Armeggiammo con il cellulare di Simona tutto il pomeriggio, mentre ripetevamo il piano. Leggere i messaggi tra Simona e il ragazzo della discoteca che aveva colpito Marco, era un vero colpo al cuore. Avevo pianto la maggior parte del pomeriggio, come ormai era mia consuetudine. Sinceramente non credevo che il piano potesse funzionare, ma Aria ne era del tutto convinta. Perché contraddirla? Era così testarda e determinata che nemmeno provai a farle cambiare idea. Decidemmo di ordinare una pizza per cena e che avrei passato la notte da lei. Trascorremmo la serata come l'avrebbero trascorsa due amiche spensierate che non stanno progettando di smascherare un'altra "amica" intenzionata a procurare dolori. Non facemmo più riferimento al piano e andammo a dormire come se nulla fosse. La mattina mi svegliai presto, ansiosa, aprii la finestra facendo entrare la lieve luce dei raggi solari. Stetti un po' seduta sul bordo del letto con lo sguardo perso nel vuoto. Erano le 7.15, Aria dormiva ancora e io non ce la facevo a rimanere da sola ancora a lungo. Mi avvicinai al letto della mia amica intenzionata a svegliarla dolcemente. L'intenzione era quella, ma la pratica fu ben diversa. Mi buttai a peso morto sul suo letto che si abbassó notevolmente e iniziai a scrollarla dalle spalle. Scoppiai a ridere e a farle il solletico. Aria tentava di divincolarsi, mischiando mugolii di dissenso e risate strozzate. Alla fine la costrinsi ad alzarsi.
'Luna non lo fare mai più!'-mi urló sorridendo. Le lanciai il cuscino in faccia e dissi:'sbrigati o faremo tardi'
Così dicendo finii di mettere le scarpe ed ero pronta. Aria era in bagno da quindici minuti ed eravamo in ritardo. Perfetto.
'Aria! Ma che stai facendo lì dentro? Muoviti!'-inziai a sbraitare prendendo a pugni la porta del bagno.
Quest'ultima finalmente si aprii e rimasi con il braccio a mezz'aria.
'Ora mi spieghi perché ti sei acconciata così.'-le dissi guardandola torva. Indossava i leggins neri e un paio di stivali fino a metà polpaccio. Stava mettendo una felpa nera con il cappuccio su una maglia nera a mezze maniche. Era completamente vestita di nero. I capelli erano acconciati in una treccia laterale e aveva disegnato una striscia spessa di eye-liner sugli occhi.
Mi guardó divertita:'Luna ricordati che oggi siamo dei ninjia. Abbiamo una missione speciale da svolgere.'
Mi fece l'occhiolino, prese il suo zaino, lo mise sulle spalle e si diresse verso la porta. Sospirai e alzai gli occhi al cielo. Era proprio senza speranze! Come previsto arrivammo a scuola in ritardo. Per fortuna la professoressa di latino della prima ora fece finta di nulla. La mattinata trascorse in fretta, troppo. Al suono dell'ultima campanella io e Aria ci dirigemmo verso il cortile. Trovammo Simona appoggiata al cancello che seguiva, con sguardo annoiato, la fila disordinata di studenti che rumoreggiava verso l'uscita. Le andammo incontro. La nostra "missione" stava per iniziare.
'Simonaaa!'-urló Aria che non era mai stata tanto felice di vederla.
'Ciao Aria! Ehi Luna!'-le si illuminó il viso e ci sorrise.
'Ehi-dissi- che fai qui? Chi stai aspettando?'
'Laura. È rimasta in classe per finire il compito di chimica. Dovrebbe uscire a momenti.'-sbuffó
'Ah, se vuoi ti facciamo compagnia. Che ne dici di fare una passeggiata?'-propose Aria raggiante.
Simona annuì contenta. Iniziammo a girovagare per il cortile, guardai l'orologio, erano le 13.30, feci un cenno con la testa ad Aria e cambiammo direzione. Lentamente, come se nulla fosse, tornammo indietro verso le scale antincendio dove avevo precedentemente assistito alla discussione tra Simona e il ragazzo.
Ora riuscivo a scorgere quest'ultimo seduto sulle scale, mentre aspettava fumando una sigaretta. Il sangue inizió a ribollirmi nelle vene. Digrignai i denti e strinsi i pugni. Simona non si era ancora accorta del suo amico, ma lui si.
'Simona-urló-hai portato anche delle amiche?'
Ci venne incontro a passo svelto mentre Simona si irrigidiva al mio fianco.
'Emh, non so chi tu sia.'- disse lei con sguardo feroce.
'Come no? Mi hai inviato un messaggio ieri pomeriggio. Mi hai detto di venire qui per parlare di quella cosa. Ricordi?'
