Intravidi una figura minuta avvicinarsi a me. Aveva una folta chioma bionda ed era molto titubante. Era una bambina. Una splendida bambina. Era esile, occhi verdi e con un grazioso vestito bianco. Si avvicinava lentamente, incerta, a piccoli passi. Era davvero vicina quando inizió a parlare:'Perché piangi?-aveva una voce acuta ma dolce- Chi ti ha fatto del male?'
Era piccola ma sembrava conoscere più cose di un adulto.
'Nessuno- le risposi- è solo colpa mia.'
La bambina mi scrutó con quei suoi occhioni verdi, si avvicinó ancora di più , sollevó le magre braccia e mi abbracció. Rimasi stupita, mi feci scappare un sorriso e l'abbracciai di rimando. Inizió a sussurrarmi nell'orecchio:'Non è stata colpa tua. Hai fatto solo ciò che credevi fosse più giusto in quel momento. Sei una ragazza bellissima, non dovresti essere così triste. Sai..da grande vorrei essere proprio come te. Non solo vorrei essere così bella, ma vorrei anche avere la forza di piangere e poi asciugare le lacrime e sorridere, proprio come hai fatto tu. Vuoi essere mia amica?'-mi disse sorridendo. Era così piccola esternamente, ma dentro di sè era la persona più grande che io conoscessi. Feci un ampio sorriso e le risposi, stringendola ancora più forte:'Chi non vorrebbe essere tua amica? Sei davvero una bimba speciale. Grazie per avermi fatto spuntare un sorriso in una giornata così buia, eppure luminosa, come questa.' Si divincolò dall'abbraccio, mi guardó, sorrise e di scatto si voltó e inizió a saltellare allegramente. Non la vidi più. Svanì dietro un cespuglio. Per un attimo pensai che fosse una specie di angelo e che il suo compito fosse trovare e aiutare le persone infelici. Per un attimo pensai di essere veramente bella, di poter determinare la fine del mondo con un solo sorriso. Mi alzai, respirai profondamente, raddrizzai la schiena e con passo deciso iniziai a camminare verso casa, dove ormai non ci doveva essere più nessuno. Aprii la porta e, come avevo immaginato, ero sola. Realizzai che avevo bisogno di fare una bella doccia rigenerante. Presi tutto l'occorrente e mi diressi in bagno. Lavai e asciugai anche i capelli. Misi vestiti puliti e andai nella mia stanza. La doccia mi era servita parecchio a calmarmi. Ero stata via per quasi due giorni, ero molto stanca e subito sprofondai in un sonno pesante. Fu un fastidioso rumore a destarmi dal mondo dei sogni. La sveglia aveva suonato già tre volte ed ero in ritardo. Mi vestii come un razzo e andai in cucina dove trovai i miei genitori. Erano a dir poco infuriati.
'Luna, dove sei stata?'-chiese Sarah pacatamente ma con gli occhi iniettati di sangue. Ops ero in un bel guaio.
'Mamma sono in ritardo! Devo andare a scuola, ora non ho tempo ti spiegherò dopo.'-risposi cercando di passarla liscia.
'No signorina, tu non vai proprio da nessuna parte senza aver dato prima delle spiegazioni. Hai idea di quanto ci hai fatti preoccupare?'-intervenne Claudio, mio padre.
'Va bene,-sbottai- sono stata prima al mare, lì mi sono addormentata e mi sono svegliata troppo tardi. Così non sono andata a scuola e ho passeggiato in pineta.' Non potevo mentire del tutto, non ero brava a farlo e se ne sarebbero accorti subito. I miei genitori erano adirati e la faccenda non si sarebbe conclusa se non fosse stato per Emily che entró in cucina proprio durante la discussione.
'Luna vai a scuola'- sospiró Sarah, incenerendomi con lo sguardo e forzando un sorriso per Emily. Sgattaiolai verso la porta e appena fui fuori respirai a pieni polmoni l'aria fresca, ringraziando mentalmente la mia piccola sorellina. In cinque minuti arrivai al cancello della scuola. Un gruppo di ragazzi in cerchio attirò la mia attenzione. Tra loro c'era anche Marco. Mi fermai a osservarlo. Voltó la testa e incroció il mio sguardo. Nello stesso momento si illuminó dalla gioia e si incupì per rabbia o preoccupazione, non so. Inizió ad avvicinarsi a me. Dovevo affrontarlo, meritava spiegazioni.
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Il sapore del mare
Random"Che brutta cosa i ricordi, eh? Fanno male, tanto, ma senza di essi non potremmo vivere. Senza di essi non possiamo vivere." • "E fu proprio ciò che più amavo a trascinarmi sul fondo." • È davvero la scelta giusta?