Bethany
Qualche giorno dopo.
"Credi che questo mi starà bene per la cena dai tuoi tra qualche settimana?", chiesi a Reginald scendendo al piano di sotto con un vestitino rosso di pizzo a maniche lunghe corto fino alle ginocchia con uno spacco sulla coscia.
Spostò l'attenzione del computer a me, e mi guardò divorandomi con gli occhi. Mi appoggiai allo stipite della porta, e lui si alzò venendomi vicino con uno sguardo malizioso. "E sotto cosa metterai?", chiese ridacchiando.
Mi avvolse la vita con le braccia ed io tirai fuori un urletto di sorpresa "Credo del pizzo bianco"
"Ho 4 fratelli. Uno di questi single. Non vorrai fare stragi di cuori?", mi domandò baciandomi.
Risi "Cosa dovrei dire io di te?"
Mi morse il collo "Tu sei un caso particolare"
Mi prese in braccio e mi fece sedere a cavaccioni su di lui sul divano, gli tolsi la t-shirt bianca rivelando i suoi addominali scolpiti e presi a lasciare una scia di baci sul suo petto. Lui sembrava apprezzare; gettò il collo indietro sulla testata del divano invitandomi ad avventarmi su di lui. Presi ad alternarlo a baci e colpi di lingua. Lui nel frattempo mi tolse il vestito scaraventandolo dall'altro lato della sala. Poi mi prese con forza e avidità per i fianchi e mi lambì la pancia con le labbra. Gli passai una mano tra i capelli tirandoli appena. Erano così morbidi.
"Signor Castelhoof...", la voce della domestica comparve all'ingresso della sala preoccupata.
Reginald si staccò da me guardandola senza ritegno. "E' così che di solito disturbi?"
Lei era sul punto di piangere. "E' urgente"
Si alzò sbuffando rimettendosi la maglietta e scomparendo al piano di sopra con Layla.
Rimasi sul divano incapace di pensare a cosa doveva dirgli di così importante. Salii al piano di sopra andando in camera di Reginald. Presi una sua t-shirt e un paio di pantaloncini da corsa per non restare in intimo. E guardai i bracciali ancora sul comodino che non coprivano più niente sul mio polso. E lo sguardo mi cadde su una cosa.. Su un hardidisc e su un tablet.
Mi paralizzai.
Reginald
Layla mi passò il cellulare dove c'era Trevor piuttosto allarmato. "Reginald scusami se ti disturbo. Ma abbiamo novità"
"Dimmi tutto", dissi allarmandomi anche io
Prese fiato "Ho.. Cioè.. Uno dei nostri detective ha trovato il video della testimonianza di Bethany.."
"Che cosa?!", urlai "Dov'era?!"
"E' questo che è curioso e strano Reginald..", disse tentennando.
Non stavo più nella pelle "Trevor dimmi"
"Nel tuo computer aziendale già da un po'", fece lui
Rimasi paralizzato. In che senso il video era nel mio computer? "Trevor c'è altro?"
"Lo abbiamo guardato.. Reginald.. In quel video compare anche Claire. Te lo mando per allegato", disse impaurito
Mi mancò il fiato. "Cosa?!"
"Abbiamo mandato già degli investigatori a tenerla d'occhio. Non far venire a nessun contatto Bethany con Claire", mi ordinò chiudendo la telefonata.
Non stavo capendo. Ci avevo visto giusto dall'inizio. Andai al computer nel mio studio chiudendomi a chiave, e aprii l'ultimo contenuto multimediale che mi avevano inviato. E rimasi.. Pietrificato.
Inizialmente c'erano quattro ragazzi che portavano Bethany sottobraccio, sembrava ridere, sembrava ubriaca, sembrava acconsentire. Uno di loro, il biondo muscoloso, chiuse la porta dietro di se e buttò Bethany a terra con uno spintone. Lei chiese che cosa stessero facendo cambiando espressione. Quello moro rientrò in scena con delle fascette fermacavo e una corda di fibre, il quale le annodò per bene i polsi. Lei era perplessa, ma sembrava conoscerli, quindi non si preoccupava di porre resistenza. La appesero a delle travi del soffitto, strappandole violentemente i vestiti. Bethany chiedeva perché stessero facendo così, perché fossero così rudi. E a quel punto sentii la voce di Claire, viscida "Che c'è biondina? Non ti piace averne 4 contemporaneamente?". Era seduta su una poltrona, poco lontano, e fumava con un ghigno sul viso che la diceva lunga.
Bethany assunse uno sguardo questa volta terrorizzato. E provò a dimenarsi. Piangendo.
A turno i ragazzi abusarono del suo corpo indifeso come bestie, ormai le sue urla e i suoi pianti erano diventati preghiere. La seviziarono. Anche Claire a un certo punto si alzò e spense la sigaretta sulla sua spalla, facendola urlare ancora di più. "Ti ho fatto male?", diceva sadica.
Bethany si dimenava, ma era inutile. La picchiarono. Vidi il sangue di lei scendere dal naso lungo tutto il corpo. La picchiarono con ogni cosa trovabile in un seminterrato. Cinture. Bottiglie di vetro. Pugni. Schiaffi. Insulti.
Lei urlava. Cristo se urlava. E piangeva. Le lacrime non cessavano. Singhiozzava. I quattro ragazzi uscirono, e anche Claire. La lasciarono per un'ora lì appesa al freddo, lei che gemeva dal dolore. Mi venne la pelle d'oca. Non volevo guardare ancora. Qualche ora dopo tornarono, questa volta erano solo in 3, e abusarono di lei nuovamente. Questa volta la slegarono dal soffitto e sempre con i polsi ormai colmi di sangue la immobilizzarono alla poltrona. Furioso di rabbia chiusi il latop. E buttai a terra ogni cosa urlando di disperazione e pieno di odio verso quei 5 bastardi. l'avevano chiamata in tutti i modi possibili. l'avevano sfregiata. E avevo così tanta rabbia da sfogare che se mi sarebbe piombata accanto Claire l'avrei uccisa con le mie mani. La mia Bethany. La mia piccola Bethany.
Mi misi le mani nei capelli disperato, cosa avrei dovuto dire alla mia Beth? Non era colpa sua. Doveva sapere che io ero lì a proteggerla.
Quei bastardi non avrebbero più visto la luce del sole
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Occhi sbarrati
RomanceBethany La mia storia non ha bisogno di prologhi. "Lasciatemi, per favore abbiate pietà", piansi cercando di liberarmi La mia storia non ha bisogno di prefazioni. Mi dimenai inutilmente, ma la corda che avevo attorno ai polsi strideva ancora di più...