Capitolo 14

110 4 0
                                    

Reginald

Non me la sentivo di lasciarla a casa da sola, così la convinsi a venire da me. Disse subito di sì, non ci mise molto.

Durante tutto il viaggio stette in silenzio, guardò fuori dal finestrino. Non appena arrivammo a casa la presi in braccio, e la portai di sopra. Stendendola sul mio letto. Togliendole il cappotto e le scarpe per farla stare comoda. Mi stesi al suo fianco accarezzandole il viso "Bethany sei al sicuro qui", le sussurrai piano.

Ad un certo punto si girò, e cercò il mio abbraccio che non le negai e scoppiò in lacrime "Ti ho rovinato la serata"

Le baciai la fronte "No piccola no, lo scopo della serata era passarlo con te. Va tutto bene", dissi accarezzandole la schiena.

Si strinse forte a me "Se tu sapessi cosa sto passando"

Le alzai il mento guardandola in quegli occhi bianchi "Raccontami"

Scosse la testa "Non capiresti"

"Capirò, fidati di me, capirò", la rassicurai.

Mi abbracciò ancora più forte "Reginald.. Ti parlerò quando sarò pronta.. Ma questa sera per favore.. Non chiedermi nulla.."

Dovetti lottare contro tutte le mie forze per non chiederle altro, per non farla spaventare ancora di più. La tenni stretta accarezzandole i lunghi capelli biondi, finchè i singhiozzi cessarono, e si addormentò tra le mie braccia come una bambina. La guardai, e le tolsi il maglione e i jeans infilandole un mio maglione. -La mia bambina-, pensai mentre le accarezzavo il viso. Lei aveva bisogno di ogni mia singola attenzione, doveva essere protetta ed io ero l'unico che poteva farlo. Si stava iniziando a fidare di me. La coprii con il piumone caldo e le posai un bacio sulla guancia ancora bagnata. Dopodichè uscii dalla stanza, intento a farmi una doccia e a scoprire di più su di lei.

Mi misi i pantaloni della tuta e una t-shirt azzurra, e presi il computer portandomelo in sala dove mi sedetti sul divano. Frugai tra la tasca del cappotto e trovai l'hard disc dove avevo copiato i dati dal computer di Bethany.

C'erano appunti del lavoro, contatti, foto di vecchie gite con amici. Guardai le foto, c'era sempre la stessa gente.. E tra queste anche la mia segretaria, Claire. Rimasi a bocca aperta a vedere Claire in una foto abbracciata alla mia Bethany. E poi c'erano sempre gli stessi ragazzi che formavano un quartetto. Due biondi un moro e un rosso sull'età di Bethany. Erano datate di due anni fa. Perché Bethany non gli frequentava più? Perché tra i discorsi di Claire non avevo mai sentito parlare di Bethany? Mi stavo facendo troppe paranoie. Eppure c'era qualcosa che non tornava. Secondo le indagini che mi aveva fornito Trevor, Bethany era stata vittima di uno stupro; ma non c'erano prove a testimonianza, e per lo più si parlava di un video, il quale non era mai stato ritrovato ma che secondo la ragazza esisteva.

Trovai anche una perizia psichiatrica. Testimoniava che Bethany Wonder era affetta da gravi disturbi psichici e che vedeva cose non reali, e per questo la sua testimonianza non era valida. Datata di un anno fa. Il cognome del dottore era Ray. Claire Ray. Poteva essere suo padre? -Ragiona Reginald, ragiona-, mi ripetei nella mente. Come fa Claire ad essere presente ovunque nel computer di Bethany? Che collegamento ha suo padre? E la perizia psichiatrica? Nel profilo di Bethany non compariva, anzi, diceva che era una donna molto efficiente affabile e cordiale.

Scesi giù con la barra di ricerca. c'era un video da 7 secondi. Presi le cuffie, e tentennando un po' aprii il contenuto multimediale. Era uno sfondo nero, si sentivano solo delle urla disperate di una ragazza, poteva essere lei? Delle urla e delle risate di ragazzi. Chiusi il computer, buttandolo sul divano e tornai di sopra da lei. Non doveva essere così. Lei non aveva alcuna colpa per essere violentata. Dormiva rannicchiata nel letto, e sembrava serena. Le andai dietro e la abbracciai appoggiando la mia testa nell'incavo del collo baciandole la nuca. -Ti proteggerò io Bethany, parola di Reginald Castelhoof-, dissi nella mia mente. Continuai a coccolarla per un po', e lei aprì gli occhi frastornata. "Reginald..", mormorò.

"Dimmi", le risposi cauto.

Si girò verso di me con uno sguardo perso nel vuoto "Baciami per favore"

"Beth..", provai a farla ragionare.

Ma prese il mio viso tra le mani e mi baciò dolcemente "Voglio le tue labbra sulle mie", disse sussurrando.

La presi e la feci sedere in braccio a me sedendomi sul letto. La accontentai. La baciai come aveva chiesto. Lei insinuò le sue mani tra i miei capelli provocandomi dei brividi intensi. Gli tirò inclinando la mia testa scoprendo il collo dove si avventò a piccoli morsi muovendo i suoi fianchi contro i miei. Non sapevo cosa le stesse prendendo. Sembrava quasi che in questo modo scacciasse via le tensioni. Continuammo così per un bel po', fino a quando i vestiti non furono che sul pavimento. Sembrava un'altra persona "Voglio che tu rimanga con me", mi disse a un certo punto.

La afferrai buttandola sotto di me e baciandole la pancia "Rimango con te piccola, non preoccuparti"

Occhi sbarratiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora