Reginald
"Signor Castelhoof, questo pomeriggio avete tre conferenze stampa, una di queste è quella che ha spostato due giorni fa. È sicuro di riuscirci?", mi fece Claire quando entrai in ufficio due giorni dopo aver parlato con Bethany.
Claire aveva 25 anni, era bellissima. Aveva i capelli neri e gli occhi verdi, inutile dire che ci provava continuamente ad essere più di una semplice segretaria per me, ma non riuscivo a vederla più di tale.
La macchina che mi ero fatta portare quella mattina al bar non era servita a niente. Bethany aveva insistito per tornare a casa in taxi, e la cosa mi ha reso un po' impotente. Nessuno diceva di no a Reginald Castelhoof.
Annuii prendendo il caffè che gentilmente Claire mi aveva portato "Sicurissimo. Controlla che tutto sia pronto per sabato sera, non voglio che manchi niente alla festa dell'azienda"
Lei fece un cenno di assenso "Come vuole lei. Ha controllato personalmente la lista degli invitati?"
"Sì, e voglio che mandiate un invito alla signorina Bethany Wonder. Di a Trevor di occuparsene personalmente", dissi serio.
Lei mi rivolse uno sguardo che trasudava dissenso "Come vuole lei signor Castelhoof"
Volevo rivederla. Dopodiché quando se ne fu andata chiamai Trevor. "Trevor. Prepara una macchina e una carta di credito"
Bethany
"Dovresti andare, a questa festa di questo uomo salvatore", mi fece il mio psicologo mentre uscivo dalla stanza. "Dovresti divertirti un po'"
"E chi lo dice che non ha cattive intenzioni?", chiesi sospettosa.
Sorrise "Non avrebbe cattive intenzioni se ha fatto tutto quello che ha fatto fin'ora. Pensaci Beth"
Tornai a casa, e vidi davanti a camera mia un pacco. Mia madre mi venne incontro sorridente. "E' arrivato questo pacco per te"
Annuii portandolo sul letto "Mamma ho intenzione di tornare a vivere nel mio appartamento"
"Che cosa?!", disse sorpresa
"Hai sentito bene. So badare a me stessa", dissi facendole un cenno di smetterla di preoccuparsi per me. Mi dava fastidio quando mi trattavano come una malata che non sapeva rivedersela da sola.
Sospirò "Vado di sotto"
Quando fu scesa, mi chiusi in camera e guardai perplessa il pacco chiuso. Su di esso c'era un foglio piegato tre volte su se stesso. Su di esso c'era un invito scritto a computer. Lessi scorrevolmente e rimasi scioccata nel vedere che Reginald Castelhoof mi aveva invitato alla sua festa aziendale. Dopodichè aprii la scatola, e c'era un altro biglietto questa volta scritto a mano che diceva "Dicono che l'abito deve essere cucito su misura per la dama. Vorrei che nel caso venissi tu indossassi questo". Aprii l'involucro e vidi un vestito lungo a sirena color azzurro cielo tutto di pizzo, con le maniche lunghe. Abbinato a una pelliccetta bianca e delle decoltè bianche.
Oh mio dio.
Sorrisi tra me e me.
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Occhi sbarrati
RomantizmBethany La mia storia non ha bisogno di prologhi. "Lasciatemi, per favore abbiate pietà", piansi cercando di liberarmi La mia storia non ha bisogno di prefazioni. Mi dimenai inutilmente, ma la corda che avevo attorno ai polsi strideva ancora di più...