LUNA's POV
Stavo avendo un incubo, ormai sempre lo stesso. La scena si ripeteva all'infinito: io correvo verso Marco e lui via via si allontanava, risucchiato dalle tenebre. Ogni notte mi ritrovavo rannicchiata tra le lenzuola, condannata a rivivere il presente anche nei sogni. Spesso mi ci voleva tutta la mattinata per riprendermi, altre volte riuscivo a calmarmi in meno tempo, ma con il cuore pieno di tristezza.
Quella sera, invece, provai una sensazione completamente diversa. Non saprei bene come definirla, ma mi sentii protetta. Cinsi quello che pareva essere un cuscino e riuscii ad addormentarmi. La mattina seguente mi svegliai stranamente rilassata. Mi voltai e quello che, anzi chi, mi ritrovai davanti mi fece sobbalzare. Stropicciai più volte gli occhi e mi pizzicai più volte le braccia, sicura di stare ancora dormendo. Ma quello non sembrava essere un sogno, ciò che mi circondava era così reale, io ero così reale e anche lui.
Marco dormiva beatamente al mio fianco con un braccio piegato sotto la testa e l'altro nella mia direzione.
Non sapevo cosa fare e quindi rimasi lì, a guardarlo imbambolata per tutta la mattinata, fino al suo risveglio.
Quando aprì gli occhi mi resi conto di quanto mi fossero mancati. Morivo dalla voglia di abbracciarlo, baciarlo, recuperare il tempo perso, ma temevo di rimanere delusa, avevo paura di imbattermi nuovamente nel suo sguardo vuoto, incapace di riconoscermi.
E invece furono le sue successive azioni a sorprendermi. Si sollevó di scatto e mi buttó le braccia al collo. In un primo momento rimasi ferma, poi ricambiai l'abbraccio e scoppiai a piangere. Ma questa volta le lacrime non erano per il dolore, ma per la gioia. Com'è possibile sentire la mancanza di ogni minimo particolare di una persona? Come avevo fatto a resistere così tanto tempo con un vuoto incolmabile nel petto? Fino a quel momento ero a pezzi, nella mia precarietà, cercavo di raccogliere i cocci di una vita andata in frantumi, invano. Era bastato un suo abbraccio ad aggiustarmi, sicuramente meglio di come avrei potuto fare da sola. Rimanemmo abbracciati per un tempo indefinito, senza il bisogno di parlare perché a volte i gesti valgono molto più delle parole.
Alla fine dovemmo rompere l'abbraccio e mi presi qualche minuto per guardarlo dritto negli occhi. Feci un respiro profondo e gli rivolsi la domanda che più mi tormentava:'come va con i tuoi ricordi?'
Per un momento temetti la sua risposta, ma lui mi sorrise e mi rassicurai.
'Abbastanza bene. Tu sei stata la prima che ho iniziato a ricordare. Ti avevo mandato anche una lettera, ma non ho ricevuto alcuna risposta.'
Si era rattristato e io mi sentii in colpa e stupida per non averla letta. Scesi subito dal letto e andai verso la scrivania. Mi ricordavo di aver gettato via la chiave del cassetto, ma era tutto programmato. Ero stata presa da un impeto di rabbia e dolore, ma non avevo perso la lucidità. Infatti sapevo benissimo che prima o poi l'avrei letta e avevo prestato attenzione a riporla nel cassetto difettoso, quello che aveva la serratura rotta e continuava ad aprirsi. Mi piegai sulle ginocchia e con uno scatto rapido aprii il cassetto. Con le mani tremanti presi la lettera e lentamente la scartai.
Iniziai a leggere[...] Sei l'unica certezza in un mondo dai contorni sfumati.[...]
Nel suo mondo indefinito io ero la sua unica ancora e questo mi fece sentire importante e felice come poche volte mi era successo.[...]Vivo nei pochi ricordi che ogni tanto si fanno strada nella mia mente. Rivivo sensazioni appartenute al passato. Vorrei solo poter vedere io stesso, non attraverso il riflesso di un ricordo, i tuoi occhi. Ho bisogno di un tuo sorriso, reale.[...]
Provai a mettermi nei suoi panni. Doveva essere stato estremamente difficile per lui orientarsi in un passato incerto, vivere un presente confuso e aspettare un futuro totalmente fuori dal suo controllo e imprevedibile.[...]La differenza tra te e me, in questo momento, è data solo da un certo numero di ricordi che si possiedono, ma io credo di amarti anche senza tutti i pezzi del puzzle.[...]
Mi voltai a guardarlo con un enorme sorriso sul volto, lui arrossì leggermente e ricambió il sorriso.[...] Te lo prometto, sarà perfetto.
Ripiegai la lettera e la riposi nel cassetto.
Ritornai da lui e mi sedetti sul letto. Gli presi il viso tra le mani, lo guardai negli occhi e dissi:'Sì, sarà perfetto. Vorrei solo poter trovare un modo per recuperare tutto il tempo perso, vorrei aver letto questa lettera prima, vorrei non avere tutti questi rimpianti.'
Quella giornata passó così, tra baci, abbracci e frasi sussurrate. Era la prima di una serie di giorni felici, ma si sa che la felicità è temporanea e non può durare a lungo.Ecco il capitolo 21! Marco è tornato e ha riacquistato la memoria; Luna finalmente legge la lettera che aveva precedentemente ricevuto e tutto sembra andar bene. Ma quanto potrà durare questa felicità?
Fatemi sapere cosa ne pensate. Baci, G.
STAI LEGGENDO
Il sapore del mare
Random"Che brutta cosa i ricordi, eh? Fanno male, tanto, ma senza di essi non potremmo vivere. Senza di essi non possiamo vivere." • "E fu proprio ciò che più amavo a trascinarmi sul fondo." • È davvero la scelta giusta?