LYDIA
Era un ragazzo giovane, avrà avuto circa sedici anni come me, forse uno o due in più.
Mi si era buttato addosso, spostandomi dalla traiettoria del lupo ed evitando, così, che quella bestia mi travolgesse.
Prima che mi potessi riprendere dallo shock e dire qualcosa, lui abbozzò un sorriso spavaldo, come a dire "mi ringrazierai più tardi", e si sollevò in posizione di difesa puntando gli occhi contro il lupo.
Non era molto alto, ma comunque ben piazzato e con spalle belle larghe.
In vita portava quella che sembrava una cintura di cuoio, a cui era appesa, da un lato, una piccola bisaccia.Per un momento lui e il lupo rimasero immobili, a fissarsi negli occhi come in questi vecchi film western, poi il ragazzo infilò in rapido la sua mano nel sacchetto e ne estrasse due pietre lisce e lucenti. Lanciò la prima contro l'animale, colpendolo esattamente tra gli occhi, mentre la seconda fu scagliata verso l'alto. Seguii la traiettoria della seconda pietra con lo sguardo e la vidi colpire un ramo dell'albero che stava sopra al lupo. Il colpo scosse il ramo facendo precipitare tutta la neve che aveva accumulato sopra la bestia.
Mi alzai sperando che tutto fosse finito.
Povera illusa.
In pochi secondi il lupo riemerse dalla montagnola di neve e, senza aspettare un secondo di più, scattò in avanti. Il ragazzo, che riuscì ad evitarlo all'ultimo secondo lanciandosi di lato, rotolò su un lato e riprese l'equilibrio poggiando tutto il peso su di una gamba.
Tenendo la testa alta, si portò una mano al fianco e solo allora vidi il sorriso, che mai lo aveva abbandonato fino a quel momento, scomparire dal suo volto. Si alzò, guardò a terra e fece un passo indietro andando a sbattere con la schiena contro il tronco di un albero.
Seguii il suo sguardo e vidi il sacchetto contenente le pietre nella neve.
Anche il lupo voltò lo sguardo per poi riportarlo sul ragazzo, arricciando le labbra e mostrando i denti in quello che più che un ringhio questa volta sembrava... un ghigno?!
Impossibile, mi dissi.
Dovevo fare qualcosa, quel ragazzo mi aveva salvato la vita! Mi guardai intorno e presi la prima cosa che trovai a portata di mano: una pigna. Me la rigirai tra le mani per un momento e, senza pensarci un secondo di più, la scaraventai con tutte le forze contro il lupo.
Ovviamente, l'unico effetto che il mio lancio ebbe fu di far inferocire di più l'animale che, rizzando il pelo, si voltò verso di me.
Ottimo e adesso?
Mi guardai intorno, ma la cosa più vicina che riuscivo a vedere era il sacchetto, che giaceva abbandonato a terra tra me e il lupo.
Non ci pensare neanche lontanamente, Lydia. Non farlo, non...
Non feci in tempo a finire il pensiero che già mi stavo gettando in direzione del lupo, decisa a raggiungere il sacchetto prima che lui raggiungesse me.
Mancavano solo un paio di metri, forse ce l'avrei fatta. Avrei preso il sacchetto dal cordoncino che lo chiudeva e lo avrei scagliato per intero contro il lupo, sperando di recuperare tempo prezioso per allontanarmi e pregando che il ragazzo avesse già in mente un altro piano.
L'animale, intanto, aveva preso a correre nella mia direzione. Ma io c'ero quasi, ce l'avrei fatta! Sì, ce l'avrei fatta se, proprio in quel momento, non fossi inciampata su di una radice sporgente cadendo rovinosamente a faccia in avanti.
Mi spinsi indietro con le mani mettendomi a sedere e, istintivamente, mossi le braccia, portandole in alto per pararmi il viso.
Fu proprio in quel momento che accadde quel piccolo, enorme evento che stravolse la mia vita per sempre: il lupo stava per fare l'ultimo balzo, col quale sicuramente mi avrebbe raggiunta, quando l'albero che mi stava accanto gli crollò addosso, schiacciandolo a terra con tutto il peso del suo tronco.
Rimasi immobile, incredula per quello che era appena successo, con gli occhi spalancati e le mani ancora aperte e sollevate sopra la testa.
Mi voltai verso il ragazzo che mi stava fissando con gli occhi sgranati. All'inizio pensai fosse stupito come me, ma poi intravidi qualcos'altro nel suo sguardo. Eccitazione? Sembrava un bambino che aveva appena ritrovato il suo giocattolo dimenticato sulla spiaggia.
«Chi sei?» gli chiesi, ritrovando improvvisamente l'uso della parola.
Lui spostò i suoi occhi oltre me per un istante.
«Oh no, dannazione, di già» esclamò, senza rispondere alla mia domanda.
Mi voltai anche io e non potei credere ai miei occhi: al posto del lupo giaceva, a terra sotto l'albero, un uomo calvo, con un tatuaggio dietro il collo che si intravedeva appena sotto la divisa nera che indossava.
Sbigottita, mi voltai verso il ragazzo, che teneva lo sguardo basso e una mano dietro la testa, alla base del collo.
«Ma cosa...? Come...?» iniziai.
«Senti, scusami, davvero» mi interruppe, alzando lo sguardo e facendo un breve ma deciso movimento con la mano.
Scusa? Ma per cosa?
Volevo replicare, ma qualcosa mi colpì in testa e tutto si fece improvvisamente nero.
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Ddaear Arall || L 'Altra Terra
FantasyPrimo libro della Trilogia di Ddaear Arall (Completo e in revisione) Tratto dal prologo: "Au Maite, fluttuando leggiadra, discese dalla cima dell'albero; gli occhi aperti ed infiammati della stessa luce che sprigionava attorno a sé. -Il pa...