Il giorno successivo mi svegliai presto, un po' preoccupata perché non sapevo cosa aspettarmi. Misi tutti i libri nello zaino, mi lavai e indossai un paio di jeans stretti e una maglia nera a maniche corte. Infilai le Vans, scesi le scale, afferrai al volo una merendina e dato che era ancora troppo presto per andare a scuola, mi incamminai verso la spiaggia. Non c'era nessuno e regnava il silenzio. Appoggiai lo zaino sulla sabbia fresca e mi sedetti sopra di esso, prima o poi l'avrei gettato via. Mi sentivo felice, come se andasse tutto bene. Ricordai quella mattina in cui 'fuggii' da Marco, non erano passati molti giorni eppure sembrava fosse successo molto prima! Non volevo tornare a fare la depressa, quindi cercai di non pensarci e di godermi quell'attimo di strana e improvvisa felicità. Accessi il telefono: 7.55. Decisi di iniziare ad andare verso la scuola. Le lezioni iniziavano alle 8.15, quindi avevo ancora un po' di tempo considerando che l'edificio era piuttosto vicino. Mi alzai facendo leva sulle braccia, tirai su lo zaino e iniziai a pulirlo dalla sabbia e lentamente mi avviai. Arrivai al cancello della scuola e vidi Aria. Le corsi incontro, ero raggiante.
'Buongiornoo!'-urlai sorridendo.
'Ehi, come mai tutta questa gioia?'- Aria mi guardó sospettosa e mi abbracció.
'Dai una volta ogni tanto che mi sveglio allegra!'-risi e l'abbracciai di rimando.
'Ehi voii!'-io e Aria ci girammo, mi illuminai ancora di più non appena vidi arrivare Marco con un suo amico.
'Marco buongiornooo'-gli corsi incontro abbracciandolo.
Sia lui che Aria mi guardarono malissimo. Arrossii subito.
'Emh buongiorno..Aria che le succede?'-chiese Marco contemporaneamente divertito e preoccupato. La mia amica fece spallucce e disse:'Ogni tanto le capita. Ma non ci presenti il tuo amico?'-guardó ammiccante verso il ragazzo seminascosto dietro Marco.
'Ah si, scusate. Lui è Claudio. È nuovo e sarà in classe con me. Invece sua sorella probabilmente in classe vostra.'
Aria fece un cenno con la testa, io dissi:'Ciao Claudio, è un piacere'
Sorrise timidamente e bofonchiò qualcosa tipo 'anche per me'.
Era un ragazzo minuto, capelli castani corti e occhi verdi. Carino. I suoi gesti, la sua timidezza e il nascondersi dietro Marco, ricordavano vagamente me stessa. La campanella suonó, salutammo i ragazzi e Aria ed io andammo in classe. Ci sedemmo come sempre ai banchi in fondo all'aula. Entró la professoressa di matematica seguita da una ragazza. Era bionda, sicuramente tinta. Risi tra me e me. Avevo pensato la stessa cosa dei capelli di Marco quando ci scontrammo nel corridoio. Che cosa buffa.
'Ragazzi silenzio, per favore-urló la prof- da oggi ci sarà una nuova compagna. Lei è Simona. Mi raccomando, aiutatela ad ambientarsi.'- disse e la ragazza si diresse a passo svelto al suo posto, sorridendomi. Sorrisi a mia volta anche se lo considerai un comportamento strano. Dovevo smetterla di pensare che ogni cosa che facevano gli altri fosse strana o diversa. Dovevo smettere di pensare. Mi concentrai esclusivamente su quello che la prof diceva e sui miei appunti, come avevo sempre fatto. Alla quarta ora stavamo facendo italiano, così decisi di uscire un po' dall'aula. Andai in cortile, avevo bisogno di un po' d'aria fresca. Mi ero focalizzata troppo sui compiti e ora avvertivo un forte mal di testa. Mi sedetti sulla panchina, presi il capo tra le mani e chiusi gli occhi. Rimasi così per qualche minuto, poi sobbalzai. Qualcosa aveva colpito la spalla. Mi voltai e vidi un ragazzo correre verso di me. Anzi, verso la palla. Degli alunni stavano giocando a calcio nel campetto nel cortile. Non me n'ero accorta.
