Capitolo 21

121 8 0
                                    

Reginald

Una settimana dopo.

"Per quanto starai via?", mi chiese la mia Bethany mentre mi guardava preparare la valigia.

Avevo deciso di lasciare per qualche giorno Seattle in modo che con le mie conoscenze avrei fatto chiarezza su come trovare i bastardi dello stupro. Portarmi dietro Bethany sarebbe stata una complicazione data la sua instabilità, ma avevo una doppia arma.. Trevor. Avevo chiesto a lui di stare con lei 24 su 24 in casa sua con una schiera di guardie sia fuori che dentro. La decisione di licenziare Claire aveva subito drastiche polemiche. d'altronde nell'azienda erano tutte quante amiche si Claire. Non avevo potuto dirle la vera causa della mia scelta, ma credo che in lei si era destato qualcosa. l'avevo solamente lasciata a casa.

Presi il viso di Bethany tra le mani posandole un bacio sulla fronte. "Qualche settimana amore mio, devo sistemare degli affari con dei clienti"

Non le avevo detto la vera ragione. Si sarebbe solo allarmata. "Okay..", disse un po' triste

"Ehi, starai da Trevor. Sarai protetta anche senza di me", le dissi dolcemente. "Fidati tesoro mio. Starai bene"

Mi fece un sorrisino dolce "Tornerai da me?"

La baciai sulle labbra "Certo piccola. Tornerò il prima possibile da te"

Mi seguì per le scale mentre alcune guardie caricavano le valigie sulla macchina. "Trevor. Chiare le procedure?", chiesi serio.

Annuì cordialmente "Sì signor Castelhoof. Tutto limpido"

Con le dita tirai su il mento di Bethany guardandola negli occhi "Dai non sto partendo per la guerra", dissi scherzando

"Ti aspetto qui", mi disse alzandosi sulle punte dei piedi nudi e baciandomi le labbra.

Le avvolsi la vita con le braccia baciandola ancora sotto gli occhi di altre persone che in quel momento sembravano scomparire. "Ti amo piccola", le dissi baciandole la punta del viso. Sorrise teneramente, e mi lasciò andare.

Mi salutò un'ultima volta dal finestrino, e quando fu lontana, appoggiai la schiena al sedile.

Pregando andasse tutto bene

Bethany

"Qui c'è la camera che userai tu..", mi disse Trevor facendomi entrare in una camera con un letto matrimoniale bianco e un armadio color oro. "Spero sia di tuo gradimento"

Mi slacciai il giubbotto di pelle guardandola "E' bella. Grazie dell'ospitalità"

"E' un piacere signr.. Posso chiamarti Bethany?", chiese ridendo

Risi anche io "Bethany va bene"

"Tra mezz'ora è ora di cena. Cosa ti va di mangiare?", chiese lui

Mi girai a guardarlo "Qualunque cosa basta che sia commestibile. Ho una fame da lupi"

Rise inclinando la testa "Vado a vedere cosa posso rimediare"

"Okay", risposi divertita chiudendomi in camera.

Trevor era un buon amico. Riusciva sempre a metterti a tuo agio. Era timido e devoto al suo padrone. Si vedeva da come lo guardava con adorazione. Aveva 28 anni e ne dimostrava di meno. Adagiai la valigia sul letto e tirai fuori i vestiti mettendogli nell'armadio gigantesco. Mi cambiai per la cena. Misi un paio di pantaloni della tuta neri e una felpa bianca con un logo rosso. Mi guardai allo specchio.. Mi sentivo più libera. Più tutto. Reginald mi aveva cambiato.

"E così fumi?", chiesi a Trevor sul terrazzo dopo cena.

"Non lo dire a Reginald", rispose ridacchiando.

"Sei molto devoto a Reginald", feci io

Mi guardò "Reginald mi ha salvato la vita"

"Da cosa?", chiesi per indagare

"I miei genitori sono morti qualche anno fa.. Non eravamo una famiglia molto benestante.. Reginald si accorse di me in un bar mentre mi ubriacavo a morte.. Volevo farla finita. Non avevo un soldo. E fu così che mi invitò a lavorare con lui", disse con semplicità

Rimasi stupita per la sua facilità a raccontarmi questa cosa. Sorrisi "Reginald salva molte persone"

"E' una persona veramente unica", disse spegnendo la sigaretta nel posacenere. "Posso farti una domanda?"

Annuii. E lui mi chiese "Quando stavi vomitando nel bagno dell'azienda. Cos'era successo?"

Presi fiato "Claire mi aveva avvertito di lasciare Reginald e assestato qualche colpo"

Il suo sguardo si fece scuro. "Avrei dovuto dirlo a Reginald. E avrei dovuto intuirlo"

Risi e gli diedi una spinta affettuosa alla spalla "Non sono morta"

Rise anche lui "Già. Non sei morta"

Mi alzai "Devo andare a dormire. Ho sonno. A che ora la colazione?"

"Quando vuoi", rispose ridendo

Sorrisi "Beh.. Allora a domani"

Mi rivolse un sorriso dolce "Buonanotte Bethany"

Occhi sbarratiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora