15. Spionaggio

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Il giorno seguente James, Sirius e Peter si alzarono alle tre di notte. Si riunirono in Sala Comune sulle poltrone davanti al camino.
-Potete spigarmi perchè mi avete svegliato così presto?
-Sirius, a te l'onore - James sbadigliò.
-Grazie, Potter. Vedi Peter abbiamo scoperto quella che potrebbe essere la porta che si apre sul segreto di Rem.
-Peccato che non abbiamo la chiave - sbuffò James poggiando i piedi sulla poltrona di Sirius.
-Grazie per questa illuminazione, Ja - Sirius fece la linguaccia all'amico, poi spiegò cosa avevano scoperto ieri e il piano per seguire Remus quel giorno.
-Quindi praticamente oggi passeremo il giorno a spiare Rem? - chiese dubbioso Peter.
-Esatto! Faremo i turni da un'ora e mezza. Pure di notte.
-E se scopriamo che il suo segreto è qualcosa di terrificante? - s'impaurì Peter.
-Improvviseremo Peter.
-Oh, va bene allora - il ragazzo grassoccio non sembrava per niente convinto.
-Cominceremo questa mattina appena svegli. Partirà James, poi io e infine te. Poi si ricomincia.
-E quando stiamo tutti insieme?
-Contiamo comunque il tempo della persona a cui tocca spiare.
-Va bene, ora me ne vado a letto - Peter sbadigliò.
-Buonanotte piccolo mio - Sirius diede una spintarella a Peter, che, non aspettandosela, caddè in avanti, con la faccia a terra.
Sirius e James si piegarono in due dalle risate, mentre il ragazzo si rialzava sistemandosi il pigiama.

La mattina seguente James si alzò prima di tutti per cominciare il suo turno di guardia.
Remus stava ancora dormendo.
Poggiò la testa sul cuscino, continuando a guardare l'amico e perdendosi nei suoi pensieri. Poco dopo Remus si mosse e lui balzò in piedi attendo, ma il ragazzo stava solamente cambiando posizione. Sbuffando torno sotto le coperte. Guardò l'orologio e vide che era già passata un'ora e mezza. Andò a svegliare Sirius e si addormentò.
Qualche minuto dopo però venne svegliato. Si alzò di scatto seduto e sbattè la testa contro quella di Remus.
-Per le mutande di Merlino, Rem! Hai la testa più dura di una pietra! - esclamò massaggiandosi la fronte.
-Ha parlato quello con il cervello di gomma - il Malandrino andò a vestirsi, con una mano in testa.
Solo dopo che se ne fu andato James si accorse che l'amico era pallido e parlava in sussurri.
-Rem ti senti bene?
Il ragazzo, che si stava vestendo, alzò la testa confuso.
-Oh, ehm, ti vedevo pallido - balbettò James.
-Si, beh, in effetti non credo di sentirmi tanto bene.
Entrambi non parlarono più per un po'. Quando scesero a fare colazione, i quattro si sistemarono due da una parte e due dall'altra del tavolo. Sirius, che stava facendo il suo turno in quel momento, si sedette vicino a Remus.
-Ragazzi è probabile che oggi non verrò a lezione. Non mi sento molto bene - annunciò il ragazzo.
Sirius, James e Peter si scambiarono un'occhiata.
-Sai è pobabile che ti farò compagnia - disse James, massaggiandosi la testa - questa notte mi sono svegliato con un mal di testa fortissimo, e quella capocciata che ci siamo dati mi ha fatto aumentare il dolore - mentì.
Remus parve sollevato.
-Mitico! - esclamò - cioè...intendevo che è mitico il fatto che mi farsi compagnia, n-non che hai mal di testa.
Sirius rise, facendo girare parecchi Grifondoro, che si misero ad ascoltare.
-Certo che deve essere parecchio stupido quel Potter se pensavi che non aveva capito cosa intendessi con quel "mitico".
Remus si concesse un sorriso, mentre James fece una pernacchia a Sirius.
-Fratello pensavo avessi una considerazione migliore di me. E comunque hai sbagliato metà verbi di quella frase.
-Oh, io si fratellino. Rem non mi pare.
-Quindi io sarei il più piccolo? - James fece una faccia offesa.
-Oh, si, piccolino.
James sbuffò - ti conviene muoverti allora vecchio, perchè ci metterai parecchio a raggiungere l'aula di Trasfigurazione con quei muscoli così anziani.
I ragazzi che stavano ascoltando risero per i battibecchi dei due.
-Potter! Stai offendendo tutte le persone anziane di questo mondo.
-Dici Black? Silente dev'essere compreso allora.
-Silente? Ma cosa centra il Preside? - Sirius guardò interrogativo James.
-Quello è parecchio anziano. Quanti anni avrà?
-Vai a chiederglielo se ti interessa tanto! - sbraitò Sirius.
James sbuffò. Finì in pochi minuti il bacon e la pancetta e si guardò intorno. All'improvviso si accorse che erano gli unici ancora seduti in Sala Grande.
-Oh, miseriaccia!
-Ma che hai adesso?
-Guardati intorno.
Sirius si voltò e si alzò in un secondo.
-Peter siamo in ritardo. E parecchio.
-Merlino non me n'ero accorto! - il ragazzo si alzò e segui Sirius fuori dalla Sala Grande.
-Rem noi andiamo in infermeria?
-Sicuro!
Si alzarono anche loro e uscirono dal portone di quercia, diretti all'infermeria.
Madama Chips accolse entrambi a braccia aperte.
-Remus, Remus - lo richiamò - il solito giusto?
-Si, signora.
James guardò il Malandrino interrogativo, ma lui scosse la testa.
-E tu Potter di cosa hai bisogno? - Madama Chips si diresse verso un armadietto sull'angolo e tiro fuori qualche pozione. Poi afferrò Remus per la spalla e lo trascinò su un letto sotto alla finestra.
-Oh no, questo non va bene. Qua i raggi arrivano - bisbigliò l'infermiera, osservando il cielo. Prese Remus e lo spostò in un'altro letto al buio e lontano dalle finestre.
-Cosa? - James cercò di seguire il discorso di Madama Chips ma non capì molto.
-Non impicciarti negli affari degli altri giovanotto! E rispondi alla mia domanda, altrimenti va via che ho da fare.
-Oh, ehm, io...ecco questa notte mi sono svegliato con il mal di testa e...
-E volevi fare compagnia al tuo amico - concluse l'infermiera - tanto vale che resti qui ormai, le lezioni sono già cominciate da un pezzo. Mettiti in quel letto vicino a lui e non disturbarmi, altrimenti ti caccerò con pedate nel tuo didietro.
-Subito - James sbigottito, si sedette sul letto vicino all'amico che stava ridendo sotto i baffi.
-Bel lavoro, Malandrino - commentò.
-Che ti aspettavi, Malandrino? - chiese James.
Remus gli fece una linguaccia.
Passarono la mattina a giocare con gli scacchi magici dell'infermeria. James, che si riteneva campione di quel gioco, perse tutte le partite contro Remus, tranne una in cui il ragazzo si dimenticò "accidentalmente" di fare scacco matto.
Per pranzo Madama Chips li lasciò uscire perchè Remus era leggermente migliorato. Trovarono Sirius e Peter seduti al tavolo di Grifondoro a discutere fitti fitti.
-Ciao moribondi! - esclamò Sirius quando li vide - raccontateci tutto quello che è successo.
-Siamo stati in infermeria, non nel covo di un lupo mannaro - borbottò James.
Sirius però insistette e furono costretti a raccontargli nei minimi dettagli quello che aveva detto Madama Chips e le vergognose sconfitte di James a scacchi magici.
-Non eri un campione? - domandò Peter.
-Lo sono ancora - confermò James.
-Sai fratello, pensavo che i campioni vincessero le partita, ma a quanto pare mi sbagliavo. Oppure sei un caso speciale.
-Stai ferendo il mio orgoglio.
-Oh, poverino.
Quando finirono di pranzare uscirono in giardino, nonostante il freddo, per passare l'ora libera a parlare.
-Dove andiamo? - chiese Peter.
-A sederci da qualche parte.
Raggiunsero un faggio in riva al lago, che aveva creato un tappeto con le foglie rosse e gialle cadute.
James e Sirius si sdraiarono con la schiena contro l'albero, Remus si stese a terra, il petto rivolto verso il cielo, mentre Peter si sedette a gambe incrociate, sporcandosi i pantaloni in una pozzanghera.
James osservava una piccola folla di ragazze che si trovavano all'ombra di alcuni cespugli vicini. Stavano chiaccherando e ogni tanto guardavano Sirius e James, ridacchiando.
Sirius rilassò le gambe e le distese sul tappeto di foglie. Si passò una mano fra i capelli scuri che gli ricadevano sugli occhi, dandogli un'aria di distratta eleganza, che neppure James poteva eguagliare.
-Ho portato alcuni compiti da fare - annunciò Remus, osservando le nuvole grige sopra di loro.
-Sul serio Rem? - chiese sbalordito James senza distogliere lo sguardo dalle ragazze - pensavo gli avessi già finiti.
-Devo studiare le materie che salto oggi - sbuffò.
-Sono delle cavolate. Scommetto che alla fine dell'anno uscirò con il massimo dei voti se le lezioni sono tutte così - replicò Sirius - i due temi di Vitious li ho già fatti durante la lezione.
-Io le lezioni di oggi le ho trovate parecchio complicate - bisbigliò Peter.
-Tu trovi tutto complicato, Pet.
Sirius chiuse gli occhi ma li riaprì di colpo.
-Quasi dimenticavo...io e Peter, più io che lui in realtà, stavamo pensando che potremmo andare a Hogsmeade, prima di Natale, con quelli più grandi.
-Quando potrò fare i compiti in pace? - sbuffò esasperato Remus.
James ignorò il commento dell'amico.
-E come ci andiamo? - chiese all'improvviso attento - non potremmo fino al terzo anno.
-Con il tuo Mantello dell'Invisibilità, ovviamente. Oppure cerchiamo qualche passaggio segreto.
-Avranno girato il castello per anni i professori, alla ricerca di un passaggio fuori dal castello.
-Si ma sono professori, e i professori sono idioti.
-Vedo che hai un'alta considerazione di loro - commentò Remus, concentrato sui compiti.
-Beh io ci sto, poi là nessuno fara caso a noi.
-Esatto.
-Speravo di usarlo per qualcosa di utile il Mantello, comunque.
-Tipo?
-Entrare nel dormitorio delle ragazze mentre la Evans si cambia.
-E tu saresti fidanzato con Lyra?
-Giusto - sbuffò James - non sono sicuro di aver voglia di stare con lei ancora per molto. E così...appiccicosa.
-Sei tu che la sbaciucchi di prima mattina.
-Mi dovrò pur esercitare in un modo o nell'altro.
Peter guardò l'orologio.
-Dovremmo andare, le lezioni cominciano fra cinque minuti.
Remus si alzò diretto all'indermeria, subito seguito da Peter.
-Sir vai a prendere il mio Mantello e resta con Rem.
-Ok. Nel frattempo state tu e Peter con lui - Sirius diede una pacca sulla spalla di James e corse al castello.
-Dove va così di fretta? - chiese Remus seguendo con lo sguardo l'amico.
-Urgenza urinaria immagino - inventò James facendo ridere gli altri due.
Appena misero piede al castello la campanella suonò. Peter e James si separarono da Remus, che era stato richiamato per un controllo in infermeria.
James si sentì spingere da una forza invisibile e cadde addosso a Remus, facendolo cadere a terra.
-Ma che cavolo...? - bofonchiò. Poi si ricordo di Sirius sotto il Mantello.
-Dovevi per forza spingermi così forte? - bisbigliò al nulla.
-Scusa - la voce di Sirius risuonò alle sue spalle.
James scosse la testa e aiutò Remus ad alzarsi.
-Ci vediamo dopo, Rem. Non combinare niente.
-Cosa vuoi che faccia in infermeria? - chiese il ragazzo.
James non rispose e si allontanò con Peter.
Raggiunsero l'aula di Storia della Magia mentre il professore iniziava a spiegare.
Ruf li ignorò, o forse non si accorse dei due studenti appena entrati, e continuò a raccontare le vicende di una guerra dei Goblin e dei Folletti.
La lezione passò lenta e noiosa. Peter dopo appena cinque minuti si addormentò, mentre James cominciò a disegnare sugli appinti dei Boccini D'oro.
Prendendo spunto dall'idea di Sirius, James si mise a fare il tema che aveva assegnato la Sprite. Quando suonò la campanella era riuscito a concludere due temi e si era allenato a trasfigurare la sua boccetta di inchiostro in un porcospinoe viceversa.
Peter e James si diressero verso l'aula di Pozioni insieme agli altri Grifondoro e ai Serpeverde.
Mentre scendevano nelle segrete incontrarono Piton da solo. Aveva come ogni giorno i capelli unti appiccicati sul volto. Sotto la suola delle sue vecchie scarpe da ginnastica nere era rimasta appiccicata la carta igienica.
-Eih Mocciosus! - lo richiamò James.
Io ragazzo pallido si voltò e tirò fuori subito la bacchetta.
-Cosa vuoi Potter?
-Quella non mi piace, puntata verso di me - James indicò la bacchetta di Piton.
-Non mi importa un accidente di quello che vuoi tu - buttò fuori il ragazzo.
