Capitolo 9: Vuoto

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OCTAVIA

«Tu sei un pazzo!» Sentii Ilan gridare, mentre cercava disperatamente di creare spuntoni di roccia dalla montagna, sperando di rallentare la nostra caduta, ma che puntualmente si sgretolavano a seguito dell'impatto con la nostra piattaforma. 

Ad ogni urto sentivo il mio corpo sbattere violentemente contro la roccia, mentre un dolore acuto veniva immediatamente sostituito dalla sensazione di vuoto quando riprendevamo ad accelerare precipitando.

«Dammi una mano» urlò Chris, avvicinandosi al compagno. 

Assieme crearono un enorme, e piuttosto rudimentale, scivolo che ci accompagnò nel tentativo di rendere più "morbido" il nostro atterraggio.

Negli ultimi istanti la fitta nebbia che ci aveva circondato svanì di colpo, rendendo chiaramente visibile il terreno sottostante che avrebbe segnato la nostra fine. 

Vedendo la terrificante velocità con cui il suolo si avvicinava, chiusi gli occhi rimpiangendo la grigia caligine che era riuscita a darmi l'illusione che quella caduta sarebbe potuta durare all'infinito.

Udii lo stridio provocato dalla nostra zattera diminuire sempre più, mentre violenti scossoni continuavano a sballottarmi a destra e sinistra, senza sosta. Se non avessi avuto ai polsi delle maniglie di roccia create da Chris, sarei già stata violentemente sbalzata fuori dalla nostra piattaforma.

Continuai a tenere gli occhi serrati anche quando fui certa che la terrazza, o almeno quello che ne rimaneva, si fosse fermata. 

Ancora non capivo come potessi essere ancora viva. 

Sentii una mano sulla mia spalla e allora mi costrinsi ad aprire gli occhi. Non riuscivo a vedere nulla, se non l'enorme nuvola di polvere che nella nostra corsa avevamo sollevato. Percepii il leggero tocco della mano abbandonarmi. Mi voltai, ma la polvere era ancora troppo fitta per permettermi una qualsiasi visuale.

Sentii qualcuno tossire alla mia destra. Le manette di pietra erano scomparse, liberandomi i polsi, così sollevai un lembo del mio maglione e me lo portai fino al naso in modo da evitare di respirare troppa terra, con scarsi risultati purtroppo, ma era meglio di niente.

Finalmente qualcuno, piuttosto lontano da me, parlò.

«Chi è ancora vivo e vegeto dica "io".»

Ero quasi certa che fosse la voce di Chris.

«Io» confermò subito Richie.

«Io» risposi dopo di lui.

La polvere nel frattempo si stava abbassando ed ero riuscita ad intravedere due figure sfumate. Mi mossi verso la più vicina. Era Lydia.

«Sul vegeto avrei qualche obbiezione...» disse.

Mancava solo... 

«Tu di certo ancora per poco!»

Ok, come non detto, anche Ilan è vivo.

«Dobbiamo proteggerla, non attentare alla sua vita!» continuò il ragazzo.

«Rilassati, stiamo tutti bene!»

«Non è un gioco Chris, lo vuoi capire, si o no?»

«Eravamo in un vicolo cieco, tu cosa avresti voluto fare?»

«Avrei ragionato prima di agire!»

«E poi cosa? Avresti voluto parlare con loro? Magari farci pace?»

«Noll ed Abigail si sono sacrificati per noi! Il minimo che tu possa fare è cercare di pensare alle conseguenze delle tue azioni! Una vita data non può più essere restituita.»

Ddaear Arall || L 'Altra TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora