LYDIA
Carta. No, sasso. No no, carta. L'ho fatta anche ai due turni precedenti, non si aspetterà che la faccia di nuovo.
«But-tia-mo-le giù!» finì di sussurrare Ilan «Forbici! Ho vinto» esultò poi, con un sorrisetto.
Dovevo fare sasso.
Sbuffai smuovendo col fiato i capelli che mi erano caduti davanti agli occhi.
«Mi dai la rivincita?» chiesi con sguardo innocente, portandomi la ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Purtroppo temo sia l'ora di svegliare anche gli altri» disse, alzandosi in piedi e pulendosi la polvere dai pantaloni.
Aveva ragione. Il cambio della guardia, che si effettuava ogni ora, era avvenuto già un bel po' di tempo prima e ciò voleva dire che saranno state già le cinque e venti, forse cinque e mezza.
Ci eravamo spartiti turni di due ore, in modo da controllare lo scorrere del tempo, attendendo il momento giusto per evadere.
Teoricamente quello sarebbe dovuto essere il turno di Ilan, ma, agitata com'ero, quasi non avevo chiuso occhio e di certo quella cella claustrofobica non aiutava a creare un ambiente confortevole. Nell'ultima ora avevo completamente smesso di provare a dormire e così avevo trascorso il tempo con lui.
Alla fine i minuti erano volati velocemente tra chiacchierate e partite a sasso, carta, forbice, anche se con una deprimente sconfitta di dieci a tre. Iniziavo a sospettare che leggesse nel pensiero.
«Pronta?» mi chiese, porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.
Per essere servita ad un banchetto con una mela in bocca? Probabilmente sì. Per evadere? Probabilmente no.
«Certo.»
Mi stupii io stessa di quanto suonasse convinto il mio tono.
Ci voltammo verso i nostri due compagni. April dormiva raggomitolata sotto la giacca di Ilan, le gambe portate al petto e la testa china in avanti. Al contrario, Chris stava a pancia in su, con le gambe aperte, un braccio sotto la testa e la bocca semi aperta; russava leggermente, come sempre del resto.
Mi avvicinai ad April e le scossi dolcemente la spalla, sussurrandole di alzarsi.
«È già l'ora?» mi chiese con voce da scoiattolina, strofinandosi gli occhi.
Nel frattempo, Ilan si era avvicinato a Chris e, adottando un metodo decisamente più drastico, gli aveva tappato il naso. Sentii Chris fare un rumore secco, come se si fosse strozzato, e poi tossire un paio di volte.
«Ti odio» grugnì, scuotendo la testa, mentre Ilan rideva di gusto; probabilmente non era la prima volta che veniva svegliato in quel modo «Ti auguro di passare il resto della tua vita a pulire i bagni della Base con uno spazzolino da denti.»
«Sappiamo entrambi che altrimenti non ti saresti alzato» rise Ilan.
Il compagno non obbiettò.
Era interessante studiare il comportamento di quel ragazzo. Sembrava il cielo in aprile: in continuo mutamento. Timido e gentile la maggior parte delle volte ma allo stesso tempo determinato e disinvolto, soprattutto nei confronti di Chirs. Un'amicizia come la loro era veramente rara.
April intanto si era alzata e stava cercando si vedere qualcosa oltre il vetro opaco della prigione.
«Finché non arriveremo fuori dalla prigione sarai l'unica in grado di difendersi» le ricordò Ilan, avvicinandosi a lei e constatando che quella sala era interamente composta di legno e vetro.
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Ddaear Arall || L 'Altra Terra
FantasyPrimo libro della Trilogia di Ddaear Arall (Completo e in revisione) Tratto dal prologo: "Au Maite, fluttuando leggiadra, discese dalla cima dell'albero; gli occhi aperti ed infiammati della stessa luce che sprigionava attorno a sé. -Il pa...