- Al giorno d'oggi girano parecchie leggende e teorie in merito all' idea che gli uomini usino soltanto una parte del loro cervello, precisamente il 10% perciò ... -
- Professoressa, in questa stanza alcuni ne utilizzano anche meno! -
L'intera classe scoppiò a ridere, risvegliandomi dai miei pensieri. Continuavo a muovere la matita mangiucchiata sulla punta, simbolo del mio perenne stress, a destra e a sinistra velocemente, guardando fuori dalla finestra e immaginandomi di essere in qualunque posto, tranne che li. Non che la vista del cortile della scuola fosse poi così fantastica.
- O' Brien, vedo che oggi è in vena di spiritosaggini - urlò la professoressa Sullivan, nonostante il ragazzo in questione fosse a pochi metri da lei, con il suo fastidiosissimo accento francese che aveva deciso di non abbandonarla da quando si era trasferita qui nel North Carolina, circa trent'anni fa. E fidatevi, non era un bel sentire. Beh, se devo essere del tutto sincera neanche un bel vedere visto che si ostinava a vestirsi in modo piuttosto appariscente per " ricordare i miei bei vecchi tempi, quando gli studenti non erano ancora dei caproni ignoranti ", o almeno, questo è quello che lei credeva di dire a bassa voce.
- Margaret, ma che domande. Sempre! - certe volte mi chiedevo come mio fratello poteva essere amico di un individuo del genere. Alzai gli occhi al cielo, emettendo un leggero sbuffo. Okay, forse non tanto leggero..
- Sangster, per caso la lezione la sta annoiando? - mi chiese "gentilmente" la Sullivan, abbassandosi gli occhiali tondi alla Harry Potter per potermi osservare meglio con quei suoi occhietti scuri.
Dovevo pensare ad una risposta intelligente. Insomma, ero abbastanza brava a scuola. Non avevo mai avuto chissà quali voti, ma nonostante questo ero sempre stata una tra le più brave della classe. "Forse perché sei capitata in una classe di sfaticati.." ma decisi di non badarci in quel momento, così risposi.
- Sì. - forse dovevo smetterla di improvvisare.
Spalancò gli occhi in un modo che non credevo fosse possibile se non per i Furby, e lentamente si avvicinò a me. Potevo benissimo sentire una di quelle musichette che mettono nei film horror quando è in arrivo la fine per uno dei tanti protagonisti.
- Beh, se è così, non le dispiacerebbe lasciare la stanza fino alla fine dell' ora vero? -
Scossi la testa rassegnata, iniziando a raccogliere tutte le mie cose più in fretta che potevo. Soprattutto per nascondere la carta del kit kat che avevo finito poco prima di essere scoperta. Ehi, avevo già la giustificazione pronta nel caso fossi stata colta in flagrante. Sempre se valeva qualcosa del tipo: "Non ha sempre detto che la colazione è il pasto più importante della giornata? Ecco, io per correre qui in questo carc.. in questa bellissima struttura dedicata all' istruzione non ho fatto in tempo a farla. Dovrebbe restituirmi i soldi spesi alla macchinetta!"
Appena raggiunta la porta però, mi fermò.
- Dylan, caro - disse con voce stranamente dolce.
- Mi dica, Margaret - rispose l'idiota continuando ad aggiustarsi il ciuffo di capelli mori che quel giorno, come tutti gli altri, aveva deciso di rimanere spettinato nonostante le continue attenzioni del proprietario. E fidatevi. Erano davvero troppe.
Rischiando di inciampare su uno dei tanti zaini posti a terra e fregandosene della moltitudine di sguardi spaventati che la osservavano, avanzò fino ad arrivare accanto a Dylan. Poggiò una mano sulla sua spalla, mentre lo sguardo di lui continuava a vagare dalla sua mano al suo viso corrugato in un espressione soddisfatta.
- Che ne diresti di accompagnare la signorina Sangster in presidenza? - terminò con un sorrisetto alquanto inquietante.
Inutile descrivere l'espressione del ragazzo, che tramutò dallo stranito all' incredulo.
- Beh, credo che sappia la strada, insomma, non è il suo primo giorno e quindi dubito fortemente che.. - iniziò a farfugliare cercando una scusa.
- Dylan, muoviti. -
- SISIGNORA! - e messo su una spalla quello che lui continuava a definire zaino nero, ormai distrutto, si incamminò verso di me per poi lanciarmi un' occhiataccia e sorpassarmi con una spallata per uscire dall' aula.
Appena arrivammo davanti alla porta della presidenza, si girò per la seconda volta in tutta la giornata a guardarmi. Ah, se gli sguardi potessero uccidere.
- Io e te faremo i conti più tardi. -
- Contaci - gli rivolsi un finto sorriso - sbruffone - sussurrai a voce più basa dopo aver bussato.
- Sai di essere accanto a me vero? -

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Descendants [Dylan O'Brien / Thomas Sangster]
RandomE se una vecchia leggenda, non fosse soltanto tale?