Epilogo

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Il ragazzo camminava lentamente, trascinando i piedi sul brecciolino.  

Roteò all'indietro le spalle, cercando di sciogliere i muscoli ma, vedendo che era del tutto inutile, si portò una mano al deltoide e iniziò a massaggiarlo con forza.

Quella ragazza pesava più di quanto avesse sospettato.

Lasciò andare nuovamente il braccio lungo il fianco e aprì la porta della locanda.

Un uomo ubriaco gli si gettò addosso traballante, ma lui, con un fluido movimento, lo scansò, lasciandolo sbattere contro lo stipite della porta. Non riuscì a trattenere una smorfia di disgusto nei confronti di quell'uomo, prima di dirigersi verso il bancone.

Due guardie, sedute a un tavolo, lo salutarono con un sorriso complice. Le ignorò. Con molta probabilità quel saluto era rivolto alla sua divisa piuttosto che alla sua persona.

Con un cenno eloquente richiamò l'attenzione del locandiere che, non appena gli fu a trenta centimetri, gli riferì: «È tutto pronto.» 

Il suo alito sapeva di animale in putrefazione, ma non ci badò più di tanto. Si ritrasse col busto e, prima di alzarsi, gli passò un sacco pieno di Arian.

Senza fretta si diresse verso la sua camera, aprì la porta e infilò le poche cose che aveva nella sacca riposta sotto il letto.

Ancora poco tempo e la ragazza si sarebbe svegliata.

Infilò l'ultima borraccia nella borsa e sfiorò con delicatezza il ritratto posto sul comodino.

«Sarai fiero di me, padre.» 

Afferrò saldamente la cornice e uscì dalla camera, chiudendo la porta dietro di sé.

Ddaear Arall || L 'Altra TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora