Lo guardo negli occhi, quegli occhi che sembrano così innocenti, ma che infondo nascondono uno stronzo.
Quegli occhi di cui mi ero pienamente innamorata, ma che adesso sono la causa del mio odio, del mio dolore.
"Cosa vuoi?" Gli chiedo freddamente.
"Il libro, lo vieni a prendere?" Il suo tono di voce è irriconoscibile, sembra così diverso."Non lo so, forse passo dopo pranzo." Dico cercando di troncare la conversazione al più presto.
"Ti va di pranzare con me a casa?" Mi chiede titubante. "Poi ti do il libro, e se magari vuoi facciamo una passeggiata." Sorride.Ma che? Mi sta prendendo in giro? Prima mi fa soffrire, poi cerca di baciarmi, quando lo rifiuto bacia un altra ragazza davanti ai miei occhi, e adesso sta facendo il bravo ragazzo con me? Mi sembra logico.
"Senti, secondo me la roba che hai fumato è messa male, la prossima volta controlla la data di scadenza, o cambia spacciatore, stai sparando delle grandissime boiate." Mi libero i polsi dalla sua presa, e lo inchiodo con lo sguardo, uno sguardo freddo, privo di sentimenti positivi.
"No Sofy, davvero, voglio chiarire con te."
"Zayn, io e te non chiariremo mai, a te piace tanto fare il coglione, mentre io odio i coglioni, non c'è verso." Le parole sono acide, lasciano le mie labbra con riluttanza.
"Puoi almeno accettare il mio invito a pranzo? Ti prego." Mi supplica, vedo la speranza nei suoi occhi.
Certo che pena non mi fa, però vederlo così mi rattrista un pochettino. Dai, che sarà mai? Passeremo insieme un ora, massimo due. Okay, voglio vedere che intenzioni ha. Questo e nient'altro, niente.
"Okay, ma non più di due ore." Gli concedo quest'opportunità.
"Grazie." Sorride. "Dai, andiamo a casa mia."
Rifiuto la mano che mi ha offerto, sta correndo troppo, invece tiro fuori il cellulare dalla borsa e mando un messaggio a mia madre con scritto che non sarei tornata per pranzo, così quando torno a casa evito le sue prediche.
Arriviamo a casa dopo neanche dieci minuti, durante il tragitto nessuno di noi due ha avuto il coraggio di spiccicare parola.
Entriamo a casa, è vuota, come me la ricordavo.
Vive da solo avendo, avendo anni. E' stato bocciato due volte, perciò ora è in quinta, per fortuna questo sarà il suo ultimo anno.
"Entra, ed accomodati pure." Dice accennandomi un sorriso.
"Grazie." Dico freddamente.
Abbassa lo sguardo quando non ricambio il suo sorriso, e svanisce in cucina.
Sono passati più o meno quindici minuti da quando sono entrata a casa di Zayn, io ho continuato a messaggiare con Liam e Jade finchè non mi ha chiamata, visto che è pronto il pranzo.
Mi siedo a tavola, seguita poi da lui.
Lasagne. Mi piacciono.
"Spero che la mia cucina sia di tuo gradimento." Dice dolcemente imitando quei chef che fanno vedere in televisione. Una risata esce dalla mia bocca, non riesco a controllarla.
"E' buono, grazie." Dico, bevendo un sorso d'acqua.
Mi sorride e stavolta sorrido anche io, mi è venuto spontaneo. Okay, freniamo.
Non ho la minima voglia di fargli vedere che sto bene in sua presenza, ma quel maledetto sorriso mi scappa dalle labbra.
"Sc-scusami." Dice con un filo di voce balbettando, quasi come se non volesse che io senta.
"C-cosa? Cosa hai detto, Zayn?"
"Scusami se ti ho fatto soffrire, non era mia intenzione. O almeno, non volevo fare tutto ciò." Ci indica, lasciandomi spiazzata, non me lo aspettavo.
"Capito." E' l'unica cosa che riesco a dire, mi sento inutile. Le parole mi sono morte in bocca, non so ne che dire ne che fare.