-Come osi rivolgerti così a me? - esclamò James - Expelliarmus!
L'incantesimo fu così veloce che il lampo di luce rossa colpì la bacchetta di Piton prima che potesse aprire bocca. La stecca di legno volò per un paio di metri, ai piedi di un ragazzo del primo anno che si era fermato a vedere la sfida insieme ad altri ragazzi.
Un grido di esultanza si levò dalla folla.
-Allora Mocciosus, perchè non lasci che ti pulisca la divisa è? E magari anche quel tuo nasino sempre gocciolante... Gratta e Netta!
La divisa di Piton si riempì di sapone, creando un vestito rosa di bolle.
James ripetè l'incantesimo puntando la bacchetta contro il naso di Mocciosus, che si riempì a sua volta di bolle.
Gli occhi del ragazzo cominciarono a lacrimare, mentre la folla rideva. Alcuni ragazzi guardavano la scena preoccupati, ma non intervennero. Peter, accanto a James si rotolava dalle risate.
-Così va meglio! - esclamò il ragazzo.
-Ti odio Potter! - urlò Piton, le lacrime che bagnavano il volto sporco di sapone - sei soltanto un maiale!
-Cosa mi hai detto? - chiese James.
-Che sei un maiale! - Piton si lanciò sulla bacchetta, proprio mentre James urlava una fattura.
-Protego! - l'incantesimo rimbalzò sul muro invisibile e ritornò verso il proprietario colpendolo impreparato.
James si capovolse a mezz'aria e andò a sbattere contro il muro.
Si rialzò furibondo.
-Tarantallegra! - Piton eseguì la stessa capovolta in aria di James e ricadde con un tonfo sul pavimento.
-Serpensortia! - una mano invisibile sbattè Piton contro il muro, dove rimase boccheggiando.
James prese la sua borsa e battè il cinque a Peter.
-La prossima volta vedi di parlarmi in un altro modo, Mocciosus.
Dopo la lezione di Pozioni, Peter e James raggiunsero l'infermeria, ma Remus non c'era.
Cercarono nella Sala Comune di Grifondoro, ma il dormitorio era vuoto.
-Sarà in Biblioteca - ipotizzò Peter.
-Probabile. Beh, io non ho voglia di andarci li aspetterò qua.
-E io mi metterò a studiare Pozioni.
Quando finalmente comparve Remus dal quadro della Signora Grassa notarono che era diventato più pallido di prima.
-Dov'è Sir...- cominciò James, ma si interruppe ricordandosi che era sotto il Mantello dell'invisibilità.
-Oh, era andato in bagno - venne in suo soccorso Peter.
Mantenendo la parola del ragazzo dai capelli color topo, Sirius comparve dalle scale che portavano ai dormitori e ai bagni.
-Ciao Rem! - esclamò Sirius - ero andato a liberarmi la pancia.
Remus si accigliò.
-Non è molto interessante.
-Oh, accidenti! Ho dimenticato il libro di Storia della Magia di sopra - esclamò James - Sir, mi accompagni?
-Certamente, fratello.

-Novità? - chiese James una volta che furono entrati in dormidorio.
-Niente di niente - sbuffò Sirius - ha passato mezz'ora in infermeria per farsi controllare e poi è venuto a prendere i libri per poter studiare in biblioteca. L'unica novità è che ho visto Amelia Brown e Trevor McPritt baciarsi. È il gemello di Camille McPritt, sono una di Grifondoro e l'altro di Tassorosso - aggiunse allo sguardo interrogativo di James.
Il ragazzo sbuffò.
-Almeno loro si divertono...dai vado a prendere il libro.
Erano le nove di sera quando i quattro Malandrini, già mezzi addormentati anche se non avevano fatto tanto quel giorno, andarono a dormire, durante il turno di Peter.
James si sdraiò a pancia in su, guardando Sirius, che già dormiva, Remus che era nella sua posizione ma guardava l'orologio appeso alla parete, e Peter che osservava ogni movimemto di Remus.
Proprio mentre stava per addormentarsi vide Peter che chiudeva gli occhi e cominciava a russare. Nello stesso istante Remus sorrise triste e si alzò.
-Mi dispiace ragazzi - sospirò per poi dirigersi verso la porta.
James cercò a tutti i costi di combattere contro il sonno, ma era troppo tardi.
Si addormentò cogliendo la fugace immagine della luna piena alla finestra e l'ombra di Remus che si stagliava sulla porta.

James Potter: la Leggenda del MalandrinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora