OCTAVIA
Come ogni mattina, bastò che la timida luce dei primi raggi solari venisse a bussarmi delicatamente sulle palpebre per svegliarmi.
Feci un profondo respiro decidendo di restare per qualche secondo ancora così, immobile e ad occhi chiusi, facendomi scaldare dal quella dolce carezza. Fu allora che un pungente profumo di fiori di campo mi stuzzicò le narici: papavero, veronica, ranuncolo, clematide, dente di leone... per un secondo mi sembrò di essere tornata nei miei boschi. Mi pareva quasi di star ancora sognando. Carezzai la terra con mani formicolanti, notando con stupore che il suolo brullo, su cui ci eravamo addormentati la sera prima, sembrava improvvisamente più rigoglioso.
Aprii gli occhi e mi tirai su, poggiando il peso sui gomiti.
Per un raggio di due metri rispetto a dove ci eravamo addormentati, erano spuntati mazzi di fiori di tutte le specie.
Ma cosa è successo durante la notte?
Mi guardai intorno e vidi Ilan e Lydia dormire su un fianco. Di Chris non c'era traccia.
Il sole era già abbastanza alto nel cielo, ma era stato coperto fino a quel momento dai fitti rami degli alberi del bosco.
Alzandomi, notai che anche i tymor erano scomparsi. Mi guardai un po' attorno fino a che non vidi un piccolo stormo di uccellini prendere il volo dalla cima di un albero. Sicuramente qualcosa doveva averli spaventati.
Mi diressi in quella direzione fino a che non ebbi conferma della mia intuizione: Chris stava accovacciato sulle rive di un fiumiciattolo intento a riempire delle borracce di acqua mentre uno dei due tymor si dissetava bevendo direttamente dal torrente cristallino.
Avevo appena compiuto pochi passi verso il ragazzo quando, inavvertitamente, il mio piede si pose su un ramo caduto che, schiacciato dal mio peso, si ruppe con uno scricchiolio secco.
Il rumore del tralcio spezzato non fece neanche in tempo ad estinguersi nell'aria che subito la mia caviglia fu circondata da una stretta morsa di pietra che mi impedì di procedere oltre.
«Sono io!» mi affrettai a dire, prima che il ragazzo compisse una qualsiasi altra mossa.
«Ma sei impazzita? Comparirmi così, alle spalle!» mi sgridò, voltandosi allarmato e guardandomi con i suoi occhi dello stesso colore della foresta «Avrei potuto farti male, non sempre ho il controllo della mia incredibile forza» continuò poi, facendo comparire un sorriso spavaldo e sbruffone sul suo viso e tornando ad essere il solito Chris.
«Che ci fai già sveglio?» chiesi quasi stupita, massaggiandomi la caviglia che Chris aveva liberato con un solo gesto.
«Ora come ora sto facendo rifornimenti di acqua per il viaggio» disse, accovacciandosi a riempire una delle borracce che il giorno prima avevamo svuotato.
Presi un contenitore vuoto anch'io e lo imitai.
«Più in generale, faccio la guardia a voi» continuò, tenendo lo sguardo fisso sull'acqua che con un piccolo vortice entrava all'interno della borraccia.
«La guardia?» chiesi, pentendomene subito dopo. Non volevo sembrare troppo insistente con le domande come Lydia.
Lui, tuttavia, non sembrò affatto disturbato e si affrettò a spiegarmi.
«Ilan questa notte si è svegliato e beh... non so se ti sei accorta del bel prato fiorito che la nostra cara Munus ha involontariamente creato» disse, riferendosi a Lydia «Quindi, per non avere altre sorprese, abbiamo deciso di fare la veglia durante la notte. Lui ha fatto il primo turno di guardia ed io sto facendo il secondo.»
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Ddaear Arall || L 'Altra Terra
FantasyPrimo libro della Trilogia di Ddaear Arall (Completo e in revisione) Tratto dal prologo: "Au Maite, fluttuando leggiadra, discese dalla cima dell'albero; gli occhi aperti ed infiammati della stessa luce che sprigionava attorno a sé. -Il pa...