Perchè mi sta dicendo queste cose? Perchè me le sta dicendo adesso, dopo tanti giorni in cui ho solo sofferto? Certo che non ho intenzione di perdonarlo subito, ma prenderò in considerazione ciò che ha appena fatto, scusarsi.
Ho una specie di nodo al cuore, ho bisogno di respirare un pò di aria.
Mi alzo frettolosamente dal tavolo, e mi dirigo fuori dalla porta.
Zayn mi segue, ma non ci faccio caso e continuo a camminare, ed ecco che succede ciò che non voglio. Le lacrime.
Ignoro le sue chiamate, mentre scendo le piccole scale, per poi iniziare a correre per la strada deserta.
Mi dirigo verso casa mia, fino ad arrivarci.
Salgo su per le scale, una volta dentro, e corro fino ad arrivare alla mia camera, mi ci chiudo dentro, mi rannicchio nell'angolo del mio letto, e incomincio a riflettere.
Perchè lo ha fatto? Devo perdonarlo? Devo parlargli? Mi sto innamorando di lui di nuovo? Perchè mi sento mancare l'aria quando sto in sua presenza?
Voglio trovare la risposta a tutte queste domande.
Sento qualcuno bussare alla mia porta, mi alzo di malavoglia per aprire, visto che la persona dall'altra parte della porta non ha intenzione di smettere di bussare, ed apro. Con mia meraviglia mi trovo di fronte a mia madre.
"Papà è al telefono, vuole parlare con te, Sofy." Mi dice.
"No."
"Non puoi non parlare con lui, è tuo padre, sono tre mesi e mezzo che rifiuti di parlarci!" Mi rimprovera, alzando il tono di voce.
"Digli che non voglio parlare." Dico, per poi sbattere la porta in faccia a mia madre.
Papà, mio padre, non lo ritenevo un genitore, ma più di un fratello, lui sapeva tutto, con lui non mi vergognavo di niente, io ero il suo diario dei segreti e lui era il mio.
Era stato il primo a sapere di me e Zayn, sapeva sempre quanto soffrivo per colpa sua, e l'ultima volta che gli ho detto che Zayn mi tradiva, stava per prendere il primo volo per Londra, e venire qui a Bradford per chiarire con Zayn.
Quindi mi rifiutai di dirgli che io e Zayn ci eravamo lasciati l'ultima volta, e mi rifiutai ancora di più di dirgli che mi aveva tradito per la terza volta.
Continuava a chiamarmi sempre, non comprendeva perchè io non volevo più parlare con lui.
Nonostante il divorzio, nonostante il suo trasferimento a New York, io e lui eravamo comunque inseparabili.
Lui capiva solo dal mio tono di voce se stavo bene, se stavo male, e penso che mia madre gli abbia detto del mio improvviso cambiamento, e penso anche che gli abbia detto pure che io e Zayn ci siamo lasciati, ma il motivo, visto che non lo sa nemmeno lei, credo proprio che non lo sappia, e non lo deve sapere.
Incomincio a riflettere, e se io non lo incontravo? E se io non mi innamoravo di lui? Avrei sofferto così tanto? Avrei tutta la mia vita in uno scarabocchio? Odierei me stessa, e tutte le persone che mi stanno intorno perchè ho paura di soffrire di nuovo?
Tutti quei pensieri mi portano lacrime salate e piene di dolore agli occhi.
Sento bussare una seconda volta, mi alzo, più incazzata di prima ed apro la porta urlando.
"Non voglio parlare ne con te ne con papà, mi lasci stare mamma? Finiscila!" Urlo.
Peccato solo che non è mia madre, quella alla porta.
Nota Autrice:
Un altro aggiornamento, spero sia di vostro gradimento.
Vi adoro, polpettine. Lots of love!Faty xx
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𝕀 𝕟𝕖𝕖𝕕 𝕪𝕠𝕦𝕣 𝕝𝕠𝕧𝕖
FanfictionLei è Sophia Nelson, meglio detta Sofy, una semplice ragazza di 17 anni che ha avuto modo di sperimentare la terribile sensazione del tradimento, di un cuore spezzato e del cambiamento radicale. Per quale motivo? Semplice, tutto per colpa sua, per...