'Ehi, ti sei fatta male?'-mi chiese preoccupato il ragazzo.
'No no, tranquillo.'- risposi chiudendo gli occhi. Il dolore alla spalla si era unito al mal di testa, ed era insopportabile. Mi accasciai sulla panchina e gemetti per il dolore. Probabilmente era più per la testa che per la spalla. In quel momento tutti quanti i ragazzi che stavano giocando nel campetto mi si avvicinarono. Sentii una voce familiare chiamarmi e poi più niente.Mi svegliai in una stanza dalle pareti bianche, ero sdraiata su un lettino e riconobbi subito gli armadietti pieni di medicinali addossati ai muri. Ero in infermeria. Vicino a me, seduto su una sedia di plastica, c'era Marco. Sorrise appena vide i miei occhi aprirsi.
'Luna finalmente! Come stai?'
'Emh bene..credo. Cosa è successo? Perché dici finalmente?'-chiesi preoccupata.
'Oh sei svenuta per circa 10 minuti. Effettivamente non sono molti, ma per me sono stati i 10 minuti più lunghi di tutta la mia vita.' Aveva appena detto una cosa dolce o mi sbagliavo? Sorrisi.
'E perché sono svenuta?'
'L'infermiera dice che non è nulla di grave. Solo troppo stress e che dovresti andare a casa e riposare qualche giorno.'
'Ah, fantastico'-borbottai.
'Dai meglio stare a casa tutto il giorno a fare niente che in questa gabbia'- disse sognante, quasi come se stesse considerando l'idea di finire in qualche modo sullo stesso lettino su cui ero stesa per perdersi qualche giorno di scuola.
Risi:'ah, davvero? Preferisco qui che casa mia.'
Mi guardó e disse:'Allora ogni pomeriggio io o Aria verremo a casa tua così non dovrai stare da sola.'-fece un sorriso sghembo e mi prese la mano.
'Cosa mi toccherà sopportare'- scoppiammo a ridere.
La porta fu sbattuta contro il muro.
'Dov'è?'-Aria entró urlando in infermeria. Perché doveva fare sempre queste scenate?
'Aria calmati, sono qui. Prima che inizi a bombardarmi di domande, si, sto bene. L'infermiera ha detto che non è nulla di grave e avrò bisogno di qualche giorno per riposarmi. E poi..c'era Marco con me.'
Lo sguardo di Aria si fermó sulle nostre mani intrecciate, sorrise e io ovviamente arrossii. Sospiró e disse:'Va bene. Ma smettila di farci preoccupare.'
Annuii e poi entró l'infermiera.
'Allora signorina tu puoi tornare a casa e hanno il permesso di accompagnarti anche questi due tuoi amici. Mi raccomando riposati.'
'Certo-risposi- e grazie'
La signora annuì e mentre mi precipitavo a seguire Aria e Marco, che erano già usciti dalla stanza, mi fermó e disse:'Luna tieniti stretto quel ragazzo, ti è stato vicino tutto il tempo ed era parecchio preoccupato.' Mi fece l'occhiolino e io arrossii di nuovo. Perché dovevano farmi sentire tutti in imbarazzo?Ed ecco il settimo capitolo❤️ Oggi ho aggiornato due volte nello stesso giorno, mi merito un premio ahahhaha. Spero che vi piaccia.❤️

STAI LEGGENDO
Il sapore del mare
Aléatoire"Che brutta cosa i ricordi, eh? Fanno male, tanto, ma senza di essi non potremmo vivere. Senza di essi non possiamo vivere." • "E fu proprio ciò che più amavo a trascinarmi sul fondo." • È davvero la scelta giusta?