Simona era confusa. Aria armeggió con la sua borsa e tiró fuori il cellulare della ragazza. Lo teneva in bella vista nel palmo della mano mentre il suo viso abbandonava l'espressione pacifica e amichevole di poco prima lasciando spazio a un sorriso malizioso e a uno sguardo truce.
Simona urló:'ecco il mio cellulare! Perché ce l'hai tu? Chi è questo ragazzo?'
Incrociai le braccia al petto per frenare l'impulso di prenderla a schiaffi.
'Senti-sputai fuori acidamente-sappiamo quello che hai fatto. Non serve fingere. Sappiamo tutto. Solo una domanda: perché?' Mi si strozzó la voce, stavo per piangere, lacrime di dolore, rabbia e frustrazione.
'Io, io non so nulla. Cosa volete da me?'-continuó a urlare Simona. Era brava a recitare.
'Parla.'-sussurró Aria. Le sue iridi erano diventate nere,le labbra livide, la mascella contratta. Lei era incazzata, io addolorata.
Simona inzió a tremare, anche io forse. Aria incuteva paura, ma paura vera.
'Okay, va bene-disse la bionda con foce flebile-vi dirò tutto. Un anno fa conobbi Marco in una discoteca lontana da qui, ma piuttosto vicina a dovevo vivevo prima. Avevamo parlato, mi aveva raccontato di sè, della sua vita. Era simpatico e affascinante. Mi piacque da subito. La serata proseguì e noi continuammo a passare il tempo insieme e a ballare. Lui era ubriaco. Alla fine mi bació. Fu bellissimo. Ma dopo quel giorno non seppi più nulla di lui. Quando due mesi fa venni a sapere che ci saremmo trasferiti in questa città, mi venne subito in mente il ragazzo dagli occhi verdi, Marco. Mi informai meglio su di lui, era passato un anno da quando ci eravamo incontrati, ma io ricordavo quel bacio come se fosse trascorso solo un giorno. Scoprii che frequentava questa scuola e mi sono iscritta con mio fratello. Il primo giorno, però, non mi ha riconosciuta. Io ero felicissima di rivederlo ma comunque non mi aspettavo che si ricordasse subito di me. Ho provato a dargli indizi ma nulla. Poi mi è stato detto che tra lui e una mia compagna di classe, tu Luna, c'era un certo feeling. All'inizio non mi sono lasciata trasportare dalle voci, ma poi me ne sono accorta io stessa. E beh, se non poteva essere mio non sarebbe stato di nessuno.'
Avevo ascoltato quelle parole, pronunciate con freddezza, a bocca spalancata mentre la rabbia accresceva nel petto. Il ragazzo delle discoteca se ne stava seduto sulle scale tremante, anche lui spaventato da Aria. Quest'ultima si faceva sempre più minacciosa nell'ascoltare le parole di Simona. E poi sentii quell'ultima frase:'se non poteva essere mio non sarebbe stato di nessuno'. Sentii qualcosa lacerarsi nel petto. Una forza incontrollabile si impossessó del mio corpo. Mi fiondai, letteralmente, su Simona, le tirai uno schiaffo in pieno viso e mi accanii su di lei.
'Brutta stronza egoista! Ti rendi conto di cosa hai fatto per un tuo capriccio? Cosa gli hai fatto? Cosa mi hai fatto? Cosa ci hai fatto?'-continuavo a picchiarla mentre tentava di dimenarsi. No, non l'avrei lasciata facilmente. Il mio viso era rigato dalle lacrime, respiravo la polvere da terra. Aria, invece, si era lanciata sul ragazzo. Eravamo due furie incontrollabili. Le urla si mischiavano al sangue e alla saliva. Non mi importava. Simona mi aveva rovinata, io avrei rovinato lei.Era passata una settimana da quando io e Aria avevamo picchiato Simona e il ragazzo. Eravamo state sospese per cinque giorni, ma avevo fatto ciò che dovevo. Mi sentivo più libera, come se il peso che portavo sul cuore si fosse un po' alleggerito. Laura e altri ragazzi che erano usciti più tardi dalle classi avevano sentito le urla, erano accorsi e avevano trovato un groviglio di corpi in lotta e agonizzanti. Senz'altro, però, c'è stato un risultato positivo: Simona si era trasferita.
L'attesissimo capitolo 14!❤️ Era da trooooppo tempo che non aggiornavo, mi scuso davvero, ma purtroppo con la scuola non ho molto tempo a disposizione per scrivere. E allora ecco che Luna e Aria mettono in atto il loro piano che termina con un attacco di rabbia delle due e una rissa. Per il momento è tutto finito: Simona se n'è andata. Cos'altro succederà?
Ditemi cosa ne pensate, baci xx❤️
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Il sapore del mare
Random"Che brutta cosa i ricordi, eh? Fanno male, tanto, ma senza di essi non potremmo vivere. Senza di essi non possiamo vivere." • "E fu proprio ciò che più amavo a trascinarmi sul fondo." • È davvero la scelta giusta?