Reginald
"Gli svedesi sono molto arrabbiati Reginald, tre ore di ritardo forse ti costeranno l'affare", continuò Trevor a farmi la ramanzina la mattina dopo.
Mi girai e gli risposi acido "Anche se non parli come se fossi mia mamma forse potrebbe andare bene!", presi bruscamente il caffè dalle mani di Claire e mi sedetti sulla poltrona. "E non devi immischiarti dei miei affari"
Trevor si guardò le mani incrociate davanti a se "Scusa Reginald ma è da due giorni che sei assente"
"Ho avuto da fare! D'accordo? Chi sei tu per venire a investigare nella mia vita?", dissi quasi urlando. Claire si voltò verso il mio ufficio per sapere se andava tutto bene e in quel momento riconobbi di aver esagerato. "Sono stato quasi scoperto da Bethany mentre frugavo in casa sua ieri sera"
Rimase a bocca aperta e poi scoppiò a ridere "Amico ma non potevi mandare qualche tua spia?"
Scossi la testa "Me ne voglio occupare personalmente se l'argomento di chiama Bethany Wonder"
Continuò a ridacchiare "E' per questo che hai del rossetto rosso sul colletto della camicia?", quando vide che non accennavo un sorriso attuò un tono di preghiera "E dai Reginald sorridi un po'!"
"Mi dici tu di sorridere quando prima mi richiamavi come fossi tuo figlio?", dissi senza mostrarmi divertito.
Mi diede una pacca sulla spalla "Ascolta ti parlo da amico. Non da dipendente. Puoi avere tutte le relazioni che vuoi, però le entrate dell'azienda non devono abbassarsi per alcun motivo"
Lo guardai, Trevor c'era sempre stato per me. "Hai ragione. Vuoi sentirti dire che sono uno stupido? E va bene lo sono. Ora che vuoi?"
Si sedette di fronte a me e mi guardò divertito "Sapere di ieri sera"
Scoppiai a ridere sarcastico "Torna a lavoro. E per te sono il signor Castelhoof"
Sospirò divertito prendendo delle pratiche "Reginald sciogliti un po'!". Vide il mio sguardo teso e diventò serio "Non le chiederò più nulla sulla sua vita sessuale. Mi scuso"
E risi tra me e me mentre usciva dallo studio con il solito sorrisetto da accalappiadonne.
Bethany
"Signora questa sera ha programmi?", mi chiese la domestica guardando il mio corpo ridotto a un cadavere sul divano.
Scossi lievemente la testa "Voglio solo dormire"
"Come vuole lei, con permesso", disse andandosene.
Mi alzai, distrutta da un non so cosa. Forse ero solo frastornata da ieri sera.. Non ero mai stata così bene.. Stavo bene con Reginald, ma c'era sempre quella malinconia che mi disturbava.. Forse non era abbastanza.. Reginald non provava alcun sentimento per me, ero solamente da portare a letto.. Per Reginald non ero niente.
Andai in bagno, e mi liberai della vestaglia, guardando il mio corpo segnato. Esternamente non c'era che pelle liscia e levigata.. Ma dentro non c'era un centimetro puro. Ero macchiata. Sporca e inquinata. Guardai i miei polsi, attentamente, c'erano ancora le cicatrici della corda.. Ormai coperti da bracciali, non erano più esposti agli occhi altrui. Mi accarezzai il collo, dove fino a qualche ora fa c'erano le labbra di Reginald. Il collo che era stato seviziato e non era più guarito.
"Voglio scomparire", sussurrai chiudendo le palpebre e pensando a dove avrei voluto essere. Improvvisamente sentii le lacrime sul mio viso, e mi feci piccola piccola, rannicchiandomi vicino al bordo della grande vasca da bagno a piangere come una fontana per un motivo preciso sconosciuto.
Mi sentivo così insignificante agli occhi di tutti.
Agli occhi di Reginald.
Ai miei.
Emisi un urlo disperato come se fosse l'unica via d'uscita a tutto questo schifo. Mi alzai da terra con le guance rigate e presi i bagnoschiuma sulla mensola della doccia lanciandoli ovunque nel bagno urlando.
Avrei voluto qualcuno che mi amasse. Avrei voluto sentirmi importante anche solo per una persona.
E invece non ero niente.
STAI LEGGENDO
Occhi sbarrati
RomansaBethany La mia storia non ha bisogno di prologhi. "Lasciatemi, per favore abbiate pietà", piansi cercando di liberarmi La mia storia non ha bisogno di prefazioni. Mi dimenai inutilmente, ma la corda che avevo attorno ai polsi strideva ancora di più...