LYDIA
Un odore pungente e nauseante mi strappò alla stretta morsa di un sonno senza sogni mentre, riportandomi alla realtà.
Spalancai gli occhi senza riuscire a mettere a fuoco nulla e aprii le labbra, boccheggiando aritmicamente nel tentativo di strappare quanto più ossigeno possibile all'aria.
Non ero capace di fare assolutamente nulla se non pensare: Respira! Cazzo, Lydia, respira!
Improvvisamente, il mio mento fu afferrato saldamente da una mano delicata che mi costrinse a sollevare il capo ed ingoiare un liquido amarognolo.
Non appena ebbi mandato giù l'ultima goccia, la mano che mi aveva afferrata lasciò la presa, facendo ricadere la mia testa a peso morto sulla sabbia.
Lentamente ripresi a respirare più regolarmente, ma il mio corpo continuava ad essere privo di qualsiasi forza. Non avrei potuto muovere una mano neanche a volerlo, sentivo i miei arti come qualcosa di completamente distaccato da me.
Con la testa ancora distesa a guardare verso l'alto, tentai di mettere a fuoco ciò che mi circondava; strizzai più volte gli occhi, ma ben presto mi resi conto che quella chiazza scura che mi velava gli occhi altro non era che il cielo notturno di Ddaear Arall. Du e Gwyn brillavano ancora alte nel cielo a rischiarare le tenebre, mentre un'infinità di stelle era cosparsa sul nero velo della notte, come una spruzzata di lentiggini sul viso di una ragazza.
I battiti del cuore decelerarono gradualmente ed un senso di serenità mi pervase. Beh, almeno per 0.4 secondi, perché nell'istante successivo una violenta contrazione dello stomaco mi fece ritrovare tutte le forze che pensavo mi avessero abbandonata. Mi portai le mani sul torace e con un solo movimento mi voltai su di un fianco vomitando anche l'anima.
«Ottimo, adesso puoi riposare» una voce alle mie spalle aveva parlato.
Era gentile, accogliente e piccola. Si può definire piccola, una voce? Beh, la sua lo era, come un papavero rosso in una distesa di grano.
Non riuscivo a ricollegarla a nessuna persona che conoscevo. Eppure, in quel momento, non potei fare altro che fidarmi.
Mi ridistesi a pancia in su, allontanandomi il più possibile da quel che rimaneva dei miei pasti precedenti e diedi un ultimo sguardo al cielo prima di richiudere gli occhi.
***
Un sommesso vociare, non lontano da me, mi costrinse a svegliarmi. Prima ancora di riaprire gli occhi mi portai una mano sullo stomaco ed una alla fronte. Mi sentivo a pezzi, esattamente come mi ero sentita il mattino dopo il diciottesimo del fratello di Ally, la mia migliore amica. Cosa non avevo bevuto quella sera!
La bocca era impastata e la vena sulla tempia non dava segno di voler smettere di pulsare.
Aprii gli occhi e con molta, moltissima, calma mi rialzai. Mi guardai un po' attorno finché non vidi gli altri seduti qualche metro più in là. Feci un paio di passi verso di loro ma, nell'avvicinarmi, mi accorsi che erano in quattro, con loro c'era anche una nuova ragazza.
La prima ad rendersi conto del mio risveglio fu proprio lei che, alzando lo sguardo da una ciotola di legno che teneva tra le mani, mi vide e, sfoderando uno smagliante sorriso, mi salutò sollevando una mano.
Anche gli altri, richiamati da quel suo gesto, si voltarono a guardarmi.
«Ben svegliata principessa!» disse Chris, vedendomi.
«Era ora» aggiunse Octavia.
Sempre la solita miss simpatia.
«Tranquilla, è del tutto normale se ti senti confusa in questo momento. Del resto, avete mangiato delle Aeron Glas Gwenwynig, le bacche doppie» disse, sorridente, la nuova arrivata.
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Ddaear Arall || L 'Altra Terra
FantasyPrimo libro della Trilogia di Ddaear Arall (Completo e in revisione) Tratto dal prologo: "Au Maite, fluttuando leggiadra, discese dalla cima dell'albero; gli occhi aperti ed infiammati della stessa luce che sprigionava attorno a sé. -Il pa...