sorrisi "Un buon capo deve essere autoritario. Cosa posso fare per te mamma?"

Mi guardò maliziosa "Come fai a sapere che c'è qualcosa che puoi fare per me?"

Risi "Non vieni a trovarmi molto facilmente"

"Ho bisogno del tuo staff alla CSE. Corporation Style Elegance", disse sedendosi sulle poltroncine nel mio ufficio.

Mia madre era un vero capo nella moda del continente. Lei e le sue campagne ormai stavano sfondando e sbarcando sul mercato. Non c'era da ripetere che avevo preso da lei in fatto di affari.

Continuò a spiegare "Teniamo un corso per aspiranti segretarie e talvolta modelle per copertine. E dato che su hai tutto questo ben di dio di personale donna e molte conoscenze esterne ti chiedevo di farle passare da me. Ci stiamo preparando per un tour di sfilate, e ho bisogno di ragazze efficienti quanto belle"

Subito pensai alla mia Bethany. Lei era davvero bella, ma bella da togliere il fiato. Vedendomi pensieroso mi chiese "Hai già una vaga idea?"

"Bethany Wonder", risposi senza pensarci due volte. "Ha un curriculum esemplare"

Guardò attentamente la mia faccia "Non c'è una Bethany nella tua azienda"

"Infatti non lavora qui, è una mia.. Amica", dissi amica dopo qualche secondo perché non sapevo più cos'era Bethany per me.

Sorrise realizzata "Perfetto. Contattala e dil.."

La fermai "L'ho fatta scappare"

Occhi sbarratiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora