Capitolo 13

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Bethany

Due giorni dopo.

"Allora vuoi venire? Ti passo a prendere alle 18?", mi chiese Reginald al telefono. "Dai Bethany ci divertiremo"

Mi aveva proposto di andare con lui a un'ora e mezza da Seattle in un parco dove avrebbero fatto uno spettacolo all'aperto riproducendo cime tempestose. "D'accordo. Mi farò trovare pronta"

"A dopo piccola", mi salutò dolcemente.

Aprii l'armadio e scelsi un maglione fatto a mano bianco e un paio di jeans scoloriti. Presi delle ballerine e raccolsi i capelli in uno chignon disordinato. Misi molto fondotinta per coprire i segni rossi di due giorni di pianto, e poco mascara e del lucidalabbra.

Trovai Reginald fuori dal suo SUV, una delle sue tante macchine. Era in tenuta sportiva. Aveva una camicia nera, dei pantaloni color caki e un cappotto nero lungo fino alle ginocchia. "Ciao bellezza", mi disse avvolgendomi in un abbraccio e dandomi un bacio sulla fronte "Come stai? Spero bene", mi chiese guardando il mio viso circospettoso.

Finsi un sorriso e cercai di sembrare tranquilla "Tutto alla grande. Andiamo?"

Mi posò un bacio sulla punta del naso e aprì la portiera del lato del passeggero "Andiamo piccola"

Il viaggio fu tranquillo. Un'ora e mezza credevo fosse più pesante. Credevo mi sarei sentita non a mio agio. Invece.. Tutto il contrario. Reginald si dimostrò molto elastico e naturale che distolse la mia mente dai brutti pensieri. Parlammo di ogni cosa. Musica. Sport. Cinema. Ogni argomento innocente si rivelò una scoperta sull'altro.

Arrivammo a destinazione. Il parco era stato adornato da luci e festoni. c'erano i venditori di cibo ambulanti e un palco sontuoso dove a breve si sarebbe tenuto lo spettacolo. Reginald mi aiutò a scendere e prese la mia mano nella sua posandomi un bacio sulla guancia "Ti piace?"

Annuii scettica "E'.. Molto bello"

"Prendiamo da mangiare e all'inizio dello spettacolo ci sediamo in un angolo sul prato? Oppure vuoi stare seduta? Ho chiamato i miei assistenti e.."

Lo interruppi ridendo, era bello sentire come si preoccupava per me. "Stare seduta sull'erba mi piace"

"Andiamo a mangiare", disse conducendomi in un ristorante poco distante. Aveva prenotato un tavolo fuori, aveva pensato a tutto.

Forse potevo iniziare a credere che per lui contavo qualcosa

Reginald

"Vuoi sederti qui?", le chiesi aprendo le gambe invitandola ad appoggiarsi al mio petto. "E' più comodo del tronco dell'albero"

Mi guardò esitante, e senza rispondere si intrufolò tra le mie braccia; io la circondai e le accarezzai il collo con le labbra . "Grazie che hai accettato", le sussurrai all'orecchio.

Alzò il viso guardandomi con la solita espressione persa nel vuoto. "La proposta mi sembrava allettante"

Avrei voluto chiederle se qualcosa non andava, ma avevo troppa paura di farle del male incosciamente. Ma non potevo vederla così.. Beth aveva sempre quel retrogusto su un altro pianeta.. Avrei voluto averla anche solo per qualche minuto limpida e pura. "Non hai dormito?", le chiesi vedendo i segni delle occhiaie coperte al meglio con il fondotinta.

Abbassò lo sguardo e appoggiò la testa al mio petto "Pensavo"

"A cosa?", chiesi malizioso.

Ridacchiò "Se dirò che pensavo a te ti monterai la testa"

"Più montata di così", dissi facendo il gradasso.

Si alzò sciogliendosi i capelli guardandomi "E tu hai pensato a me?"

Inarcai le sopracciglia "Giusto un pochino"

Si corrucciò "Bene"

La attirai a me ridendo "Sai che scherzavo. Ho pensato molto a te"

Rise anche lei "Ci credo"

"Bethany cosa c'è che non va?", le chiesi andando dritto al punto.

Si fece cupa "Non sono stata bene in questi giorni.."

"Perché?", chiesi ancora.

In quel preciso istante, il suo sguardo si pietrificò. "Reginald portami via", disse fredda

"Cosa c'è che non va?", mi guardai attorno

Si alzò terrorizzata "Devi portarmi a casa, ora"

Mi alzai anche io confuso "Ok ti porto a casa"

Vidi i suoi occhi colmarsi di lacrime, mi guardò triste "Non fare domande. Scusami se ti ho fatto perdere una.."

La baciai sulla fronte protettivo "Bethany ti porto a casa, ok? Va tutto bene", la abbracciai consolandola "Ti porto a casa"

Occhi sbarratiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora