Per fortuna quando entrai in classe il prof. non si arrabbió, anche se era prevedibile. L'ora non passava mai. Per tutta la lezione, per la prima volta nella mia vita, non mi concentrai sui libri o sulle parole ormai incompressibili del professore. Mi ponevo domande a cui non avevo risposte. Poi...quel ragazzo, Marco. Era stato così carino con me. Il problema forse era proprio questo. Non ero abituata a ricevere attenzioni, per niente. Ormai facevano parte della quotidianità le risate al mio passaggio, gli sguardi interrogativi e la gente che mi scansava. Nessuno mi parlava, tranne Aria e, da quella mattina, Marco. Fissai gli occhi sul libro e cercai di concentrarmi. Niente. Finalmente la campanella suonó. Uscii per ultima dall'aula come al solito. Mi voltai e spalancai la bocca alla vista di Marco appoggiato alla parete. "Quando dicevi 'ci vediamo a fine lezione' non scherzavi, eh?"-gli dissi, ancora sorpresa ma con un sorriso ebete sul volto. Che stupida.
Sorrise e mi rispose:"certo che non scherzavo! Dopo l'incontro, o meglio scontro, di prima avrei preferito incontrarti in un modo più, emh,..."
"...normale"-completai la frase con una sonora risata, accompagnata dalla sua.
"Allora ti va se dopo scuola andiamo a fare un giro al parco?"
Sussultai. Non mi aspettavo una domanda del genere. Anzi si, me lo aspettavo, ma avrei preferito che non me lo avesse chiesto. Insomma ho già detto che non ero abituata a ciò e che non volevo 'distrazioni' ma ne ero comunque felice...che ragionamenti contorti.
"Va bene, ci vediamo più tardi" risposi.
"Perfetto"disse e si voltó verso il corridoio opposto. Dovevo parlare con Aria. Assolutamente.
"Cooosaaa?!" Bene, la mia amica era super esaltata dopo che le raccontai tutto ciò che era successo in appena due ore.
"Oddio Luna uscirai con Marco!"
"Aria datti una calmata, è solo una passeggiata"- le risposi e lei mi fece l'occhiolino e se ne andó. Perfetto, mi mancava solo il suo comportamento da adolescente psicopatica. Iniziavo a irritarmi. Passarono tre lunghe ore e i miei pensieri erano sempre gli stessi. Al suono dell'ultima campanella le mie unghie erano decisamente più corte, il mio cuore batteva all'impazzata e sudavo freddo. Potrebbe sembrare una reazione eccessiva, ma ero davvero agitata. Dovevo calmarmi. Era vicino al mio armadietto, agitava le mani verso l'alto per richiamare la mia attenzione e tutti si voltarono a guardarci. Oh, fantastico. Ero sicura di sembrare terrorizzata perché Marco mi chiese tutto preoccupato se stessi bene. Io non gli risposi, mi voltai e iniziai a correre.
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Il sapore del mare
De Todo"Che brutta cosa i ricordi, eh? Fanno male, tanto, ma senza di essi non potremmo vivere. Senza di essi non possiamo vivere." • "E fu proprio ciò che più amavo a trascinarmi sul fondo." • È davvero la scelta giusta?