Avevo ritrovato la felicità. Il peso di tutto quello che era successo negli ultimi mesi si stava attenuando e mi sentivo leggera e spensierata, come ormai non mi capitava più da troppo tempo.
I giorni passarono velocemente.
Solitamente rimanevamo a casa a coccolarci, per recuperare il tempo perso.
Una sera, invece, decidemmo di uscire.
Nell'ultimo periodo avevo trovato un parchetto poco frequentato, non molto lontano da casa mia, dove la sera mi capitava di andare a fare un giro per stare da sola e pensare; era una specie di rifugio segreto. Volli portarlo lì.
Erano le undici di sera, ormai i miei stavano dormendo e lasciai loro un biglietto con scritto che eravamo usciti. Così cercando di fare il meno rumore possibile, io e Marco uscimmo di casa. Imbranata com'ero, misi male un piede sul primo gradino che si trovava subito fuori dalla porta e caddi. Marco stava già camminando lungo il vialetto di casa, quando sentì il tonfo che aveva provocato la mia caduta e si girò di scatto. Mi vide e disse:'cosa dovrei fare in questo momento? Ridere o chiederti se stai bene?'
Io scoppiai a ridere e lui insieme a me.
Mi porse la mano e mi aiutó ad alzarmi, non mi ero fatta niente.
Le strade erano completamente buie e vuote, si sentivano solo le nostre voci.
Mi sentivo così felice, approfittai di quel totale silenzio e iniziai a cantare.«For your eyes only
I'll show you my heart»Marco mise l'indice sulle labbra per dirmi di far silenzio, ma io cantai ancora più forte, scoppiando a ridere. Allora cercó di afferrarmi per le spalle, ma mi divincolai dalla sua presa e iniziai a correre. Arrivai al parchetto con il fiatone e Marco che mi ricorreva. Mi sedetti sul prato e lo aspettai. Lui si mise affianco a me, lo guardai negli occhi e continuai a cantare il resto del ritornello.
«For when you're lonely and forget who you are
I'm missing half of me when we're apart
Now you know me
For your eyes only
For your eyes only»E poi si avvicinò talmente tanto che riuscii a sentire il suo fiato sul mio viso e ci baciammo.
Non era cambiato nulla e contemporaneamente era cambiato tutto.
Dopo quelli che parvero minuti, si allontanó lentamente dal mio viso e si stese sul prato. Lo imitai, mettendomi affianco a lui e poggiando la testa sul suo petto.
'Sai,-prese la parola-ogni sera nella mia stanza all'ospedale, verso mezzanotte, mi affacciavo alla finestra e mi fermavo a osservare il cielo. Mi confortava sapere che magari, in quel momento, qualcuno a me caro stesse facendo la stessa cosa. E ora, invece, non sono più da solo, sono con te e non potrei essere più felice.'
A quelle parole mi commossi, gli presi la mano e gliela strinsi forte. A volte bastano semplicemente i gesti.
Sollevai lo sguardo e una scia luminosa attraversó il cielo.
'Ma è una stella cadente?'-dissi ad alta voce, euforica perché non ne avevo mai vista una.
Marco mi rispose con un'altra domanda, confermando la mia ipotesi:'Hai espresso un desiderio?'
Chiusi gli occhi e ripensai a tutti i momenti in cui ero stata felice. E quello fu il mio desiderio: la felicità.
'Fatto'-gli dissi, accennando un sorriso.
Curioso com'era mi chiese quale desiderio avessi espresso.
'Eh, non lo posso dire, altrimenti non si avvera.'
'Allora facciamo così: io ti dico il mio e tu mi dici il tuo e faremo in modo che si avverino.'-mi guardò con una faccia implorante, non riuscii a resistergli e accettai.
'Il mio desiderio -continuó- è di poterti avere sempre al mio fianco, come ora. Il tuo?'
'La felicità'-ci guardammo, sorridemmo e suggellammo con un bacio quello scambio di desideri che avremmo dovuto tener segreti, perché, come previsto, non si sarebbero avverati.Ecco il capitolo 22! Sono giorni piuttosto felici per Marco e Luna, ma la storia sta quasi per giungere al termine. Il prossimo potrebbe essere l'ultimo capitolo o il penultimo. Cosa succederà? Ci sarà un lieto fine o no?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Baci, G.

STAI LEGGENDO
Il sapore del mare
De Todo"Che brutta cosa i ricordi, eh? Fanno male, tanto, ma senza di essi non potremmo vivere. Senza di essi non possiamo vivere." • "E fu proprio ciò che più amavo a trascinarmi sul fondo." • È davvero la scelta giusta?