Capitolo 8

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Reginald

Passai a prendere Bethany la sera seguente a casa sua e la portai direttamente a casa mia. Non eravamo ancora finiti a letto insieme ma poco mancava. Volevo quella ragazza più di ogni altra cosa. E lei sembrava cambiata moltissimo dalla prima volta che ci eravamo incontrati, quasi fosse un'altra persona.

Non appena varcammo la soglia di casa la bloccai al muro baciandola con foga, e alzandole la gamba attorcigliandola attorno al mio petto. Lei mi sbottonò la camicia passando le mani sul mio petto, poi inarcò il petto buttandomi le braccia al collo come segno di fiducia verso di me. "Ti voglio così tanto Bethany", le sussurrai all'orecchio.

Mormorò qualcosa tra i denti di incomprensibile, ed io prendendola in braccio la portai in camera senza staccare le mie labbra dalle sue. La buttai sul letto e le andai incontro riprendendola ad accarezzare. A quel punto le presi le braccia e gliele misi sulla testa immobilizzandola, le morsi il collo alternando piccoli baci, poi la guardai per qualche secondo e.. Cristo stava tremando.

Il mio sguardo subì una svelta mutazione così come lo aveva subito il suo. Era tornata quella di sempre. "Bethany?", la chiamai. Lei mi fissava con le lacrime agli occhi mentre stava tremando. Mi preoccupai. Avevo fatto qualcosa di sbagliato? "Ei? Piccola ti senti bene?"

Scosse la testa piano piano e rimise le braccia lungo i fianchi.

Le scossi la testa "Beth? Ho fatto qualcosa di male? Ti senti male?"

A quel punto aprì la bocca quasi per mormorare qualcosa. "Vai via", la sentii astento

La guardai ancora. Era terrorizzata da me. Le presi il viso tra le mani "Ei, tesoro, dimmi se ho sbagliato qualcolsa"

Si voltò dall'altra parte e disse sprezzante "Vattene"

Mi alzai dal letto e mi rimisi la camicia. Lei rimase lì sul letto a fissare il soffitto solo con i pantaloni addosso. "Se posso fare qualcosa per te.. Sono al piano di sotto.."

Bethany

Rimasi in quella camera per non so quanto tempo. Mi addormentai anche secondo me. Perché quando mi svegliai avevo un pigiama di seta ed ero coperta da un piumone caldo. Era piena notte. Non so cosa mi era accaduto.. Ricordi..

"Ora da brava bambina leghiamo quei polsi", aveva detto Kaspar.

Reginald.. Incosciamente aveva risvegliato in me tanti ricordi.. Solamente alzandomi le braccia sopra la mia testa.. Mi venne un brivido lungo la schiena a ripensarci.. E scoppiai a piangere rannicchiandomi. Lo avevo spaventato quanto lui aveva spaventato me. Mi ero lasciata andare quella sera in macchina perché ormai pensavo di essere guarita.. La ferita era ancora ben aperta.

Mi sentivo così vuota. A pezzi. Come se dentro di me fosse passata ancora una macchina da guerra.. Avevo vergogna a farmi vedere da Reginald così.. Provavo vergogna verso di lui che non volevo scendere al piano di sotto per andarmene. Perché volevo andarmene da quella casa.

Respirai il profumo sul cuscino, era proprio quello di Reginald. Ed era buonissimo.. Me lo stavo godendo come una bambina gode il suo lecca lecca.

Ad un certo punto la porta si aprì leggermente, ed io mi rannicchiai ancora di più cercando di asciugare le lacrime. Reginald venne piano piano verso di me inginocchiandosi al letto, guardandomi il viso coperto dalle lacrime. "Che cosa ti ho fatto Beth?", mormorò dolcemente.

Io provavo vergogna persino a rispondergli "Perdonami..", mormorai.

"Sono io che dovrei chiederti scusa per qualcosa che ti ho involontariamente fatto. Ti va di spiegarmi?", chiese in tono pacato.

Scossi la testa alzandomi piano piano dal letto e mettendomi a sedere guardandolo "Non sono quella che credevi", dissi dispiaciuta per lui.

Mi accarezzò la mano "Dammi l'occasione di riparare"

Mi alzai in piedi, e cercai i miei vestiti. Poi guardandolo gli dissi in lacrime "Voglio tornare a casa"

Occhi sbarratiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora