Bethany
"Buongiorno Bethany", fece Trevor quando scesi le scale per andare a fare colazione. "Dormito sonni tranquilli?"
Mi sedetti un po' stordita, dovevo fare mente locale che ero a casa di Trevor e che ci sarei rimasta per un po'. Annuii poco convinta. Quella notte avevo sognato solo divani di pelle nera. E poltrone rosse. Solo ciò. Senza persone e senza voci. Solamente pura mobilia.
"Latte? Caffè? Oppure ho un muffin se vuoi", offrì gentilmente
"Preferirei un bicchiere di succo di frutta", chiesi prendendo la brocca con del liquido arancione. "Quindi per due settimane dovrò stare segregata in casa?"
"No. Puoi uscire ma con la scorta. Ordini di Reginald", disse guardandomi per decifrarmi.
Ridacchiai "Come se non sapessi badare a me stessa"
Rise anche lui "Sai giocare a scacchi?"
Scossi la testa "Non so giocare", però poi lo guardai seria "So fare strage"
Scoppiò in una risata fragorosa "Ti sfido"
"Con piacere", risposi convinta alzandomi.
Andò di sopra a prendere la scatola con il gioco da tavolo e ci sistemammo sul soffice tappeto in sala. Nel frattempo mi vestii mettendo un comodo jeans e un maglione di lana nero. "Allora; spiegami questo tuo rapporto strano con Reginald. Hai alternanze nel chiamarlo signor Castelhoof o Reginald", dissi mentre pensava alla sua prossima mossa.
Alzò lo sguardo guardandomi "Siamo amici. Certe volte ci divertiamo a prenderci in giro. E comunque davanti agli altri è sempre il signor Castelhoof". Bevve un sorso d'acqua e mi chiese "Era comodo il letto?"
Risi e spostai una pedina "Molto"
"Dai Bethany non farmi la faccina triste, non posso metterti un Reginald gonfiabile", fece ridendo
Scoppiai a ridere piegandomi in due "Un Reginald gonfiabile"
In quel momento mi squillò il cellulare. Era proprio Reginald. "Amore", risposi ancora ridendo
"Buongiorno Bethany. La mia assenza ti fa svegliare?", disse divertito.
Cercai di contenermi, ma Trevor continuava a ridere e a farmi ridere. "Partita a scacchi"
Reginald rise "Mi fa piacere che tu ti diverta. Tutto bene piccola?"
"Tutto alla grande", dissi enfatizzando. "Anche se già sento la tua mancanza"
Ci fu silenzio per qualche secondo. "Anche tu mi manchi amore mio"
In quel momento vidi Trevor scrivermi su un foglio la frase -Per frasi sessualmente spinte Sali di sopra dove io non sono protagonista dei vostri porno-
Scoppiai a ridere, e Reginald si fece perplesso. "Bethany?"
"Sto guardando un programma che fa ridere", dissi ridendo.
Ridacchiò "Certo. Fai la brava. Ora ti lascio che ho da fare. Ti amo"
"D'accordo.. Ciao Reginald Gregory Hernest Castelhoof", dissi attaccando il telefono.
Trevor era ancora lì che beveva l'acqua. "Sei un cretino", dissi senza peli sulla lingua fingendomi seria.
"Finiamo la partita dai", disse contenendosi dal ridere
Vinsi io. E il resto della giornata la passai in casa a guardare serie TV.
E anche il giorno dopo.
E quello dopo ancora
E anche quell'altro appresso
"Secondo me conosci tutte le puntate di tutte le serie", mi fece Trevor una sera a cena
Annuii"D'altronde non voglio fare altro"
Ci alzammo contemporaneamente per sparecchiare. E mi fece cenno di stare seduta "Faccio io. Tranquilla"
"No ma secondo te. Ti aiuto", dissi prendendo i piatti.
Misi le stoviglie nella lavastoviglie, e Trevor finì di pulire. "Grazie", mi fece sorridendomi
Contracambiai il sorriso "Di nulla. La convivenza è questa", feci ridendo.
"Ora andrei a fumare una sigaretta, se permetti", fece andando verso il soggiorno prendendo il pacchetto.
Io lo rincorsi e feci di tutto per prendere il pacchetto. "No, fumare fa male"
Rise nascondendosi il pacchetto dietro la schiena "Chi lo dice?"
Gli misi le braccia attorno alla vita per prenderglielo "Io. Che sono la donna del tuo capo"
Abbassò la schiena e nel tentativo di rubargli le sigarette ci ritrovammo quasi abbracciati.
E lì ebbi la sensazione di essere osservata.
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Occhi sbarrati
RomanceBethany La mia storia non ha bisogno di prologhi. "Lasciatemi, per favore abbiate pietà", piansi cercando di liberarmi La mia storia non ha bisogno di prefazioni. Mi dimenai inutilmente, ma la corda che avevo attorno ai polsi strideva ancora di più...