I giorni passarono apatici. Mi rifugiai di nuovo nello studio, tra i libri. Non feci parola con Claudio a proposito di quello che era successo. Il bacio. Lui ha fatto finta di niente e mi sta benissimo. Le occhiate curiose e i mormorii corridoi erano iniziati di nuovo. Insomma, era tornato tutto alla normalità, a parte la nuova sensazione di vuoto nel petto. Era passato un mese dalla partenza di Marco e avrei dovuto iniziare ad abituarmici. Un giorno a scuola vidi una scena che avrei preferito non vedere. La giornata era iniziata tranquillamente, come tutte le altre. Aria era passata a prendermi da casa mia e insieme eravamo andate a scuola. Al suono della campanella della quarta ora uscii dall'aula per andare a fare un giro in cortile. Ultimamente mi capitava spesso di avere dei mancamenti e ormai mi era diventato necessario uscire per un po' di tempo dall'aula per schiarire le idee e prendere una boccata d'aria fresca. Mi sedetti sulla mia adorata panchina e inviai un messaggio ad Aria dicendole che ero uscita. Misi il telefono nella tasca della felpa, portai le ginocchia al petto e mi ci appoggiai con la testa. Il cortile era praticamente vuoto, almeno lo sembrava. Dietro le scale antincendio scorsi una capigliatura bionda. La riconobbi subito. Era Simona. Nell'ultimo periodo era stata molto gentile con me e ci eravamo avvicinate parecchio. Era venuta qualche giorno a trovarmi a casa quando non ero stata bene e aveva cercato in tutti i modo di sollevarmi il morale. Penso che all'inizio Aria fosse anche un po' gelosa ma dopo averle detto che nessuno poteva sostituirla, inizió ad accettare la situazione. Mi avvicinai sorridente, mentre la stavo per chiamare mi accorsi che non era sola. Spalancai la bocca. Quegli occhi freddi come il ghiaccio, il ghigno perverso sul volto e quei capelli neri come la pece. Era lui. Il ragazzo della discoteca. Il ragazzo che aveva mandato Marco lontano da me. Ma che ci faceva Simona con lui? Con passo felpato mi avvicinai ancora di più e mi nascosi dietro una colonna alle loro spalle.
'...si in quell'occasione sei stato bravo e ora hai un altro compito da svolgere per me.'-disse Simona con voce dura. Stentavo a riconoscerla. Ma era davvero lei? Forse avevo visto male? Mi sporsi un po' oltre il bordo della colonna e diedi una sbirciata.
Si, era lei. Aveva uno sguardo inquietante, demoniaco. Faceva paura. Rabbrividii. Cosa stava succedendo? Chi era veramente Simona? E cosa voleva dire che aveva un altro compito da assegnargli?
Dietro di me qualcuno mi toccó la spalla. Sobbalzai.
'Luna che stai facendo?'-disse Aria a voce un po' troppo alta.
Le mimai di fare silenzio con il dito. Simona urló da dietro la colonna:'chi c'è?-poi continuó rivolta al ragazzo- devi andartene, ora. E ricordati il tuo compito. La faremo soffrire.'-sibiló voltandosi per andarsene. Quando entrambi sparirono mi voltai verso Aria. Aveva gli occhi spalancati e la bocca aperta. Mi guardava sconcertata.
'Luna ma...Simona...il ragazzo della discoteca..cos-'
Non la lasciai finire e dissi:'lo so.'
Ero apparentemente calma, ma dentro stavo letteralmente morendo.
'Aria dobbiamo fare finta di niente. Dopo scuola vieni a casa mia e ti racconto anche quello che ho sentito io e cerchiamo di fare il punto della situazione. Ma ora ricomponiamoci e comportiamoci normalmente.'
Lei annuì impercettibilmente, palesemente sconvolta. Tornammo in classe e le ore successive passarono velocemente. Stavamo oltrepassando il cancello della scuola quando ci sentimmo chiamare.
'Ehi Luna! Aria!'-Simona arrivó raggiante e io tentai di abbozzare un sorriso. Corse ad abbracciarmi e io feci di tutto per rimanere impassibile. Mi si stava rivoltando lo stomaco. Aria, invece, subito si irrigidí al suo tocco.
'Aria che hai?'-chiese Simona con voce melliflua, l'opposto di quella che avevo avuto il piacere di ascoltare la mattina in cortile.
Risposi io al posto suo:'oh, oggi ha avuto una giornata molto stressante, tranquilla.' Beh in parte era vero.
La biondina annuì poco convinta della mia risposta poi disse:'allora che fate oggi pomeriggio?'
Una scusa plausibile.
'Emh andiamo in biblioteca per lavorare a un progetto di storia.'
Sapevo che odiava le biblioteche e non ci avrebbe mai seguite. Infatti subito disse:'ah, allora andrete senza di me.' E scoppió a ridere. Che c'era di divertente? Mi sforzai di sorridere, la salutai cordialmente e mi trascinai dietro Aria che non aveva detto nemmeno una parola.
'Aria ma che ti prende? Ti avevo detto che ci saremmo dovute comportare normalmente, e tu? Tu non parli e ti irrigidisci quando ti abbraccia. Sei un genio!'- le urlai contro appena arrivate a casa mia.
'Scusa'- balbettó. Non era un comportamento da lei.
'Aria cosa c'è che non va?'
'Emh, niente.'- disse abbassando gli occhi. No, non era sicuramente un suo comportamento tipico. La guardai insistentemente incrociando le braccia.
'Eh va bene-sbuffó- ho una teoria. Ma non mi piace proprio, e penso che non piacerà nemmeno a te.'
Mi sedetti sul divano. La casa era vuota. La guardai preoccupata e le feci cenno di parlare.
'Saró veloce e diretta. Penso che Simona possa aver a che fare con ciò che è successo a Marco. Ha parlato di 'un altro compito' quindi penso che voglia dire che gliene abbia già affidato uno in passato.'
Pensai a ciò che avevo sentito prima che arrivasse Aria e Simona si era complimentata con il ragazzo a proposito di qualcosa che aveva fatto precedentemente. Lo dissi ad Aria.
'Ecco!'-urló.
'Si ma come facciamo a sapere se è veramente coinvolta con la storia di Marco?'-le chiesi. Ero preoccupata, troppo, ma anche arrabbiata. Se la sua teoria si fosse rivelata esatta, cosa avremmo dovuto fare?
'Lo scopriremo'- disse con un mezzo sorrisetto. Perfetto. Aveva un piano.Il nuovo capitolo!! Scusate se ho aggiornato dopo davvero taaaanto tempo, ma è iniziata la scuola e sono stata piuttosto impegnata. Allora, cosa ne pensate di Simona e tutta questa storia? Fatemi sapere. ❤️
STAI LEGGENDO
Il sapore del mare
Rastgele"Che brutta cosa i ricordi, eh? Fanno male, tanto, ma senza di essi non potremmo vivere. Senza di essi non possiamo vivere." • "E fu proprio ciò che più amavo a trascinarmi sul fondo." • È davvero la scelta giusta?