Bethany
La mattina dopo mi svegliai, e guardai istintivamente l'altra parte del letto. Non so per quale motivo. Forse.. Come diceva la piccolissima parte di me avrei voluto che Reginald fosse lì.. Ieri sera mi aveva scosso troppo quel tempo passato in macchina. Non volevo farlo finire. Ma dovevo. Avevo paura del dopo, eppure quell'uomo mi faceva dimenticare ogni cosa. Mi feci una doccia, restando sotto il getto per 30 minuti buoni toccandomi le labbra che ieri sera Reginald aveva fatto sue. Chiusi gli occhi, rimmanginandomi per qualche breve secondo la scena. Era stato pazzesco.
Decisi di andare a fargli visita. Magari portandogli la colazione. Mi vestii con un pantalone bianco e una camicetta a fiorellini rossa e bianca. Raccolsi i capelli in una coda alta e misi gli stivali alti fino al ginocchio. Presi il cappotto nero e andai al bar sotto casa mia a prendere un po' di tutto. Caffè per lui. Cioccolata calda per me. Pasticcini. Pezzi di torta. Muffin. Croissant. Non avevo idea di cosa mangiava a colazione, per questo presi ogni cosa sembrasse buona.
Arrivai all'ufficio Castelhoof, e riconobbi Trevor in un corridoio. Mi fermò "Bethany?"
"Sono io. Reginald è arrivato?", chiesi di rimando.
Annuì paralizzato "La annuncio?"
Scossi la testa "Sorpresa"
Sorrise appena "Vado. 22esimo piano"
Presi l'ascensore e non appena mi ritrovai davanti al suo ufficio bussai alla porta, lo sentii parlare al telefono ma disse "Avanti Trevor"
Entrai senza dire una parola, era girato verso la vetrata che dava sulla città. In silenzio misi le cose disposte sul tavolo e mi sedetti aspettando si girasse. Finì la telefonata, e quando si voltò mi vide, e rimase scioccato. "Bethany", disse sorridendomi e guardando perplesso la colazione.
"Buongiorno. Ti ho portato la colazione", dissi semplicemente.
Ci mise qualche secondo a realizzare, poi diede un messaggio alla sua segretaria "Claire stamattina non portarmi il caffè. E rinvia l'appuntamento che ho tra 5 minuti"
Prese un croissant e mi guardò scettico "Davvero è la realtà?"
Feci spallucce "E' così. Pensi che un fulmine mi abbia colpito la testa?"
Sorrise "E' bellissimo. Grazie"
Bevemmo in silenzio studiandoci a vicenda. Sembrava davvero sorpreso. Quasi come se da me non se l'aspettasse.
Ma che cosa stavo facendo?
Reginald
Finii il mio caffè velocemente, ora la volevo. Ero disposto persino ad averla su questo tavolo.
-Ha avuto un passato difficile- mi ricordò la mia vocina interna. Ne ero consapevole. Ma lei sembrava ormai fidarsi di me. E se lo avrebbe voluto anche lei, che problema c'era?
Le feci cenno di sedersi sulle mie gambe, e incerta venne a piccoli passi. Iniziai a darle tanti piccoli baci sulla guancia, erano così morbide. "Questi sono i buongiorno che adoro", le sussurrai all'orecchio.
Ridacchiò accarezzandomi i capelli "Non ti ci abituare"
Azzardai ancora un po' "Se devo essere sincero avrei voluto svegliarmi nel tuo letto"
Si irrigidì appena, ma si rilassò dopo qualche secondo, e mi sorprese la sua risposta. "Sinceramente? Ci avevo pensato anche io"
Alla ragazza piaceva provocare evidentemente. La baciai teneramente e lei rispose al bacio con dolcezza. Le sue labbra erano qualcosa di paradisiaco. La feci sedere più vicina al mio petto e le sbottonai camicetta baciandole il petto che lei inarcò. Baciai ogni parte del suo addome, specialmente quando le tolsi il reggiseno che io le avevo comprato. Lei mi incitava a continuare, ed io avevo paura di continuare troppo.
In quel momento Claire bussò alla porta "Signore, posso entrare?"
Vidi lo sguardo di Bethany cambiare, assumere di nuovo l'aria circospettosa. Mi schiarii la voce "No Claire sono impegnato ora"
"Signore è importante. Riguarda l'affare Bennet", esordì ancora.
Feci cenno a Bethany di non preoccuparsi, e lei mi slacciò la camicia iniziando a baciare il mio petto. "Claire vengo io da te"
A quel punto sentii anche la voce di Trevor verso Claire "Il signor Castelhoof al momento è in riunione. Dica a me"
E pregai al cielo di benedire il mio fidato Trevor.
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Occhi sbarrati
RomanceBethany La mia storia non ha bisogno di prologhi. "Lasciatemi, per favore abbiate pietà", piansi cercando di liberarmi La mia storia non ha bisogno di prefazioni. Mi dimenai inutilmente, ma la corda che avevo attorno ai polsi strideva ancora di più...